Un nuovo modo di leggere
si affaccia all'orizzonte. Un tablet o un telefonino
"intelligente" e un'app per disporre di una
biblioteca praticamente illimitata, a un prezzo irrisorio.
Ma il caro, vecchio libro di carta non morirà presto.
Quattordici milioni di dollari sono una somma più che
notevole anche in un mercato con le dimensioni finanziarie
degli Stati Uniti. Ed è il finanziamento raccolto da
un'azienda con meno di due anni di vita - una startup,
come è di moda dire - per avviare un'attività che non
esiste, fino a ora.
I casi sono tre: 1) sono pazzi i finanziatori (è
difficile); 2) sono pazzi gli imprenditori (è meno
improbabile); 3) la prospettiva del business è
molto concreta.
Per decidere quale delle tre ipotesi sia più
credibile, si deve sapere che l'azienda in
questione, che si chiama Oyster, noleggia ebook in streaming
su abbonamento. Come funziona? E' semplicissimo: il
cliente-lettore carica sul suo tablet o smartphone una app
e paga 9,95 dollari al mese. Così può visitare una
biblioteca che ora comprende circa centomila titoli - ma
è solo l'inizio - e leggere quello che vuole.
Meno di dieci dollari al mese per leggere un numero
illimitato di libri è una cifra insignificante: meno del
prezzo medio di copertina di un solo volume di carta. La
propensione alla lettura nei paesi anglofoni è ben nota e
solo negli USA ci sono 315 milioni di abitanti (che nel
2013 hanno comperato 121 milioni di smartphone). Circa
altrettante persone nel mondo parlano la lingua inglese.
Dunque ci sono le prime condizioni per il successo
dell'impresa.
Ma non basta. Il punto è capire se in tanti saranno
effettivamente attratti da questo nuovo modo di leggere.
L'esperienza di altri servizi online venduti su
abbonamento è incoraggiante, soprattutto se si considera
il mercato musicale.
In conclusione: può funzionare, probabilmente
funzionerà.
Questo però significa un cambiamento del modo di
leggere i libri. E' probabile che l'evoluzione avvenga in
tempi non brevi, perché il libro, la lettura del libro
che si possiede, o che si prende in biblioteca, resta un
pilastro della cultura. Con i suoi schemi e i suoi riti.
Soprattutto in paesi come l'Italia.
E' facile che l'America e gli altri paesi anglofoni
aprano la strada, come accade da decenni per tutto quello
che coinvolge le tecnologie. Se guardiamo l'Italia, con i
suoi 60 milioni di cittadini poco abituati a leggere,
un'impresa del genere è molto difficile da realizzare,
anche considerando lo scarso entusiasmo con il quale i
nostri editori stanno abbracciando le nuove forme del
libro.
E' più probabile una "colonizzazione" da
parte di Oyster, e di quelli che le faranno concorrenza,
con l'apertura di sezioni di libri in lingua italiana.
L'ennesima colonizzazione culturale. Amazon insegna ed è
facile immaginare che risponderà alla sfida con qualche
soluzione che susciterà grande interesse.
Ma, a pensarci bene, tutto questo non giustifica la
dimensione del finanziamento raccolto dalla startup
Oyster. In fondo si tratta di scrivere qualche app
e far funzionare un certo numero di computer che vanno a
prendere i libri nei server dei distributori quando i
lettori li chiedono. Diciamo, a spanne, che un milione di
dollari potrebbero essere una cifra ragionevole per
incominciare. Ma gli altri tredici milioni?
Prepariamoci ad altre sorprese.
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