Leggo nell'articolo di Manlio Cammarata Fare
i libri elettronici è un mestiere nuovo.
Anzi antico che "anche per il libro
è incominciato il percorso della
dematerializzazione" e che "ha
già ha forme diverse e mutevoli, perché
diversi e mutevoli sono i supporti che
servono a leggerlo".
Altrove leggo continuamente che l'iPad -
tablet o status symbol? - sarebbe l'ideale
per leggere libri. È un'affermazione molto
discutibile. Il tablet non ha cambiato il
mondo. Non è, a differenza degli smartphone,
uno strumento del quale si riesce
difficilmente a fare a meno. E, con buona
pace di chi preconizzava la morte del PC
portatile, l'uso più frequente del tablet
è leggere posta e vedere film.
Deve essersene accorta anche Apple, che
pure reclamizza l'iPad come adatto alla
lettura degli ebook. Ma l'iPad non ha avuto
lo stesso successo dell'iPhone e molti
utenti sono ben felici di usare apparati
Android per fare, sostanzialmente le stesse
identiche cose che farebbero con un oggetto
che costa (inutilmente) molto di più.
La diffusione dei tablet non ha
sensibilmente intaccato il successo di
Kindle e per un motivo molto semplice e
preciso: Kindle non è un (inefficace)
strumento multiuso, è una macchina per
leggere. Fa solo quello, e lo fa bene,
meglio di qualsiasi tablet o smartphone.
Dunque, è concettualmente sbagliato,
come pure ogni tanto si legge qui e là,
paragonare l'ebook reader a un tablet. E'
vero, anche sui tablet si leggono i libri,
ma come per le altre cose, si tratta di
funzionalità parziali o scomode.
Per fare il PC ci vuole il PC, e per
leggere i libri liquidi ci vuole l'ebook
reader. Spazio per gli ibridi ce n'è sempre
di meno, allo stato attuale della
tecnologia.
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