| 
                      Convenuti
                  da ogni angolo del mondo, i relatori del Forum di Monza hanno
                  tracciato un quadro molto variegato - ma illuminante - dello
                  sviluppo dei libri in formato elettronico. Tanti problemi, ma
                  il futuro non aspetta.
                       Vedi anche Se
                  il libro elettronico è il futuro della cultura 
                      Un grande spot promozionale per la Regione
                      Lombardia. Questo è l'unico risultato indiscutibile della
                      grande assise di Monza sui libri elettronici. Per il resto
                      non è facile mettere insieme una sintesi dei quasi cento
                      interventi che si sono succeduti nei tre giorni del Forum.
                      Anche perché il perverso sistema delle "sessioni
                      parallele", a tre per volta, rende impossibile
                      seguire tutti gli argomenti. 
                      Per quello che ho potuto ascoltare in due faticose
                      giornate, il quadro generale è tanto indefinito quanto
                      erano confuse le idee di molti relatori. Buona parte
                      dei quali, con ogni probabilità, non aveva mai visto un
                      e-book reader. E aveva un sacro terrore di un'innovazione
                      che sembra mettere in discussione una cultura secolare.
                      Tanto che lo stesso tema del Forum, in qualche momento,
                      sembrava poco chiaro. 
                      The book tomorrow: The Future of the Written Word,
                      era il titolo dell'evento in inglese. Cioè "Il libro
                      domani: il futuro della parola scritta". Non "Il
                      futuro della scrittura", come recitava la maldestra
                      traduzione italiana. Se mai "della
                      lettura", perché  gli argomenti sul tavolo
                      riguardavano non tanto i libri da scrivere (oltre a quelli
                      già scritti, che vanno digitalizzati), quanto il modo di
                      leggerli. 
                      L'equivoco più frequente, come al solito, era tra i libri
                      in formato elettronico, nelle forme che conosciamo da
                      quarant'anni e non si sono mai imposti come modo di
                      lettura alternativo, e gli attuali e-book. Che sono la
                      vera novità. La loro diffusione aumenta a un ritmo
                      imprevedibile. 
                      Questo è il primo punto da tenere presente: oggi la
                      libreria di Amazon vende 105 e-book ogni 100 libri di
                      carta. Non sono passati neanche quattro anni, da quando è
                      stato lanciato il primo Kindle. Che cosa significa?
                      Semplicemente che la disponibilità di un apparecchio di
                      costo contenuto, che non affatica la vista come lo schermo
                      di un computer (e che è molto più facile da usare, tanto
                      che non
                      sembra neanche un computer), è andata incontro a una richiesta
                      inespressa del mercato. 
                      Con il risultato che, Amazon a parte, la vendita di libri
                      elettronici rappresenta già almeno il 20 per cento di
                      editori come Hachette o Penguin Books. Il dato del mercato
                      italiano, l'uno per cento
                      scarso di qualche mese fa, la
                      dice lunga sul nostro ritardo. Però significa anche che
                      ci sono grandi possibilità di crescita in tempi brevi.  
                      Sempre che la prudenza di diversi nostri editori non
                      freni l'innovazione. In molti interventi si è avvertita
                      una diffidenza, o addirittura paura, di quello che può
                      comportare la diffusione degli e-book sul mercato dei
                      libri. E si è percepita la diversa apertura degli addetti
                      ai lavori di tanti altri Paesi rispetto alle cautele dei
                      nostri. 
                      I problemi non possono essere ignorati: sono molti e di non
                      facile soluzione. Il primo è senza dubbio quello dei
                      diritti, forse il più frequente nelle relazioni che ho
                      ascoltato. Si va dalle solite geremiadi sulla cosiddetta
                      "pirateria" (con i soliti dati bislacchi sui
                      danni che causerebbe agli editori) fino a posizioni molto
                      più realistiche, che arrivano a considerare l'inutilità
                      dei sistemi di protezione. Significative, in questo senso,
                      le osservazioni di Riccardo Cavallero, direttore generale
                      Libri Trade di Mondadori, che è arrivato a ipotizzare la
                      fine dei DRM. 
                      In generale sembra che si faccia strada l'idea che il
                      libro elettronico può essere un importante strumento di
                      diffusione della cultura, anche rendendo disponibili a
                      tutti, e a basso costo, i contenuti di volumi fuori
                      catalogo o altrimenti
                      difficili o impossibili da acquistare. Non è  un'ipotesi:
                      Martin Angioni,  country
                      manager per l’Italia di Amazon, ha 
                      annunciato che Amazon metterà in vendita, stampati a
                      richiesta su carta e consegnati in 24 ore, molti libri
                      “introvabili”. La migliore risposta a chi teme che le
                      tecnologie digitali segnino la fine dei libri che ci
                      accompagnano da secoli. Almeno i contenuti resteranno. 
                      I contenuti: è venuto il momento di capire che un
                      libro è prima di tutto il suo contenuto, dettaglio che
                      sembra sfuggire a molti, soprattutto a molti bibliotecari.
                      Per citare Aristotele, il contenuto del libro è sostanza,
                      mentre la carta, la copertina, la stampa e quant'altro
                      sono accidente. Ora, con il libro elettronico,
                      rimane la sostanza. L'accidente prende di volta in volta
                      la forma che occorre e occupa uno spazio quasi nullo. 
                      Non è un dettaglio. Significa, fra l'altro, che un
                      libro elettronico correttamente custodito (cioè con il
                      back-up) diventa indistruttibile. Perché anche se la
                      biblioteca va a fuoco, come tante volte è accaduto nella
                      storia, il contenuto non si perde. E lavoro dei bibliotecari 
                      cambierà poco, quando dovranno occuparsi di libri che
                      sono sequenze di bit registrate chissà dove.
                      Rintracciabili con pochi clic invece che con faticosi
                      andirivieni tra corridoi e scale. 
                      Un'ultima annotazione. Sarebbe interessante, anche a
                      futura memoria, disporre tutti i testi degli interventi,
                      come sempre accade per i grandi convegni (in questo caso,
                      naturalmente, anche in formato e-book!). Ma pare che non
                      sia prevista la pubblicazione degli atti del Forum. Tanto
                      c'è Twitter, è stata la risposta alla mia domanda sulla
                      disponibilità dei testi integrali, o almeno delle
                      sintesi. 
                      Già, Twitter. What else?  Sul social network
                      alla moda le pagine del Forum di
                      Monza sono una sequenza di
                      frammenti dai quali è difficile ricavare un senso
                      compiuto, a parte la problematica attendibilità dei
                      messaggi pubblicati "al volo" durante le
                      relazioni. 
                      Però scorrendo i miei appunti non trovo osservazioni
                      così interessanti da passare alla storia. Riparliamone
                      tra un paio d'anni, quando il quadro sarà più chiaro per
                      tutti. 
 |