Capo I
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1 (Definizioni e disciplina del prodotto editoriale)
1. Per «prodotto editoriale», ai fini della presente legge, si intende il
prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto
informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di
informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso
la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici
o cinematografici.
2. Non costituiscono prodotto editoriale i supporti che riproducono
esclusivamente suoni e voci, le opere filmiche ed i prodotti destinati
esclusivamente all’informazione aziendale sia ad uso interno sia presso il
pubblico. Per «opera filmica» si intende lo spettacolo, con contenuto
narrativo o documentaristico, realizzato su supporto di qualsiasi natura,
purché costituente opera dell’ingegno ai sensi della disciplina sul diritto d’autore,
destinato originariamente, dal titolare dei diritti di utilizzazione economica,
alla programmazione nelle sale cinematografiche ovvero alla diffusione al
pubblico attraverso i mezzi audiovisivi.
3. Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di
cui all’ articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Il prodotto
editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da
una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto,
altresì, agli obblighi previsti dall’articolo 5 della medesima legge
n. 47 del 1948.
Art. 2 (Disposizioni sulla proprietà delle imprese
editrici ed in materia di trasparenza)
1. All’articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive
modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il primo comma è sostituito dal seguente:
«L’esercizio dell’impresa editrice di giornali quotidiani è riservato alle
persone fisiche, nonché alle società costituite nella forma della società in
nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata, per
azioni, in accomandita per azioni o cooperativa, il cui oggetto comprenda l’attività
editoriale, esercitata attraverso qualunque mezzo e con qualunque supporto,
anche elettronico, l’attività tipografica, radiotelevisiva o comunque
attinente all’informazione e alla comunicazione, nonché le attività connesse
funzionalmente e direttamente a queste ultime»;
b) il quarto comma è sostituito dal seguente:
«Le azioni aventi diritto di voto o le quote sociali possono essere intestate a
società per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilità limitata,
purché la partecipazione di controllo di dette società sia intestata a persone
fisiche o a società direttamente controllate da persone fisiche. Ai fini della
presente disposizione, il controllo è definito ai sensi dell’articolo 2359
del codice civile, nonché dell’ottavo comma del presente articolo. Il venire
meno di dette condizioni comporta la cancellazione d’ufficio dell’impresa
dal registro degli operatori di comunicazione di cui all’articolo 1, comma 6,
lettera a), n. 5), della legge 31 luglio 1997, n. 249»;
c) al sesto comma, primo periodo, le parole: «o estere » sono
soppresse;
d) è aggiunto, in fine, il seguente comma:
«I soggetti di cui al primo comma sono ammessi ad esercitare l’attività d’impresa
ivi descritta solo se in possesso della cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione
europea o, in caso di società, se aventi sede in uno dei predetti Stati. I
soggetti non aventi il predetto requisito sono ammessi all’esercizio dell’impresa
medesima solo a condizione che lo Stato di cui sono cittadini applichi un
trattamento di effettiva reciprocità. Sono fatte salve le disposizioni
derivanti da accordi internazionali».
Art. 3 (Modalità di erogazione delle provvidenze in
favore dell’editoria)
1. A decorrere dal 1. gennaio dell’anno successivo alla data di entrata in
vigore della presente legge l’importo di 2 miliardi di lire previsto per i
contributi di cui all’articolo 26, primo comma, della legge 5 agosto 1981,
n. 416, e successive modificazioni, è aumentato a 4 miliardi di lire.
2. Alle imprese editrici di giornali quotidiani che abbiano attivato sistemi
di teletrasmissione in facsimile delle testate edite in Paesi diversi da quelli
membri dell’Unione europea è concesso un contributo pari al 50 per cento dei
costi annui documentati di acquisto carta, stampa e distribuzione relativi alla
diffusione nei suddetti Paesi delle copie delle testate teletrasmesse. Sono
esclusi dal calcolo del contributo i costi relativi a tirature inferiori a
10.000 copie medie giornaliere, o effettuate per meno di un anno, in un singolo
Paese di destinazione. Sono altresì esclusi dal calcolo del contributo i costi
relativi a testate il cui contenuto redazionale sia inferiore al 50 per cento di
quello dell’edizione diffusa nella città italiana presso il cui tribunale
sono registrate. L’ammontare complessivo del contributo di cui al presente
comma non può superare lire 4 miliardi annue. Nel caso in cui il contributo
complessivo in base alle domande presentate superi tale ammontare, lo
stanziamento sarà ripartito tra gli aventi diritto in proporzione al numero
delle copie stampate e diffuse nei suddetti Paesi.
Capo II
INTERVENTI PER LO SVILUPPO DEL SETTORE EDITORIALE
Art. 4 (Tipologie di interventi nel settore editoriale)
1. Alle imprese operanti nel settore editoriale sono concesse le agevolazioni
di credito di cui agli articoli 5, 6 e 7, nonché il credito di imposta di cui
all’articolo 8.
Art. 5 (Fondo per le agevolazioni di credito alle imprese
del settore editoriale)
1. È istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri -
Dipartimento per l’informazione e l’editoria, fino all’attuazione della
riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e al decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 303, il Fondo per le agevolazioni di credito
alle imprese del settore editoriale, di seguito denominato «Fondo». Il Fondo
è finalizzato alla concessione di contributi in conto interessi sui
finanziamenti della durata massima di dieci anni deliberati da soggetti
autorizzati all’attività bancaria.
