Come sta il libro in Italia? Male, grazie, come sempre. Però migliora. Nel 2015
sarebbero stati "recuperati" più di quattrocentomila lettori dei 2,4
milioni persi durante la crisi economica. Ma i conti non tornano: mancano gli
ebook.
Il 13 gennaio scorso l'Istituto nazionale di statistica ha comunicato i primi
dati sulla
lettura di libri in Italia nel 2015. I numeri sono più o meno quelli di
sempre: nel 2015, dice l'ISTAT, "si stima che il 42% delle persone di 6
anni e più (circa 24 milioni) abbia letto almeno un libro nei 12 mesi
precedenti l'intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali.
Il dato appare stabile rispetto al 2014, dopo la diminuzione iniziata nel
2011".
Quarantadue per cento. Significa che ben più della metà degli
italiani non legge neanche un libro l'anno. In Svezia, tanto per fare un
esempio, nel 2014 la percentuale dei lettori era vicina al 72 per cento. Però
c'è un dato positivo: rispetto al 2014 c'è stata una crescita, dopo tre anni
in discesa. L'ufficio studi dell'Associazione italiana editori (AIE) legge così
i dati dell'ISTAT:
"Nel 2015 la lettura di libri (esclusi gli e-book) è tornata, dopo due
anni, a crescere. L’annuale indagine di Istat indica una ricomparsa
del segno positivo: +1,7% rispetto al 2014. Così, se nel 2014 era il
41,5 della popolazione a dichiarare di aver letto almeno un libro non scolastico
nei 12 mesi precedenti, questo valore è salito, nell’anno appena concluso, al
42%.
In questi anni (dal 2011 al 2013) si erano «persi» 2,4 milioni di lettori di
libri di carta. Lo scorso anno vi sarebbe stato invece un recupero di
circa 412 mila lettori. È probabile, considerando anche coloro che
hanno letto libri in formato digitale, che il saldo possa essere leggermente
maggiore: potremo verificarlo non appena verranno diffusi i dati più analitici
dell’indagine".
Questo è un punto critico: ha ancora un senso valutare a parte le vendite di
ebook? Secondo l'ISTAT,
nel 2014
"L'8,2% della popolazione complessiva (4,5
milioni di persone pari al 14,1% delle persone che hanno navigato in Internet
negli ultimi tre mesi) hanno letto o scaricato libri online o e-book
negli ultimi tre mesi".
E' difficile confrontare questi dati con quelli relativi alla lettura di libri
stampati. Non si possono aggiungere questi 4,5 milioni ai 24 milioni che hanno
letto almeno un libro stampato, perché ci sono molti italiani che leggono
sia i libri di carta sia gli ebook.
Ma quanti ebook sono stati scaricati nel 2014? Gli editori lo sanno, ma non
lo dicono. Non dicono se i lettori di libri in formato elettronico acquistano
più libri di quelli che leggono solo libri di carta, non dicono quali sono i
supporti più usati per leggere gli ebook (e-reader, tablet, smartphone,
personal computer, cloud).
Il libro in formato elettronico, per gli editori e per l'ISTAT resta una
specie di corpo estraneo al mercato editoriale.
"Un libro è un libro", gridavano gli editori italiani chiedendo la
giusta equiparazione dell'IVA sugli ebook, dal 22 al 4 per cento dei libri di
carta. Ottenuta l'equiparazione, hanno incamerato la differenza, perché i
prezzi degli ebook non sono scesi di un centesimo (vedi L'IVA al 4 per cento non serve a promuovere l'ebook).
E i libri in formato elettronico sono tornati ad essere "altro"
rispetto ai volumi tradizionali.
E' come se si considerasse la musica in formato MP3 o in streaming
"altra" rispetto alla musica su CD. Mentre tutti sanno che la musica
"liquida" rappresenta ormai una quota rilevante del mercato musicale e
sta progressivamente sostituendo i supporti fisici. E il
"consumo" di musica, in tutte le sue forme, è molto più alto del
consumo di libri.
Qualcuno dirà che i due mercati non sono paragonabili, perché il libro
richiede tutta l'attenzione del lettore, mentre la musica si ascolta spesso
facendo altre cose. E' vero, ma è vero anche che sempre più spesso nelle sale
d'aspetto o sui mezzi pubblici si vedono persone che leggono libri sull'e-reader
o sul tablet. Molte più di quelle che leggono libri di carta.
E' possibile che sia questo il futuro della lettura. Quindi è necessario
promuovere i libri "liquidi", che possono far crescere quel desolante
42 per cento. Nuovi lettori si possono conquistare incoraggiando le persone a
leggere sugli strumenti che ormai sono nelle mani di tutti, i tablet e gli
smartphone. Riservando gli "specializzati" e-reader ai lettori forti,
quelli che si sentono a loro agio con duecento libri in tasca.
L'alternativa è festeggiare il passaggio dal 41,5 al 42 per cento di
italiani che leggono almeno un libro l'anno. Che tristezza!
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