Il calo dell'8,4 per
cento delle vendite in un anno è una catastrofe per il
mercato editoriale. Ma non è solo una conseguenza della
crisi, perché il numero dei lettori cresce. Probabilmente
anche per merito degli ebook.
Due notizie per incominciare. Della prima non ho trovato la fonte e quindi ve la
passo al condizionale: nelle ultime settimane, in Italia,
Dan Brown avrebbe venduto più ebook che libri di carta.
E' un dato clamoroso, che potrebbe costringere gli addetti
ai lavori - me compreso - a rivedere le previsioni sullo
sviluppo del libro in formato elettronico nel nostro
Paese.
Invece la seconda notizia ha una fonte certa e autorevole:
l'Associazione italiana degli editori (AIE) afferma che
gli ebook sono l'unico settore in crescita in un mercato
editoriale in piena crisi.
Crisi profonda. Il rapporto annuale sull'editoria in
Italia, che l'AIE ha presentato la settimana scorsa alla
Buchmesse di Francoforte, presenta dati da far drizzare i
capelli: nel 2012 il mercato del libro in Italia ha perso
l'8,4 per cento. Nel 2013 la tendenza non cambia: secondo
dati Nielsen nei primi otto mesi il calo è del 5,4% nei
canali trade (quelli rivolti al pubblico: librerie,
online, grande distribuzione organizzata), rispetto allo
stesso periodo del 2012. Nei confronti del 2011 siamo a
meno 13,6 per cento.
Ma nella sintesi del rapporto ci sono anche
dati confortanti. Eccoli.
«Segno più per la lettura in Italia. Cresce
quella di ebook – La lettura cresce (di poco)
in Italia, anche se riguarda appena il 46% della
popolazione, in altre parole oltre 26milioni di italiani
con più di 6 anni. Il 30% del mercato è costituito da
medi e forti lettori (che leggono più di 7 libri
all’anno), che da soli generano tra il 39% e il 43% dei
volumi di vendita di libri italiani. Nuove speranze
vengono però dai libri digitali. Nel 2012 la lettura di
ebook ha riguardato infatti il 3% della popolazione (con
più di 14 anni): complessivamente 1,6milioni di italiani.
Dove si compra il libro nel 2012? Sempre
meno in libreria, sempre più online – I canali
di vendita subiscono una non meno importante
trasformazione. Innanzitutto nella quota di mercato che
ricoprono: si assiste infatti a una perdita di quota della
libreria fisica (solo varia, escluso scolastico di
adozione) che passa dal 79% del 2008 all’attuale 73%.
Cresce invece la quota dei canali on line per la vendita
di libri fisici: valevano il 3% nel 2008, arrivano oggi
all’11% che salirebbe fino al 13% se considerassimo
anche l’ebook. Ci si avvicina così alla Grande
distribuzione organizzata, che si conferma al 16%.
E-book e digitale: raddoppia il mercato dei
libri digitali – Si stima (anche se i player
internazionali [leggi: Amazon, n.d.r.] non conferiscono i loro dati di vendita)
che il mercato e-book nel 2012 abbia raggiunto una quota
di mercato (trade) compresa tra l’1,8% e il 2%: valori
in assoluto ancora modesti, anche se in prevedibile
crescita. Complessivamente il mercato digitale (ebook +
banche dati) ha mostrato un andamento positivo nel 2012,
che non compensa comunque le pesanti flessioni del mercato
“fisico”: escludendo i prodotti ibridi (carta +
cd-rom/Dvd rom) ha raggiunto infatti una quota di mercato
del 6,4% (con una crescita in 3 anni del 44,3%)».
Sono dati che vanno presi cum grano salis,
soprattutto perché il maggior distributore di ebook,
Amazon, non comunica i suoi numeri. Quindi sono possibili
solo stime, probabilmente approssimate per difetto. Ma,
nello stesso tempo, indicano un quadro generale in forte
cambiamento. Cerchiamo di capire, sulla base di questi
pochi dati, i termini della questione.
Da una parte c'è la drammatica contrazione del mercato
tradizionale. In parte è una delle conseguenze della
crisi economica, perché ci sono sempre meno soldi in giro e il libro è un
acquisto non indispensabile. E' normale quindi che le
vendite diminuiscano in misura superiore al calo
complessivo della spesa dei cittadini.
Dall'altra parte c'è la crescita delle nuove
forme del libro. L'avanzata delle vendite on line e della grande distribuzione e, a danno dei negozi tradizionali, si
verificano in tutti i settori. I libri non fanno
eccezione.
La novità è la diffusione dell'ebook: un
fenomeno assolutamente nuovo, che è nato e può vivere
solo on line.
E' probabile che negli ultimi due anni una parte dei
lettori che hanno comperato meno libri di carta sia
passata all'ebook. Lo spostamento dalla carta al digitale
- noto anche con il brutto termine
"dematerializzazione" - è una tendenza in
atto da anni, nelle aziende, nella pubblica
amministrazione, nell'informazione. Perché non dovrebbe
essere così anche per il libro?
Ma se le cose stanno in questi termini, l'ormai
stucchevole discussione sul "futuro del libro" e
sull'odore (?) della carta è priva di senso. Il libro del
futuro non può che essere elettronico, anche in forme che
oggi possiamo solo ipotizzare. Dunque dovremmo volgere la
nostra attenzione più sulle strategie editoriali per il
digitale che sulla conservazione dell'analogico.
Dobbiamo pensare a una nuova filiera del libro. Nuova
anche perché c'è un fattore ancora tutto da capire: il
self-publishing. Dilaga una marea di auto-editori che non
può non cambiare i criteri di selezione degli editori
"veri".
Intanto possiamo solo aspettare che nuovi dati, nuove
statistiche, ci dicano "come" si evolve il mondo
dell'editoria, oltre che sciorinare numeri inevitabilmente
negativi su un presente che è ormai "quasi
passato".
Nota di chiusura: il rapporto dell'AIE da quest'anno si
vende solo come ebook. Solo in formato ePub e solo su
alcuni negozi on line. Significa qualcosa?
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