2. Al Fondo affluiscono le risorse finanziarie stanziate a tale fine nel
bilancio dello Stato, il contributo dell’1 per cento trattenuto sull’ammontare
di ciascun beneficio concesso, le somme comunque non corrisposte su concessioni
effettuate, le somme disponibili alla data di entrata in vigore della presente
legge esistenti sul fondo di cui all’articolo 29 della legge 5 agosto 1981,
n. 416, e successive modificazioni. Il fondo di cui al citato articolo 29
è mantenuto fino al completamento della corresponsione dei contributi in conto
interessi per le concessioni già effettuate.
3. I contributi sono concessi, nei limiti delle disponibilità finanziarie,
mediante procedura automatica, ai sensi dell’articolo 6, o valutativa, ai
sensi dell’articolo 7.
4. Sono ammessi al finanziamento i progetti di ristrutturazione
tecnico-produttiva; di realizzazione, ampliamento e modifica degli impianti, con
particolare riferimento all’installazione e potenziamento della rete
informatica, anche in connessione all’utilizzo dei circuiti telematici
internazionali e dei satelliti; di miglioramento della distribuzione; di
formazione professionale. I progetti sono presentati dalle imprese partecipanti
al ciclo di produzione, distribuzione e commercializzazione del prodotto
editoriale.
5. In caso di realizzazione dei progetti di cui al comma 4 con il ricorso
alla locazione finanziaria, i contributi in conto canone sono concessi con le
medesime procedure di cui agli articoli 6 e 7 e non possono, comunque, superare
l’importo dei contributi in conto interessi di cui godrebbero i progetti se
effettuati ai sensi e nei limiti previsti per i contributi in conto interessi.
6. Una quota del 5 per cento del Fondo è riservata alle imprese che, nell’anno
precedente a quello di presentazione della domanda per l’accesso alle
agevolazioni, presentano un fatturato non superiore a 5 miliardi di lire ed una
ulteriore quota del 5 per cento a quelle impegnate in progetti di particolare
rilevanza per la diffusione della lettura in Italia o per la diffusione di
prodotti editoriali in lingua italiana all’estero. Ove tale quota non sia
interamente utilizzata, la parte residua riaffluisce al Fondo per essere
destinata ad interventi in favore delle altre imprese.
7. Una quota del 10 per cento del Fondo è destinata ai progetti volti a
sostenere spese di gestione o di esercizio per le imprese costituite in forma di
cooperative di giornalisti o di poligrafici.
8. Ai fini della concessione del beneficio di cui al presente articolo, la
spesa per la realizzazione dei progetti è ammessa in misura non eccedente il 90
per cento di quella prevista nel progetto, ivi comprese quelle indicate nel
primo comma dell’articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica 9
novembre 1976, n. 902, nonché le spese previste per il fabbisogno annuale
delle scorte in misura non superiore al 40 per cento degli investimenti fissi
ammessi al finanziamento. La predetta percentuale del 90 per cento è elevata al
100 per cento per le cooperative di cui all’articolo 6 della legge 5 agosto
1981, n. 416, e successive modificazioni.
9. I contributi in conto interessi possono essere concessi anche alle imprese
editrici dei giornali italiani all’estero di cui all’articolo 26 della legge
5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, per progetti realizzati
con il finanziamento di soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività
bancaria aventi sede in uno Stato appartenente all’Unione europea.
10. L’ammontare del contributo è pari al 50 per cento degli interessi sull’importo
ammesso al contributo medesimo, calcolati al tasso di riferimento fissato con
decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica.
Il tasso di interesse e le altre condizioni economiche alle quali è riferito il
finanziamento sono liberamente concordati tra le parti.
11. In aggiunta alle risorse di cui al comma 2, a decorrere dall’anno 2001
e fino all’anno 2003, è autorizzata la spesa di lire 7,9 miliardi per il
primo anno, di lire 24,3 miliardi per il secondo anno e di lire 18,7 miliardi
per il terzo anno.
12. Ai contributi di cui al presente articolo, erogati secondo le procedure
di cui agli articoli 6 e 7 della presente legge, si applicano le disposizioni di
cui agli articoli 8 e 9, commi da 1 a 5, del decreto legislativo 31 marzo 1998,
n. 123.
13. Con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 1, della legge
23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del
Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Ministro per i beni e le
attività culturali, sono dettate disposizioni attuative della presente legge.
Sono in particolare disciplinati le modalità ed i termini di presentazione o di
rigetto delle domande, le modalità di attestazione dei requisiti e delle
condizioni di concessione dei contributi, la documentazione delle spese inerenti
ai progetti, gli adempimenti ed i termini delle attività istruttorie, l’organizzazione
ed il funzionamento del Comitato di cui al comma 4 dell’articolo 7, il
procedimento di decadenza dai benefìci, le modalità di verifica finale della
corrispondenza degli investimenti effettuati al progetto, della loro congruità
economica, nonché dell’inerenza degli investimenti stessi alle finalità del
progetto.
14. All’istruttoria dei provvedimenti di concessione dei contributi di cui
agli articoli 6 e 7 della presente legge provvede, fino all’attuazione della
riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, la Presidenza
del Consiglio dei ministri.
