La filiera del
libro e della carta contro il decreto Profumo (3 aprile
2013)
L’Associazione italiana editori (AIE), la Federazione
della Filiera della Carta e della Grafica,
l’Associazione librai italiani (ALI), l’Associazione
nazionale agenti rappresentanti e promotori editoriali (ANARPE),
componenti tutti della filiera del libro, mentre
ribadiscono la volontà, già ampiamente dimostrata, di
favorire l’innovazione tecnologica nell’ambito
scolastico, riaffermano congiuntamente la loro totale
contrarietà al decreto ministeriale dedicato alle scelte
dei libri scolastici, firmato nei giorni scorsi
dall’uscente ministro dell’istruzione, Francesco
Profumo.
Il decreto, secondo i componenti della filiera, oltre a
non tenere conto delle indicazioni del Parlamento, volte
ad assicurare equilibrio, misura e gradualità, e a non
limitare l’autonomia delle scuole e il principio
costituzionale della libertà di insegnamento, non
considera in alcun modo l’insufficienza infrastrutturale
delle scuole (banda larga, Wi-Fi, dotazioni tecnologiche,
…).
Inoltre, le disposizioni firmate da Profumo non prevedono
(come succede normalmente negli altri paesi che
analogamente affrontano il tema della digitalizzazione
nelle scuole) investimenti pubblici. Al contrario,
riversano sulle imprese e sulle famiglie l’onere per
l’innovazione scolastica, prevedendo, addirittura, che
queste ultime versino alle scuole quanto eventualmente
risparmiato o lo destinino per l’acquisto di tablet o pc.
Infine, sollecitando genitori e alunni ad acquistare
prodotti di aziende straniere, non europee, a danno di
imprese italiane, il decreto rischia seriamente, in un
contesto generale di profonda crisi economica, di mettere
ulteriormente in difficoltà le aziende e gli occupati
dell’intera filiera del libro e della carta, già
pesantemente condizionata da restrittive norme specifiche,
senza peraltro assicurare alcun vantaggio in termini di
risultati didattici attesi e, soprattutto, di tutela dei
bilanci familiari certamente sottoposti a nuovi e maggiori
costi derivanti da un non avveduto e graduale passaggio al
digitale.
La filiera del libro e della carta, al contrario,
riafferma il valore pedagogico e la centralità del libro
a stampa, che dovrebbe quindi rimanere irrinunciabile. A
oggi infatti non è dimostrato da nessuna parte che
l’impatto sempre più pervasivo degli strumenti
elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute,
senza contare che la memorizzazione e la comprensione sono
meno sollecitati dai supporti elettronici.
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