Non c'è un software da installare, non si
deve neanche scaricare il libro. Basta un
programma di navigazione per leggere un
ebook archiviato nella nostra
"nuvola" personale. Gli sviluppi
possono essere interessanti.
L'applicazione Kindle Cloud Reader
è stata lanciata in Italia alla fine dello
scorso maggio, senza tanto clamore. Si
presenta come una normale evoluzione del
sistema di Amazon, al centro del quale c'è
la biblioteca personale di ogni utente. Da
questa possiamo scaricare in qualsiasi
momento tutti i libri che abbiamo
acquistato, per leggerli su un reader o un
altro dispositivo su cui sia stato
installato l'apposito software gratuito.
A tre mesi dal lancio, e dopo
un'esperienza incominciata per pura
curiosità, posso dire che il Kindle
Cloud Reader non è solo un prevedibile
progresso tecnologico, ma una svolta
importante nel rapporto tra il libro e chi
lo legge, soprattutto se appartiene alla
categoria dei lettori "forti". E'
facile capire perché.
Fino a ieri le condizioni necessarie per
la lettura di un libro in formato digitale
erano due: la disponibilità
dell'apparecchio, o dell'applicazione, e
l'acquisizione nella memoria del dispositivo
del file che costituisce l'ebook. Insomma,
si doveva "possedere" una copia
del libro, in forma di bit.
Con il Kindle Cloud Reader tutto
questo non è più necessario. Basta
collegarsi alla pagina https://leggi.amazon.it/
e inserire il nome-utente e la password per
entrare nella propria biblioteca personale e
scegliere il libro da leggere. Che arriva in
un attimo, senza l'attesa del tempo di
scaricamento (che in qualche caso, con le
reti cellulari italiane, può essere
snervante).
Naturalmente il libro si sincronizza
sull'ultima pagina che abbiamo letto su un
altro dispositivo.
Ormai conosciamo i vantaggi del libro in
formato digitale: si legge dovunque, non
pesa, non occupa spazio, non si può né
perdere né distruggere (perché ne esiste
sempre da qualche parte una copia digitale).
Si può personalizzare la lettura,
scegliendo il tipo e la dimensione dei
caratteri, l'interlinea e i margini. Si può
passare da un dispositivo all'altro senza
"perdere il segno".
Inoltre, con gli e-reader dell'ultima
generazione, il libro in formato digitale si può leggere in
qualsiasi condizione di luce, in pieno sole
come al buio totale. Tutto questo rende la
lettura dell'ebook meno faticosa di quella
del libro di carta.
Ma, se l'e-reader resta la migliore
"macchina per leggere", con il cloud
si giunge
alla totale "dematerializzazione"
del libro. Non serve l'apposito apparecchio,
non serve il software, non serve la presenza
dell'ebook nel dispositivo. Si compera il
libro (meglio: si acquista il diritto di
leggerlo) e si legge. L'unico requisito è
la disponibilità di un PC o di un Mac o di
un iPad,
perché il sistema non è (ancora?)
disponibile per Android.
L'innovazione apre prospettive
interessanti. Per fare un solo esempio, un
saggio o un testo didattico possono essere
sempre letti sul cloud nell'edizione
più aggiornata, magari
pubblicata pochi minuti prima.
Un altro aspetto da non trascurare: la
lettura dal cloud può risolvere
tutti i problemi di prestito degli ebook da
parte delle biblioteche: il libro si legge
per il tempo stabilito e poi, semplicemente,
non è più accessibile.
Nessuno ci ha ancora pensato?
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