15. Le somme erogate ai sensi degli articoli 6 e 7, a qualunque titolo
restituite, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere
successivamente assegnate al Fondo. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 6 (Procedura automatica)
1. Alla concessione dei contributi di cui all’articolo 5 si provvede
mediante procedura automatica relativamente ai progetti che presentano
cumulativamente le seguenti caratteristiche:
a) finanziamento complessivo non superiore ad un miliardo di lire;
b) realizzazione del progetto entro due anni dall’ammissione ai benefìci.
Sono altresì ammesse le spese sostenute nell’anno antecedente la data di
presentazione della domanda.
2. Con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale sono comunicati l’ammontare
delle risorse disponibili per la concessione dei contributi ed il termine
massimo di presentazione delle domande.
3. Le domande di concessione del contributo sono accolte sulla base della
sola verifica della completezza e regolarità delle domande medesime e della
relativa documentazione, secondo l’ordine cronologico di presentazione. Le
domande presentate nello stesso giorno si intendono presentate contestualmente.
La concessione del contributo è integrale fino a concorrenza delle risorse
finanziarie di cui al comma 2. In caso di insufficienza delle risorse
finanziarie a soddisfare integralmente le domande, la disponibilità residua è
ripartita proporzionalmente al costo dei progetti. Detta ripartizione ha luogo
tra le domande presentate contestualmente il giorno successivo a quello di
presentazione delle ultime domande che hanno ottenuto capienza intera.
4. In caso di inosservanza del termine di cui al comma 1, lettera b),
del presente articolo, è dichiarata la decadenza dal beneficio ed il soggetto
beneficiario è tenuto alla restituzione delle somme eventualmente già
percepite maggiorate degli interessi, calcolati ai sensi all’articolo 9, comma
4, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123.
5. Il soggetto beneficiario, entro sessanta giorni dalla realizzazione del
progetto, produce i documenti giustificativi delle spese sostenute, gli estremi
identificativi degli impianti, macchinari o attrezzature acquistati, nonché la
perizia giurata di un esperto del settore, iscritto al relativo albo
professionale, se esistente, che attesti la corrispondenza degli investimenti
alla finalità del progetto, nonché la congruità dei costi sostenuti.
6. Il contributo di cui al presente articolo è erogato in corrispondenza
delle scadenze delle rate di ammortamento pagate dall’impresa beneficiaria all’istituto
di credito. Tenuto conto della tipologia dell’intervento e su richiesta dell’impresa,
può essere effettuata la corresponsione del contributo in un’unica soluzione,
scontando al valore attuale, al momento dell’erogazione, il beneficio
derivante dalla quota di interessi.
Art. 7 (Procedura valutativa)
1. Alla concessione dei contributi di cui all’articolo 5 si provvede
mediante procedura valutativa relativamente ai progetti o programmi organici e
complessi, che presentano cumulativamente le seguenti caratteristiche:
a) finanziamento, eccedente l’importo di cui all’articolo 6, comma 1,
lettera a); la domanda deve contenere la deliberazione preventiva dell’istituto
finanziatore; il finanziamento può, comunque, essere ammesso a contributo in
misura non superiore a lire 30 miliardi;
b) realizzazione del progetto entro due anni dall’ammissione ai benefìci.
Sono altresì ammesse le spese sostenute nei due anni antecedenti la data di
presentazione della domanda.
2. Con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, sono comunicati il
termine finale, non inferiore a novanta giorni, di presentazione delle domande,
l’ammontare delle risorse disponibili, i requisiti dell’impresa proponente e
dell’iniziativa in base ai quali è effettuata la valutazione ai fini della
concessione del contributo.
3. I requisiti dell’iniziativa, di cui al comma 1, attengono alla tipologia
del programma, al fine perseguito dallo stesso, alla coerenza degli strumenti
con il perseguimento degli obiettivi previsti. La validità tecnica, economica e
finanziaria dell’iniziativa è valutata con particolare riferimento alla
congruità delle spese previste, alla redditività, alle prospettive di mercato
e agli obiettivi di sviluppo aziendale.
4. L’ammissione al contributo di cui al presente articolo è disposta sulla
base della deliberazione di un Comitato istituito con decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in
vigore del regolamento di cui all’ articolo 5, comma 13. La composizione del
Comitato è effettuata in modo da assicurare la presenza delle amministrazioni
statali interessate, degli editori, delle emittenti radiotelevisive, dei
rivenditori e dei distributori, dei giornalisti e dei lavoratori tipografici. Il
funzionamento del Comitato non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del
bilancio dello Stato. Dalla data di entrata in vigore del decreto di istituzione
del Comitato di cui al presente comma è soppresso il Comitato di cui all’articolo
32 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni.
5. Il contributo di cui al presente articolo è erogato in corrispondenza
delle scadenze delle rate di ammortamento pagate dall’impresa beneficiaria all’istituto
di credito. Dalla prima quota è trattenuto, a titolo di cauzione, un importo
non inferiore al 10 per cento dell’agevolazione concessa, la cui erogazione è
subordinata alla verifica della corrispondenza della spesa al progetto ammesso
al contributo sulla base della documentazione finale della spesa stessa.
6. Ferma la cauzione di cui al comma 5, tenuto conto della tipologia dell’intervento
e su richiesta dell’impresa, può essere effettuata la corresponsione del
contributo in un’unica soluzione, con sconto degli interessi rispetto alla
data delle scadenze di cui al comma 5. È, in ogni caso, consentita l’erogazione,
a titolo di anticipazione, del contributo concesso fino ad un massimo del 50 per
cento del contributo medesimo, sulla base di fideiussione bancaria o polizza
assicurativa di importo non inferiore alla somma da erogare.
