Via l'odioso lucchetto.
Solo un "watermark", cioè un marchio invisibile,
protegge gli e-book distribuiti da BookRepublic e
prestati da MediaLibrary on line. Che possono essere
trasferiti su diversi supporti di lettura.
E' una notizia importante: le oltre 2.300 biblioteche
italiane aderenti alla piattaforma MediaLibraryOnLine (MLOL)
potranno prestare libri elettronici distribuiti da
BookRepubblic, senza l'odioso (e inutile) lucchetto dell'Adobe DRM (qui
il comunicato, con molte informazioni interessanti).
La prima riflessione è sul numero delle biblioteche che
offrono on line il prestito di e-book: duemilatrecento
sono tante! E, probabilmente, ce ne sono altre che non
fanno parte del circuito MLOL.
Vuol dire che che il libro in formato digitale è
largamente accettato dai responsabili delle biblioteche e
interessa il pubblico dei lettori italiani. Molto più di
quanto pensano i grandi editori, come si vede dall'elenco
di quelli che aderiscono all'iniziativa. Sono assenti
Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli e altre case di primo
piano. Che non distribuiscono tramite BookRepublic e
sembrano ancora convinte che sigillare i contenuti serva a
battere la distribuzione abusiva. Mentre ha l'unico
effetto di mandare in bestia gli acquirenti legittimi.
Ma vediamo più in dettaglio di che si tratta. I libri
in questione sono contrassegnati da un watermark
(letteralmente: filigrana), noto anche come social DRM.
Il watermark non limita in alcun modo l'uso del contenuto,
che può essere copiato senza problemi tra vari
dispositivi. La filigrana è solo un marchio che
contrassegna la singola copia presa in prestito o
acquistata e attesta il diritto del legittimo possessore.
In questo modo è possibile "tracciare" il libro
e risalire all'utente che lo abbia ceduto illecitamente a
terzi.
Con l'Adobe DRM, l'ebook preso in prestito si
autodistrugge dopo quattordici giorni. Con il watermark,
secondo le informazioni diffuse, non ci sono limiti di
tempo per la lettura, anche se la mancanza di una forma di
"restituzione" desta qualche perplessità. Il
limite delle due settimane vale per la biblioteca, che non
può prestare lo stesso libro prima del termine. E per
l'utente, che dovrà aspettare lo stesso tempo per
prendere in prestito un'altra opera.
Famo a ffidasse, dicono i romani. Cioè
"facciamo finta di fidarci". A pensarci bene,
può essere un'ottima strategia per limitare le copie
abusive. Per i libri in vendita, i prezzi convenienti e
l'assenza di limitazioni all'uso incoraggiano l'acquisto
legittimo. E pazienza se qualcuno farà una copia
dell'e-book per l'amico o il partner. Nel caso del
prestito, il watermark al posto del DRM incoraggia
l'utenza e costituisce una buona pubblicità.
In sostanza, la soluzione MLOL-Bookrepublic riproduce
il meccanismo del prestito dei libri di carta. In questo
momento è forse l'unica possibile. E' sulla stessa linea
del sistema di Amazon di prestito tra utenti: chi ha un
libro sul Kindle lo può trasferire a un amico, sempre per
due settimane. Come se fosse un libro tradizionale, ma con
un vantaggio impagabile: viene sempre restituito!
Il futuro dovrebbe essere diverso: probabilmente il
libro dato in prestito dalla biblioteca non sarà
trasferito sul dispositivo del lettore, ma arriverà
direttamente dalla "nuvola" a mano a mano che
verrà letto. Così sarà difficile (oltre che inutile) la
sua copia abusiva. E' una prospettiva lontana? Forse meno
di quanto si possa pensare.
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