Un vero, pratico lettore
di e-book costa 99 dollari o euro e funziona benissimo per
leggere i libri. Un iCoso costa centinaia di dollari o euro e
non va altrettanto bene per la stessa funzione. Ma Apple è
Apple...
La buonanima di Steve Jobs colpisce ancora. E produce
l'ennesimo danno al mondo delle tecnologie (vedi L’informatica
non era Jobs e non sarà la Apple di Andrea Monti e
L'ultimo capolavoro mediatico di Steve
Jobs). La nuova trovata si chiama - se ho capito
bene - iBooks Author 2. E' un editor per
e-book da distribuire solo
attraverso l'Apple Store.E' basato su una versione proprietaria del formato
ePub, che all'origine è aperto e disponibile gratis per
tutti. Nella versione Apple è software blindato sia dalla
parte della produzione sia da quella dell'utente, perché
funziona solo sulla piattaforma Apple. Al contrario del formato
MOBI del Kindle di Amazon, che può essere prodotto e letto
praticamente su qualsiasi piattaforma, grazie a una serie
di applicazioni gratuite. L'unico, e non trascurabile
limite, è che non viene letto dalla maggior parte dei
reader ePub.
Il nuovo prodotto della Mela si pone nella fascia
"snob" del mercato, quella in cui i dispositivi
sono più costosi status symbol che strumenti funzionali.
Non a caso Apple pone a 14.99 $ il tetto di prezzo
per gli iBook, mentre Amazon lo indica a 9,99 $: ma il costo di produzione di un e-book è lo stesso,
su qualsiasi piattaforma.
Un libro è, prima di tutto, il suo contenuto e la sua
forma editoriale. Deve poter essere prodotto e letto nel
modo più efficace e al costo più basso possibile.
Altrimenti smette di essere un prodotto culturale e
diventa l'ennesimo gadget di un mondo che ne è
troppo pieno.
Author è l'ennesimo sgambetto che la casa di
Cupertino fa a un mercato che non si decide a maturare. Un
mercato i cui protagonisti investono cifre pazzesche nelle
contese legali per la protezione di brevetti discutibili
(per la dubbia originalità dell'invenzione), su prodotti
che potrebbero costare meno. Invece di allargare i propri
confini con sistemi più appetibili, cercano di restringere
il mercato dei concorrenti rivolgendosi ai giudici.
La forza di mercato di Apple è tale che con ogni
probabilità il nuovo "ambiente editoriale"
avrà successo. Ora per il mercato di libri elettronici si
apre la prospettiva di dividersi in tre aree concorrenti:
Kindle, ePub standard e Apple. Per editori e
autori-editori questo significa dover produrre libri in un
terzo formato, dopo ePub e MOBI. Agli utenti Apple è
preclusa la lettura di "iLibri" su dispositivi
non-Apple. Cosa piuttosto fastidiosa, perché solo sui
veri e-book reader (quelli con schermo e-paper)
l'esperienza di lettura è molto simile a quella sui libri
di carta.
Apple non ha un vero e-book reader e probabilmente non
ha alcun interesse a produrlo in questo momento: non si
vede perché dovrebbe offrire un dispositivo a basso costo
quando il mondo è pieno di gente che si mette in
fila di notte e si scanna per comprare un oggetto
iNutilmente caro.
Però il mercato degli e-book è grande, i margini di
guadagno sono alti. Apple ne approfitta a modo suo.
Insomma, il mondo della tecnologia applicata continua a
svilupparsi secondo la logica dei walled garden,
dei formati proprietari, dei monopoli. Che alla lunga non
potranno che rallentarne la crescita, anche perché
comporta prezzi più alti per gli utenti finali. In anni
di crisi economica.
|