Art. 8 (Credito di imposta)
1. Alle imprese produttrici di prodotti editoriali che effettuano entro il 31
dicembre 2004 gli investimenti di cui al comma 2, relativi a strutture situate
nel territorio dello Stato, è riconosciuto, a richiesta, secondo le modalità
previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma
4, un credito di imposta di importo pari al 3 per cento del costo sostenuto, con
riferimento al periodo di imposta in cui l’investimento è effettuato ed in
ciascuno dei quattro periodi di imposta successivi.
2. Gli investimenti per i quali è previsto il credito di imposta di cui al
comma 1 hanno ad oggetto:
a) beni strumentali nuovi, ad esclusione degli immobili, destinati
esclusivamente alla produzione dei seguenti prodotti editoriali in lingua
italiana: giornali, riviste e periodici, libri e simili, nonché prodotti
editoriali multimediali;
b) programmi di ristrutturazione economico-produttiva riguardanti,
congiuntamente o disgiuntamente:
1) l’acquisto, l’installazione, il potenziamento, l’ampliamento e l’ammodernamento
delle attrezzature tecniche, degli impianti di composizione, redazione,
impaginazione, stampa, confezione, magazzinaggio, teletrasmissione verso le
proprie strutture periferiche e degli impianti di alta e bassa frequenza delle
imprese di radiodiffusione nonché il processo di trasformazione delle strutture
produttive verso tecnologie di trasmissione e ricezione digitale;
2) la realizzazione o l’acquisizione di sistemi composti da una o più unità
di lavoro gestite da apparecchiature elettroniche che governino, a mezzo di
programmi, la progressione logica delle fasi del ciclo tecnologico, destinate a
svolgere una o più delle seguenti funzioni legate al ciclo produttivo:
lavorazione, montaggio, manipolazione, controllo, misura e trasporto;
3) la realizzazione o l’acquisizione di sistemi di integrazione di una o più
unità di lavoro composti da robot industriali, o mezzi robotizzati,
gestiti da apparecchiature elettroniche, che governino, a mezzo di programmi, la
progressione logica delle fasi del ciclo tecnologico;
4) la realizzazione o l’acquisizione di unità elettroniche o di sistemi
elettronici per l’elaborazione dei dati destinati al disegno automatico, alla
progettazione, alla produzione della documentazione tecnica, alla gestione delle
operazioni legate al ciclo produttivo, al controllo e al collaudo dei prodotti
lavorati, nonché al sistema gestionale, organizzativo e commerciale;
5) la realizzazione o l’acquisizione di programmi per l’utilizzazione delle
apparecchiature e dei sistemi di cui ai numeri 2), 3) e 4);
6) l’acquisizione di brevetti e licenze funzionali all’esercizio delle
attività produttive, dei sistemi e dei programmi di cui ai numeri 2), 3), 4) e
5).
3. Il credito di imposta, che non concorre alla formazione del reddito
imponibile, può essere fatto valere anche in compensazione ai sensi del decreto
legislativo 9 luglio 1997, n. 241. Il credito di imposta non è
rimborsabile ma non limita il diritto al rimborso di imposte ad altro titolo
spettante; l’eventuale eccedenza è riportabile fino al quarto periodo di
imposta successivo.
4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro 90
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adottato ai sensi
dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su
proposta del Ministro delle finanze, sentito il Ministro dell’industria, del
commercio e dell’artigianato, sono determinate le modalità di attuazione del
credito di imposta, e sono stabilite le procedure di monitoraggio e di controllo
rivolte a verificare l’attendibilità e la trasparenza dei programmi degli
investimenti di cui al comma 2, nonché specifiche cause di revoca totale o
parziale dei benefìci e di applicazione delle sanzioni.
Art. 9 (Fondo per la promozione del libro e dei prodotti
editoriali di elevato valore culturale)
1. È istituito presso il Ministero per i beni e le attività culturali un
fondo finalizzato alla assegnazione di contributi, con riferimento ai contratti
di mutuo stipulati per lo sviluppo dell’attività di produzione, distribuzione
e vendita del libro e dei prodotti editoriali di elevato valore culturale,
nonché per la loro diffusione all’estero.
2. Possono accedere al fondo di cui al comma 1
a) gli editori che intendono realizzare e commercializzare prodotti
editoriali di elevato valore culturale e scientifico;
b) i soggetti che presentano piani di esportazione e commercializzazione di
prodotti editoriali italiani all’estero.
3. Il funzionamento del fondo di cui al comma 1, nonché i criteri e le
modalità di accesso e di assegnazione dei contributi, sono disciplinati con
regolamento, emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto
1988, n. 400, dal Ministro per i beni e le attività culturali d’intesa
con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con
il Ministro degli affari esteri per gli aspetti attinenti alla diffusione all’estero
dei prodotti editoriali italiani.
