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Il Governo sta per varare l'Agenda digitale. Con novità discutibili 

Gli ebook a scuola? Non c'è Profumo di innovazione

In primo piano - 24.09.12
Francesco Profumo, ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, annuncia "un computer in ogni classe": Ma il software? Intanto il Governo è al lavoro sul nuovo "decreto sviluppo", in cui si parla di libri elettronici. 

Sviluppo. Innovazione. Dematerializzazione. Parole d'ordine che da anni sono il leit-motiv degli annunci dei governi quando si parla della cosa pubblica. Ora è il "ministro tecnico" dell'istruzione, dell'università e della ricerca a promettere un computer in ogni classe. Mentre nel decreto cosiddetto "Agenda digitale", che il Governo sta per varare, alla voce "libri scolastici" si parla di testi in formato elettronico.

Il 14 settembre scorso è stata diffusa una bozza del futuro decreto. L'articolo 20 dice:
A decorrere dall'anno scolastico 2014-2015, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri nella versione digitale o mista, costituita da un testo in formato elettronico o cartaceo e da contenuti digitali integrativi, accessibili o acquistabili in rete anche in modo disgiunto”.

Qualcuno l'ha letto così:"Zainetti addio. L'ebook salverà le colonne vertebrali dei nostri ragazzi".  Ottimismo frettoloso.
Per capire la portata della presunta innovazione, dobbiamo leggere le norme precedenti, perché in Italia non si innova con leggi nuove, ma si rattoppano le vecchie. Ecco le disposizioni oggi in vigore (decreto-legge 112/2008, convertito dalla legge 133/2008):

1. A partire dall'anno scolastico 2008-2009, nel rispetto della normativa vigente e fatta salva l'autonomia didattica nell'adozione dei libri di testo nelle scuole di ogni ordine e grado, tenuto conto dell'organizzazione didattica esistente, i competenti organi individuano preferibilmente i libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet. Gli studenti accedono ai testi disponibili tramite internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente.

2. Al fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti di testi, documenti e strumenti didattici da parte delle scuole, degli alunni e delle loro famiglie, nel termine di un triennio, a decorrere dall'anno scolastico 2008-2009, i libri di testo per le scuole del primo ciclo dell'istruzione, di cui al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e per gli istituti di istruzione di secondo grado sono prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista. A partire dall'anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista. Sono fatte salve le disposizioni relative all'adozione di strumenti didattici per i soggetti diversamente abili.

In sintesi: dall'anno scolastico 2008-2009 nelle scuole di ogni ordine e grado l'adozione dei libri di testo deve riguardare preferibilmente i libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet; dall'anno scolastico 2011-2012 (cioè dall'anno scorso) i libri sono prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista; sempre dall'anno scorso  il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista.

Leggendo con attenzione c'è qualcosa che non torna. Prima (cioè dal 2008) si dovevano preferire libri disponibili on line, in tutto o in parte. Poi (cioè dal 2011) i libri dovevano essere prodotti in tre versioni, una su carta, una on line e una "mista", e i docenti dovevano adottare esclusivamente le versioni on line o miste. E allora che senso aveva l'obbligo produrre anche versioni solo di carta?

Nel dubbio ho chiesto a qualche amico genitore quali sono i riscontri pratici delle norme del 2008. Risposta: adesso si devono comperare libri dotati di CD-ROM e, in qualche caso, si possono scaricare dai siti delle case editrici. Con procedure complicate e proprietarie, giustificate con la solita scusa della pirateria.

Se andiamo a confrontare qui il vecchio testo con le norme aggiornate, scopriamo che le novità sono due: la prima consiste nel rinvio dell'adozione obbligatoria dei testi scaricabili o misti dal 2011 al 2014; la seconda è nei  contenuti digitali integrativi, accessibili o acquistabili in rete anche in modo disgiunto. Resta il fatto che i libri devono essere prodotti anche nella sola versione di carta.  

E' questa l'innovazione? Nella bozza del Governo manca l'unica vera innovazione possibile, la sostituzione della maggior parte dei libri di carta con libri elettronici. I tempi sono maturi. Moltissimi ragazzi dispongono di computer o tablet che possono servire anche a leggere i libri di testo; per le famiglie che non possono sostenerne il costo, si prevedano forme di aiuto.

Se i libri in formato elettronico costeranno il giusto (e cioè molto meno di quelli a stampa), il risparmio per i genitori sarà notevole e si eviteranno malanni alle colonne vertebrali dei ragazzi. Senza contare che l'adozione generalizzata degli strumenti informatici per lo studio aiuterà le nuove generazioni a usare le tecnologie con più consapevolezza.

"Consapevolezza" significa anche che è necessario far capire ai giovani che non devono essere schiavi delle mode, inerti e inconsapevoli adepti delle sette diaboliche del mercato e delle suggestioni della pubblicità. C'è  una buona occasione per incominciare: la dotazione di un un computer in tutte le classi d'Italia, annunciata dal ministro Profumo. Il Ministro non ha detto - o gli organi di informazione non lo hanno riportato - di quali sistemi operativi e di quali software saranno dotati questi computer. Questo è il punto.

E' assolutamente necessario che sistemi operativi e software in uso nelle scuole siano aperti e gratuiti. Non solo per risparmiare soldi, non solo per aiutare gli alunni a capire meglio che cosa fanno quando picchiano sui tasti o palpeggiano gli schermi. Ma soprattutto per non incoraggiare la formazione di entusiasti compratori passivi degli inutili e costosi giocattoli che l'industria lancia sul mercato a getto continuo.

Per ritornare ai libri di testo, e nell'attesa dell'adozione generalizzata dei formati elettronici, sarebbe necessaria un'altra innovazione, attesa inutilmente da decenni: la fine a quella specie particolare di pirateria che obbliga le famiglie ad acquistare sempre nuove, costose edizioni degli stessi volumi. Un tempo i libri di scuola passavano dal fratello maggiore al più piccolo, poi al cugino, poi, a volte, venivano regalati a quelli che allora si chiamavano "bambini poveri".

Ma era un altro mondo. In questo, se ogni anno si deve cambiare lo smartphone, perché non si dovrebbero cambiare anche i libri di scuola?

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