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Dalla carta al digitale: quando un libro diventa e-book

"Il grafico impaginò la propria lapide e spirò"

In primo piano - 14 marzo 2011
Dal libro di carta al libro "liquido": l'ebook non può essere impaginato secondo i criteri tradizionali. La resa è scadente, anche a causa di dispositivi di lettura con schermi troppo piccoli e di hardware e software ancora rudimentali.

La citazione che ho preso come titolo di questa pagina viene da un libro di tanti anni fa, La moglie che ha sbagliato cugino di Umberto Domina (1922-2006, geniale pubblicitario e umorista). Mi è tornata alla mente molte volte nelle ultime settimane, durante i faticosi tentativi di realizzare la versione de L'anomalia in formato e-book.

Non è facile riportare su una pagina grigiastra di 9x12 centimetri la struttura di un libro pieno di note e citazioni, con l'aggiunta di una smisurata tabella cronologica. Non è facile soprattutto perché ogni dispositivo di lettura interpreta il contenuto a modo suo, anche se il formato è l'ormai standard ".epub". E le cose si complicano ancora quando si cerca di compilare il libro nel formato ".mobi" del Kindle di Amazon: l'impaginazione la decide il software, nonostante i ripetiti, frustranti tentativi di dare un aspetto decente a titoli, sottotitoli, citazioni, note e collegamenti ipertestuali.

Tutto questo anche perché i software attualmente disponibili per la conversione dei formati sono ancora poco evoluti, per non dire rudimentali. Aggirare gli automatismi con interventi "manuali" richiede più tempo che scrivere il libro. Insomma, l'impaginazione al tempo dell'e-book non è più quella di una volta, signora mia. L’arte di impaginare non abita più qui

L’impaginazione è una tecnica antica, che a volte raggiunge le vette dell’arte. Passata dagli antichi amanuensi ai tipografi, e dai tipografi ai graphic designer, è un momento fondamentale nella produzione di qualsiasi stampato. La corretta impaginazione è necessaria in un libro, in un manifesto, anche un semplice volantino, sia per suggerire al lettore il “tono” dell’opera sia per facilitare la lettura e la comprensione dello scritto.

L’architettura della pagina e l’apparenza del contenuto sono gli elementi fondamentali dell’impaginazione. L’altezza e la “giustezza” (cioè la larghezza) del blocco di testo, la scelta del tipo e della dimensione del carattere, l'interlinea sono grandezze correlate tra loro ed essenziali per la leggibilità. La dimensione e la posizione delle immagini, quando ci sono, rivestono la stessa importanza. Come l’estensione e la distribuzione degli spazi bianchi.

Tutto questo scompare nel libro elettronico. Il contenuto in partenza è “liquido” e assume automaticamente la forma del contenitore, secondo criteri che appaiono casuali, perché dettati da ingegneri che hanno il solo compito di mettere insieme hardware e software per rendere il contenitore stesso più accattivante possibile e facilitarne la vendita. Ogni e-book reader presenta lo stesso contenuto in forma diversa. Le relazioni tra le dimensioni dei titoli e del corpo del testo non comunicano immediatamente l’ordine gerarchico e la sequenza degli argomenti. L’impaginatore che volesse adattare l’aspetto del libro a ognuno dei dispositivi dei più diffusi dovrebbe realizzarne molte versioni. Con l’aggravante che i software oggi disponibili spesso danno risultati imprevisti e impongono ripetuti aggiustamenti.

Si deve tener conto soprattutto delle limitate dimensioni della pagina. La superficie di lettura dei reader più diffusi, quelli da 6", è pari a circa 9x12 centimetri. Un po' meno di quella di un tascabile Sellerio con le avventure del commissario Montalbano. Troppo piccola. Ma gli e-book reader di formato maggiore sono pochi e costosi: l'impaginazione deve essere adattata per forza alla dimensione più comune.

Il libro digitale è un'innovazione utile. L'e-book reader, nel formato più diffuso con schermo da 5 o 6 pollici, ha dimensioni tascabili e pesa pochissimo. La tecnologia della "carta elettronica" (e-paper) lo rende leggibile nelle stesse condizioni in cui si può leggere un libro di carta, cioè alla luce, anche forte, quando gli schermi a cristalli liquidi dei personal e dei tablet sono inservibili. E quando la luce ambiente è scarsa, basta accendere una lampadina.

Ancora, nell'ingombro equivalente a quello di un volumetto tascabile si può stipare un numero incredibile di libri, anche migliaia. Con in più la comodità di trovare in un batter d'occhio quello che serve, invece che perdere tempo a frugare in polverosi scaffali.

Alla fine della storia, detto tutto il bene possibile dei libri digitali, ritorno con gioia ai miei vecchi tomi di carta. Tanti, mai troppi. Ingombranti fino a diventare invadenti. Ma pieni di una ricchezza comunicativa che il nuovo non ha e che rischia di perdersi.

Tre riproduzioni per capire il problema della conversione di un libro in diversi formati di e-book. Questo è il .pdf originale dello stampato.
Sullo schermo da 6" di un e-book reader il testo risulta troppo piccolo, a causa dei margini bianchi, e non può essere ingrandito.

Questo è il risultato (uno dei tanti, a seconda del software usato per la conversione) della conversione nel formato .epub.
La riduzione al formato della pagina web rende il testo illeggibile, ma sullo schermo da 6" di un e-book reader è nitido.

E così risulta la conversione nel formato .mobi del Kindle, con lo stesso software e lo stesso reader per PC usati per l'esempio precedente.

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