4. Ai fini indicati al comma 1, il Ministero per i beni e le attività
culturali conferisce alle regioni e alle province autonome di Trento e di
Bolzano parte delle risorse del fondo istituito ai sensi del medesimo comma:
a) per l’apertura di librerie nei comuni o nelle circoscrizioni comunali
che ne sono privi, e nei quali il servizio di vendita al pubblico è inadeguato,
in relazione alla popolazione residente;
b) nei casi diversi da quelli indicati alla lettera a), per la
ristrutturazione di librerie o per l’apertura di nuove librerie,
caratterizzate da innovazione tecnologica o dalla specializzazione delle opere
editoriali commercializzate o da formule commerciali innovative.
5. I criteri per la individuazione e la ripartizione alle regioni e alle
province autonome di Trento e di Bolzano delle risorse indicate al comma 4 sono
stabiliti con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentita
la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28
agosto 1997, n. 281.
6. Per le finalità di cui al presente articolo, è autorizzata, a decorrere
dall’anno 2003, la spesa annua massima di lire 2000 milioni. Al relativo onere
si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai
fini del bilancio triennale 2001-2003, nell’ambito dell’unità previsionale
di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del
Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, allo scopo
parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero per i beni e
le attività culturali.
Art. 10 (Messaggi pubblicitari di promozione del libro e
della lettura)
1. I messaggi pubblicitari facenti parte di iniziative, promosse da
istituzioni, enti, associazioni di categoria, volte a sensibilizzare l’opinione
pubblica nei confronti del libro e della lettura, trasmessi gratuitamente o a
condizioni di favore da emittenti televisive e radiofoniche pubbliche e private,
non sono considerati ai fini del calcolo dei limiti massimi di cui all’articolo
8 della legge 6 agosto 1990, n. 223, e successive modificazioni.
Art. 11 (Disciplina del prezzo dei libri)
1. Il prezzo al consumatore finale dei libri venduti sul territorio nazionale
è liberamente fissato dall’editore o dall’importatore ed è da questi
apposto, comprensivo di imposta sul valore aggiunto, su ciascun esemplare o su
apposito allegato.
2. È consentita la vendita ai consumatori finali dei libri, da chiunque e
con qualsiasi modalità effettuata, ad un prezzo effettivo diminuito da una
percentuale non superiore al 10 per cento di quello fissato ai sensi del comma
1.
3. I commi 1 e 2 non si applicano per i seguenti prodotti:
a) libri per bibliofili, intesi come quelli pubblicati a tiratura limitata per
un ambito ristretto e di elevata qualità formale e tipografica;
b) libri d’arte, intesi come quelli stampati, anche parzialmente, con
metodi artigianali per la riproduzione delle opere artistiche, quelli con
illustrazioni eseguite direttamente a mano e quelli che sono rilegati in forma
artigianale;
c) libri antichi e di edizioni esaurite;
d) libri usati;
e) libri posti fuori catalogo dall’editore;
f) libri venduti su prenotazione del lettore precedente la pubblicazione;
g) libri pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi
almeno sei mesi dall’ultimo acquisto effettuato dalla libreria o da altro
venditore al dettaglio;
h) edizioni speciali destinate esclusivamente ad essere cedute nell’ambito
di rapporti associativi;
i) libri venduti nell’ambito di attività di commercio elettronico.
4. Salva l’applicazione dell’articolo 15 del decreto legislativo 31 marzo
1998, n. 114, i libri possono essere venduti ad un prezzo effettivo che
può oscillare tra l’80 e il 100 per cento:
a) in occasione di manifestazioni di particolare rilevanza
internazionale, nazionale, regionale e locale, ai sensi degli articoli 40 e 41
del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
b) in favore di biblioteche, archivi e musei pubblici, organizzazioni non
lucrative di utilità sociale, centri di formazione legalmente riconosciuti,
istituzioni o centri con finalità scientifiche, o di ricerca, istituzioni
scolastiche di ogni ordine e grado, educative ed università, i quali siano
consumatori finali;
c) quando sono venduti per corrispondenza.
5. Il prezzo complessivo di collane, collezioni complete, grandi opere,
fissato ai sensi del comma 1 in via preventiva, può essere diverso dalla somma
dei prezzi dei singoli volumi che le compongono.
6. Salva l’applicazione dell’articolo 153 del decreto legislativo 16
aprile 1994, n. 297, e dell’articolo 27, comma 3, della legge 23 dicembre
1998, n. 448, per i libri di testo scolastici la riduzione massima di cui
al comma 2 non può superare il 5 per cento.
7. La vendita di libri al consumatore finale, effettuata in difformità dalle
disposizioni del presente articolo, comporta l’applicazione delle sanzioni di
cui agli articoli 22, comma 3, e 29, commi 2 e 3, del decreto legislativo 31
marzo 1998, n. 114.
8. Il comune vigila sul rispetto delle disposizioni del presente articolo e
provvede all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni previste al comma
7; i relativi proventi sono attribuiti al comune nel quale le violazioni hanno
avuto luogo.
9. A decorrere dal secondo anno successivo alla data di entrata in vigore
della presente legge, il Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti
il Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato e l’Autorità
garante della concorrenza e del mercato, nonché la Conferenza unificata di cui
all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, con
proprio decreto può provvedere alla ulteriore individuazione:
a) della misura massima dello sconto di cui ai commi 2, 4 e 6;
b) di ipotesi ulteriori di formulazione dei commi 3 e 4, anche modificando l’elenco
dei prodotti editoriali o delle modalità di vendita per i quali consentire le
deroghe alla disciplina del prezzo fisso.
