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Riflessioni notturne di un lettore incallito

Amo il profumo della carta. Ma l'e-book...

In primo piano - Daniele Coliva - 27.06.11
La combinazione e-book/e-reader offre delle possibilità impensabili fino a poco tempo fa. E la lettura è pienamente soddisfacente, anche senza i colori e gli elementi di contorno di un tablet.

La notizia del giorno che ricorre periodicamente nelle rubriche che si occupano di tecnologia è il “fenomeno” ebook. Di solito appare quando da oltre oceano arriva la notizia che le vendite di libri in formato elettronico hanno superato quelle nel tradizionale supporto cartaceo.

Il confronto con la situazione italiana è il passaggio successivo, e purtroppo la “provincia dell’impero” non fa una gran bella figura. Il catalogo non è assolutamente paragonabile, qualche migliaio di titoli contro centinaia di migliaia, senza contare quelli di pubblico dominio.
L’impressione immediata che si trae è che gli editori debbano ancora prendere confidenza con un fenomeno che in qualche maniera 

Premetto che ritengo la carta un supporto ancora imprescindibile e insostituibile, a partire – non lo nego – dal suo profumo; tuttavia, la combinazione e-book/e-reader offre delle possibilità impensabili fino a poco tempo fa.
Un e-reader è in grado di contenere non meno di un migliaio di libri, e, ove sia possibile inserire una scheda di espansione, alcune migliaia.

Non è il dato in termini assoluti che rileva, quanto piuttosto il fatto che il dispositivo consente al lettore di avere con sé, in pochi etti e con ingombri minimali, una collezione di testi sufficiente a soddisfare il più vorace dei lettori da ombrellone (o da malga di montagna, per la par condicio).

Già, il tablet: il dispositivo del momento, a partire dall’iPad.
Il paragone è inevitabile: a che serve un e-reader quando c’è l’iPad, o uno Xoom, che tra l’altro fanno molte più cose? La risposta è semplice: per leggere non serve la mail, il browser (anche se il Kindle, ad esempio, ha un browser sperimentale che permette la consultazione di Wikipedia in inglese con la connessione 3G incorporata (e gratuita) e di parecchi siti con quella wifi).

Per leggere occorre un display chiaro, ben contrastato, leggibile alla luce del giorno e che non affatichi gli occhi. Aggiungiamo un paio di settimane di autonomia della batteria e il quadro è completo.
Gli amanti della parola scritta hanno a disposizione uno strumento formidabile per completezza e versatilità, e rappresentano un mercato che, se adeguatamente “coccolato” (mi si passi il termine) potrebbe dare soddisfazioni enormi ad un settore che ne ha bisogno. E non prendo in considerazione il settore professionale, nel quale si stanno compiendo alcuni primi passi, ma che può costituire un altro mercato dalle enormi potenzialità.

Aggiungo un’altra considerazione, per il momento: penso alle edizioni esaurite, fuori catalogo o che gli editori stanno per mandare, o hanno già mandato, al macero. Con costi ridotti ed un magazzino ridotto allo spazio fisico di un server, libri oggi confinati nelle biblioteche o dagli antiquari potrebbero avere una nuova diffusione, per il piacere di molti, la soddisfazione di tanti e il beneficio di tutti, perché più il pensiero si diffonde maggiore è il vantaggio collettivo (e qui il pensiero corre naturalmente all’art. 1, sez. 8 della Costituzione degli Stati Uniti: [The Congress shall have Power] To promote the Progress of Science and useful Arts, by securing for limited Times to Authors and Inventors the exclusive Right to their respective Writings and Discoveries, ma questa è un’altra storia).

Forse è il momento giusto per redigere un indice dei motivi per i quali l’editoria elettronica merita molta più attenzione da parte di autori, editori e anche dello stato (l’ebook sconta l’IVA al 20%), senza commettere gli errori che hanno caratterizzato il settore musicale.

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