Gli ebook costano troppo.
In parte per la politica miope degli editori, in parte per
la mazzata dell'IVA al 22 per cento. Dovrebbe essere al 4
per cento, la stessa dei libri di carta. Ma la riduzione
comporta almeno due problemi.
L'anno che è appena incominciato potrebbe
regalarci una novità che da tempo editori e lettori
chiedono a gran voce: la riduzione dell'IVA sui libri in
formato elettronico. Potrebbe: il condizionale è
necessario perché gli ostacoli non sono facilmente
superabili.
Vediamo come stanno le cose. Il 16 dicembre scorso Flavio Zanonato, ministro per lo
sviluppo economico, ha annunciato a Radio 1 un
provvedimento "che riduca l'IVA sui libri
digitali", forse "entro il prossimo mese".
Cioè nelle prossime settimane.
La promessa sarà mantenuta? Certo non è arrivata per
caso, solo tre giorni dopo che il Governo aveva dato il
via al decreto legge n. 145, in cui sono previsti sgravi
fiscali per l'acquisto di libri, ma con la specifica
esclusione dei libri in formato elettronico. Si legge
infatti al primo comma dell'articolo
9:
...è
disposta l'istituzione di un credito di imposta sui
redditi delle persone fisiche e giuridiche... per l'acquisto di libri muniti di codice
ISBN.
Però il comma successivo precisa:
Sono esclusi gli acquisti di libri in formato digitale.
L'esclusione è immotivata e ha suscitato forti proteste.
Inoltre a molti commentatori è sfuggito un dettaglio: l'applicazione del credito
d'imposta non è immediata, ma subordinata all'emanazione
di altri decreti, previsti dai successivi commi 4 e 5 con
la solita ammucchiata di rimandi e distinguo.
Dunque è anche possibile l'attuazione della norma venga
rinviata all'infinito, come è già accaduto molte volte
per la mancata emanazione di regolamenti attuativi.
Ma due ostacoli si oppongono all'intenzione dichiarata
di "ridurre" l'IVA sui libri in formato
elettronico. Il primo è la posizione contraria
dell'Unione europea, che ha addirittura aperto una
procedura di infrazione contro Francia e Lussemburgo,
"colpevoli" di avere ridotto l'imposta sul
valore aggiunto per i libri elettronici, rispettivamente,
al 7 e al 3 per cento.
Il problema è che per l'Unione europea gli ebook non
sono "libri", ma "servizi". Il
superamento di questa anomalia comporta una lunga serie di
consultazioni, proposte, discussioni... Una procedura di
questo tipo può richiedere anche un paio d'anni.
La stessa anomalia si riscontra nel fisco italiano.
Infatti anche la risoluzione 186/E del 2003 dell'Agenzia
delle entrate classifica i "prodotti editoriali
diffusi in via telematica" come "servizi",
con la conseguente applicazione dell'IVA ordinaria, oggi
al 22 per cento.
Però non basterebbe una nuova risoluzione, che
equiparasse gli ebook (che nel 2003 praticamente non
esistevano) ai libri di carta, per applicare anche ai
primi l'imposta ridotta al 4 per cento.
Il fatto è che l'IVA ridotta sui prodotti editoriali
è soggetta a un regime particolare, detto
"monofase", perché si risolve in un solo
versamento da parte dell'editore (l'imposta ordinaria
viene invece versata dai vari anelli della catena di
produzione, fino al consumatore).
Elemento essenziale dell'IVA monofase sui prodotti
editoriali è il "registro delle tirature", nel
quale l'editore annota il numero di copie consegnate al
distributore e poi deduce le "rese", cioè le
copie invendute e tornate indietro, con un calcolo che
può essere analitico o forfettario.
Questo meccanismo non può essere applicato agli ebook,
perché l'editore "consegna" (cioè trasmette)
ai distributori una solo copia del file e non ci sono le
rese (e questo abbatte ancora di più il costo di
produzione degli ebook).
Dunque è necessario costruire una procedura nuova, che
assicuri al fisco gli introiti dovuti, eviti l'evasione e
non si abbatta su editori e distributori con l'ennesimo
carico di assurda burocrazia. Un compito tutt'altro che
facile.
Anche senza tener conto delle obiezioni comunitarie,
destinate probabilmente a finire nel nulla con
l'aggiornamento della normativa, un compito difficile
aspetta il ministro Zanonato e il suo collega Saccomanni,
ministro delle tasse.
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