Capo III
ULTERIORI INTERVENTI A SOSTEGNO DEL SETTORE EDITORIALE
Art. 12 (Trattamento straordinario di integrazione
salariale)
1. All’articolo 35 della legge 5 agosto 1981, n. 416, sono apportate
le seguenti modificazioni:
a) il primo comma è sostituito dal seguente:
«Il trattamento straordinario di integrazione salariale di cui all’articolo
2, quinto comma, della legge 12 agosto 1977, n. 675, e successive
modificazioni, è esteso, con le modalità previste per gli impiegati, ai
giornalisti professionisti, ai pubblicisti e ai praticanti dipendenti da imprese
editrici di giornali quotidiani, di periodici e di agenzie di stampa a
diffusione nazionale, sospesi dal lavoro per le cause indicate nella norma
citata.»;
b) il quarto comma è sostituito dal seguente:
«Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, esperite le procedure
previste dalle leggi vigenti, adotta i provvedimenti di concessione del
trattamento indicato nei commi precedenti per periodi semestrali consecutivi e,
comunque, non superiori complessivamente a ventiquattro mesi. Sono applicabili a
tali periodi le disposizioni di cui agli articoli 3 e 4 della legge 20 maggio
1975, n. 164».
Art. 13 (Risoluzione del rapporto di lavoro)
1. L’articolo 36 della legge 5 agosto 1981, n. 416, è sostituito dal
seguente:
«Art. 36. – (Risoluzione del rapporto di lavoro). – 1. I dipendenti
delle aziende di cui all’articolo 35 per le quali sia stata dichiarata dal
Ministero del lavoro e della previdenza sociale la situazione di crisi
occupazionale, in caso di risoluzione del rapporto di lavoro per dimissioni nel
periodo di godimento del trattamento di integrazione salariale, ovvero per
licenziamento al termine del periodo di integrazione salariale di cui al citato
articolo 35, hanno diritto, in aggiunta alle normali competenze di fine
rapporto, ad una indennità pari all’indennità di mancato preavviso e, per i
giornalisti, ad una indennità pari a quattro mensilità di retribuzione. I
dipendenti di cui al presente comma sono esonerati dall’obbligo del preavviso
in caso di dimissioni».
Art. 14 (Esodo e prepensionamento)
1. L’articolo 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, è sostituito dal
seguente:
«Art. 37. – (Esodo e prepensionamento).
1. Ai lavoratori di cui ai precedenti articoli, con l’esclusione dei
dipendenti delle imprese editrici di giornali periodici, è data facoltà di
optare, entro sessanta giorni dall’ammissione al trattamento di cui all’articolo
35 ovvero, nel periodo di godimento del trattamento medesimo, entro sessanta
giorni dal maturare delle condizioni di anzianità contributiva richiesta, per i
seguenti trattamenti:
a) per i lavoratori poligrafici, limitatamente al numero di unità
ammesse dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale: trattamento di
pensione per coloro che possano far valere nella assicurazione generale
obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti almeno 360
contributi mensili ovvero 1664 contributi settimanali di cui, rispettivamente,
alle tabelle A e B allegate al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile
1968, n. 488, sulla base dell’anzianità contributiva aumentata di un
periodo pari a 3 anni; i periodi di sospensione per i quali è ammesso il
trattamento di cui al citato articolo 35 sono riconosciuti utili d’ufficio
secondo quanto previsto dalla presente lettera; l’anzianità contributiva non
può comunque risultare superiore a 35 anni;
b) per i giornalisti professionisti iscritti all’INPGI, dipendenti dalle
imprese editrici di giornali quotidiani e di agenzie di stampa a diffusione
nazionale, limitatamente al numero di unità ammesso dal Ministero del lavoro e
della previdenza sociale e per i soli casi di ristrutturazione o
riorganizzazione in presenza di crisi aziendale: anticipata liquidazione della
pensione di vecchiaia al cinquantottesimo anno di età, nei casi in cui siano
stati maturati almeno diciotto anni di anzianità contributiva, con integrazione
a carico dell’INPGI medesimo del requisito contributivo previsto dal secondo
comma dell’articolo 4 del regolamento adottato dall’INPGI e approvato con
decreto interministeriale 24 luglio 1995, di cui è data comunicazione nella Gazzetta
Ufficiale n. 234 del 6 ottobre 1995.
2. L’integrazione contributiva a carico dell’INPGI di cui alla lettera b)
del comma 1 non può essere superiore a cinque anni. Per i giornalisti che
abbiano compiuto i sessanta anni di età, l’anzianità contributiva è
maggiorata di un periodo non superiore alla differenza fra i sessantacinque anni
di età e l’età anagrafica raggiunta, ferma restando la non superabilità del
tetto massimo di 360 contributi mensili. Non sono ammessi a fruire dei benefìci
i giornalisti che risultino già titolari di pensione a carico dell’assicurazione
generale obbligatoria o di forme sostitutive, esonerative o esclusive della
medesima. I contributi assicurativi riferiti a periodi lavorativi successivi all’anticipata
liquidazione della pensione di vecchiaia sono riassorbiti dall’INPGI fino alla
concorrenza della maggiorazione contributiva riconosciuta al giornalista.
