Dave Eggers, L'opera struggente di un
formidabile genio, Mondadori editore
Opera prima di Dave Eggers - una
autobiografia con parti romanzate che parte
dalla morte dei genitori e racconta la lunga
iniziazione alla indipendenza del
protagonista che fa da padre al giovane
fratello Toph.
Il primo capitolo colpisce per la crudezza
delle descrizioni delle malattie dei
genitori, a cavallo tra il pulp e
l'infantile caccapiscia - poi il libro
decolla e veniamo portati in California
nella vita sballata divertente scombinata
dei due fratelli, condita dai tentativi di
Dave di trovare un suo posto originale nel
mondo dei giovani adulti.
Autopresentazione di una generazione, quella
dei quarantenni di oggi, cresciuta senza i
miti positivi e negativi della nostra, pieni
di televisione immaginazione e rabbia,
cresciuti tra Reagan e il 9/11.
Colpisce noi europei (italiani?) l'assenza
di una rete di relazioni sociali stabili:
morti i genitori, i ragazzi sono davvero
soli al mondo, con tenui rapporti che
svaniscono presto nella frenetica mobilità
del nuovo mondo.
"Osservateci, perdio, sparati a fionda
dal lato nascosto della luna, mentre ci
gettiamo a braccia aperte verso tutto quello
che ci spetta. Ogni giorno raccogliamo quel
che ci viene incontro, ogni giorno veniamo
ripagati di quanto ci è dovuto per ciò che
meritiamo, e con gli interessi per giunta,
con un pizzico di riguardo in più
eccheccazzo – noi due siamo in credito,
perdio – e così ci aspettiamo di tutto,
letteralmente di tutto."
"Urge che accada qualcosa. Qualcosa di
grosso. La conquista di qualcosa, che ne so,
di un edificio, una città, un paese.
Dovremmo tutti armarci e conquistare dei
piccoli stati. Oppure dovremmo organizzare
dei tafferugli. Oppure no, delle orge. Ecco,
ci dovrebbe essere un’orgia. Tutta questa
gente. Dovremmo chiudere le porte, abbassare
le luci e spogliarci tutti insieme."
Pubblicato in il blog di Carlo
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