3. La Cassa per l’integrazione dei guadagni degli operai dell’industria
corrisponde alla gestione pensionistica una somma pari all’importo risultante
dall’applicazione dell’aliquota contributiva in vigore per la gestione
medesima sull’importo che si ottiene moltiplicando per i mesi di anticipazione
della pensione l’ultima retribuzione percepita da ogni lavoratore interessato
rapportati al mese. I contributi versati dalla Cassa integrazione guadagni sono
iscritti per due terzi nella contabilità separata relativa agli interventi
straordinari e per il rimanente terzo a quella relativa agli interventi
ordinari.
4. Agli effetti del cumulo del trattamento di pensione di cui al presente
articolo con la retribuzione si applicano le norme relative alla pensione di
anzianità.
5. Il trattamento di pensione di cui al presente articolo non è
compatibile con le prestazioni a carico dell’assicurazione contro la
disoccupazione».
2. La normativa prevista dai commi primo, lettera a), e secondo, dell’articolo
37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, nel testo in vigore antecedentemente
alle modifiche apportate dal comma 1 del presente articolo, continua a trovare
applicazione nei confronti dei poligrafici dipendenti da aziende individuate dal
medesimo articolo 37, che abbiano stipulato e trasmesso ai competenti uffici del
Ministero del lavoro e della previdenza sociale, antecedentemente alla data di
entrata in vigore della presente legge, accordi sindacali relativi al
riconoscimento delle causali di intervento di cui all’articolo 35 della
medesima legge n. 416 del 1981.
Art. 15 (Fondo per la mobilità e la riqualificazione
professionale dei giornalisti)
1. È istituito, per la durata di cinque anni a decorrere dalla data di
entrata in vigore della presente legge, il Fondo per la mobilità e la
riqualificazione professionale dei giornalisti. Salva l’attuazione della
riforma di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e al decreto
legislativo 30 luglio 1999, n. 303, il predetto Fondo è istituito presso
la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per l’informazione e l’editoria.
2. Il Fondo di cui al comma 1 è destinato ad effettuare interventi di
sostegno a favore dei giornalisti professionisti dipendenti da imprese editrici
di giornali quotidiani, da imprese editrici di periodici, nonché da agenzie di
stampa a diffusione nazionale, i quali presentino le dimissioni dal rapporto di
lavoro a seguito dello stato di crisi delle imprese di appartenenza.
3. I giornalisti beneficiari degli interventi di sostegno di cui al comma 2
devono possedere, al momento delle dimissioni, una anzianità aziendale di
servizio di almeno cinque anni.
4. Gli interventi di sostegno di cui al presente articolo sono concessi,
anche cumulativamente, per:
a) progetti individuali dei giornalisti che intendano riqualificare la
propria preparazione professionale per indirizzarsi all’attività informativa
nel settore dei nuovi mass media. Il finanziamento per ogni progetto è
contenuto nei limiti di lire 20 milioni;
b) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, diretti
a favorire l’esodo volontario dei giornalisti dipendenti collocati in cassa
integrazione guadagni straordinaria, ovvero in possesso dei requisiti per
accedere al prepensionamento ai sensi dell’articolo 37 della legge 5 agosto
1981, n. 416, come sostituito dall’articolo 14 della presente legge. È
erogata a ciascun giornalista una indennità pari a diciotto mensilità del
trattamento tabellare minimo della categoria di appartenenza;
c) progetti, concordati dalle imprese con il sindacato di categoria, per
il collocamento all’esterno, anche al di fuori del settore dell’informazione,
dei giornalisti dipendenti. L’intervento di sostegno è contenuto nei limiti
del 50 per cento del costo certificato del progetto. È erogata altresì a
ciascun giornalista che accetti le nuove occasioni di lavoro proposte nell’ambito
del progetto, una indennità pari a dodici mensilità del trattamento tabellare
minimo della categoria di appartenenza.
5. Per le finalità di cui al presente articolo, a decorrere dall’anno 2001
e fino all’anno 2005, è autorizzata la spesa massima di lire 8,5 miliardi
annue.
Capo IV
SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA
Art. 16 (Semplificazioni)
1. I soggetti tenuti all’iscrizione al registro degli operatori di
comunicazione, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, lettera a), numero
5), della legge 31 luglio 1997, n. 249, sono esentati dall’osservanza
degli obblighi previsti dall’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948,
n. 47. L’iscrizione è condizione per l’inizio delle pubblicazioni.
Capo V
DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
Art. 17 (Copertura finanziaria)
1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in
lire 32,7 miliardi per l’anno 2001, in lire 62,1 miliardi per l’anno 2002 e
in lire 89,5 miliardi per l’anno 2003, si provvede, quanto a lire 23,2
miliardi per l’anno 2001, lire 41,6 miliardi per l’anno 2002 e lire 36
miliardi per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione
di spesa di cui alla legge 14 agosto 1991, n. 278, e quanto a lire 9,5
miliardi per l’anno 2001, lire 20,5 miliardi per l’anno 2002 e lire 53,5
miliardi per l’anno 2003, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento
iscritto, ai fini del bilancio triennale 2001-2003, nell’ambito dell’unità
previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di
previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e programmazione economica per
l’anno 2001, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo
al Ministero medesimo. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 18 (Modifica all’articolo 3 della legge 7 agosto
1990, n. 250)
1. Il comma 2 dell’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, è
sostituito dai seguenti:
«2. A decorrere dal 1º gennaio 2002, i contributi di cui al comma 8 e al comma
11 del presente articolo, il cui ammontare non può comunque superare il 50 per
cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio
dell’impresa stessa, sono concessi, limitatamente ad una sola testata, alle
imprese editrici di giornali quotidiani che, con esclusione di quanto previsto
dalle lettere a) e b) per le cooperative editrici costituite ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 153, comma 4, della legge 23 dicembre
2000, n. 388, possiedano i seguenti requisiti:
a) siano costituite come cooperative giornalistiche da almeno tre anni;
b) editino la testata stessa da almeno tre anni;
c) abbiano acquisito, nell’anno precedente a quello di riferimento dei
contributi, entrate pubblicitarie che non superino il 30 per cento dei costi
complessivi dell’impresa risultanti dal bilancio dell’anno medesimo;
d) abbiano adottato con norma statutaria il divieto di distribuzione
degli utili nell’esercizio di riscossione dei contributi e nei dieci esercizi
successivi;
e) la testata edita abbia diffusione formalmente certificata pari ad
almeno il 25 per cento della tiratura complessiva per le testate nazionali e ad
almeno il 40 per cento per quelle locali. Ai fini del presente articolo, si
intende per diffusione l’insieme delle vendite e degli abbonamenti e per
testata locale quella cui almeno l’80 per cento della diffusione complessiva
è concentrata in una sola regione;
f) le testate nazionali che usufruiscono di contributi di cui al presente
articolo non siano poste in vendita congiuntamente con altre testate;
g) abbiano sottoposto l’intero bilancio di esercizio cui si riferiscono
i contributi alla certificazione di una società di revisione scelta tra quelle
di cui all’elenco apposito previsto dalla CONSOB;
h) la testata edita sia posta in vendita a un prezzo non inferiore alla
media dal prezzo base degli altri quotidiani, senza inserti e supplementi, di
cui viene accertata la tiratura, prendendo a riferimento il primo giorno di
pubblicazione dall’anno di riferimento dei contributi.
2-bis. I contributi previsti dalla presente legge e in misura, comunque,
non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti,
risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi anche alle imprese
editrici di giornali quotidiani la cui maggioranza del capitale sia detenuta da
cooperative, fondazioni o enti morali non aventi scopo di lucro che possiedano i
requisiti di cui alle lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2
del presente articolo.
2-ter. I contributi previsti dalla presente legge e in misura, comunque,
non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti,
risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi alle imprese
editrici, comunque costituite, che editino giornali quotidiani in lingua
francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome Valle d’Aosta,
Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, a condizione che le imprese
beneficiarie non editino altri giornali quotidiani e possiedano i requisiti di
cui alle lettere b), c), d), e), f) e g) del comma 2 del presente
articolo. Gli stessi contributi e in misura, comunque, non superiore al 50 per
cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio
dell’impresa stessa, sono concessi ai giornali quotidiani italiani editi e
diffusi all’estero a condizione che le imprese editrici beneficiarie
possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d) e g) del
comma 2 del presente articolo. Tali imprese devono allegare alla domanda i
bilanci corredati da una relazione di certificazione da parte di società
abilitate secondo la normativa dello Stato in cui ha sede l’impresa.
2-quater. Le norme previste dal presente articolo per i quotidiani per
quanto attiene ai requisiti e ai contributi si applicano anche ai periodici
editi da cooperative giornalistiche ivi comprese quelle di cui all’articolo 52
della legge 5 agosto 1981, n. 416».
Art. 19 (Interventi a sostegno della lettura nelle
scuole)
1. All’articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 17 maggio 1999,
n. 153, dopo la lettera e), è aggiunta la seguente:
«e-bis) acquisto, secondo parametri fissati dall’Autorità di
vigilanza, su richiesta delle singole istituzioni scolastiche, di prodotti
editoriali da devolvere agli istituti scolastici pubblici e privati nell’ambito
del territorio nel quale opera la fondazione con il vincolo che tali istituti
utilizzino i medesimi prodotti editoriali per attuare azioni a sostegno della
lettura tra gli studenti e favorire la diffusione della lettura dei giornali
quotidiani nelle scuole».
Art. 20 (Disposizione finale)
1. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano, in quanto
compatibili, le disposizioni di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250, e
successive modificazioni. In particolare si applicano l’ultimo periodo del
comma 2, nel testo in vigore antecedentemente alle modifiche apportate dall’articolo
18 della presente legge, e i commi 6, 13 e 14 dell’articolo 3 della medesima
legge.
Art. 21 (Disposizione transitoria e abrogazioni)
1. Sono abrogati gli articoli 9 e 54 della legge 5 agosto 1981, n. 416,
nelle parti in cui dispongono rispettivamente l’obbligo del Dipartimento per l’informazione
e l’editoria – Ufficio per l’editoria e la stampa di comunicare all’Autorità
per le garanzie nelle comunicazioni le tirature dei giornali quotidiani e l’espressione
di un parere su tali tirature da parte della commissione tecnica consultiva di
cui allo stesso articolo 54. Detta commissione continua ad esprimere pareri sull’accertamento
della diffusione e dei requisiti di ammissione ai contributi previsti dall’articolo
3 della legge 7 agosto 1990, n. 250.
2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge sono
abrogati gli articoli 29, 30, 31 e 33 della legge n. 416 del 1981, fatto
salvo quanto disposto dall’ultimo periodo del comma 2 dell’articolo 5 della
presente legge.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge
dello Stato.
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