ePUB e Kindle, i due formati che si dividono il mercato
Si può incominciare così: l'internet non è più quella di una
volta. La grande rete è un sistema universale di comunicazione
perché all'inizio era libera, aperta e neutrale. Tutti
potevano scambiare contenuti con tutti, senza limitazioni.
Oggi è divisa in recinti blindati, in guerra fra
loro. Il povero utente è costretto a decidere da che
parte stare. E non sempre è consapevole del fatto che la
scelta di una fazione è un vincolo pesante. Così ottiene
alcuni vantaggi, ma perde molte opportunità.
Gli ebook costituiscono uno dei settori più colpiti da questa
situazione. Sono nati pochi anni fa, in una babele di sistemi
proprietari in cui ogni editore cercava di imporre il
proprio formato, legando un dispositivo di lettura al
proprio negozio. Poi è arrivato il Kindle. Uno strumento
facile da usare, che in poco tempo ha raggiunto un prezzo
accessibile. Ha ottenuto un grande successo,
sostenuto dalla visione commerciale che aveva già portato
la ditta di Jeff Bezos al primo posto nelle vendite online
di libri di carta.
Ma anche il Kindle è un giardino chiuso. Il formato
dei file si chiama .mobi se è aperto, .azw
se protetto da DRM. In pratica il formato .azw può essere
letto solo dal Kindle, sia come reader sia nelle
versioni disponibili per diversi sistemi operativi.
Più avanti vedremo i dettagli. Fra questi non è
trascurabile il diritto che la casa decide di volta in
volta se mettere o no un libro in distribuzione.
"Avversario" del Kindle è il sistema ePUB (.epub). Sviluppato da un consorzio di operatori, è
aperto, gratuito e di libero uso per tutti, editori,
fabbricanti di ereader e lettori dei libri. Per questo
potrebbe essere un sistema universale e fare piazza pulita
di tutti i sistemi chiusi. Invece la potenza commerciale
di Amazon, l'enorme catalogo di libri e l'ottimo
"ecosistema" costruito intorno al Kindle non
hanno permesso allo standard aperto di diventare
universale. Almeno fino a oggi.
Arriva il terzo (molto) incomodo
Il progresso è inarrestabile. Così il formato del
Kindle si è evoluto ed è diventato KF8 (Kindle Format
8), mentre l'ePUB è arrivato alla terza generazione.
Ma non basta. All'inizio di quest'anno Apple ha lanciato
la sua soluzione integrata, iBook Author, ancora
più chiusa di quella di Amazon. Infatti, mentre i libri
per il Kindle possono essere prodotti con qualsiasi
sistema, per produrre i libri in formato iBook si deve per
forza usare un sistema Apple. Più costoso, come tutti
sanno, della concorrenza in ambiente Windows (per non
parlare di Linux).
Fra l'altro, anche Apple seleziona i libri che possono
essere distribuiti dal suo negozio (vedi Ebook, copyright e controllo delle idee
di Andrea Monti).
Tutto questo complica non poco la vita di autori ed
editori. Un ebook che punti a una vasta diffusione deve
essere realizzato almeno nei formati Kindle ed ePUB. Del
sistema di Apple si può fare a meno, perché sono
disponibili, gratis, diversi software che consentono di
leggere i primi due formati anche su iPad, iPhone e
simili.
Però, dato il grande numero di appassionati degli
apparecchi Apple, è prevedibile che molti editori
metteranno in commercio ebook anche nel formato della
casa.
All'orizzonte si profila un'altra novità: il consorzio
IDPF (International Digital Publishing Forum) ha
annunciato la soluzione Readium, fondata sulla
terza edizione dello standard ePUB. E' studiata in
particolare per gli apparecchi portatili con sistema
operativo Android (il grande concorrente dell'iOS
Apple) e esordisce come estensione del browser Chrome.
Insomma, Google non vuole restare fuori dalla partita che
si gioca intorno agli ebook e propone una soluzione che
adotta lo standard aperto contro i sistemi più o meno
chiusi della concorrenza.
I formati che si contendono il mercato presentano
pesanti incompatibilità, anche se hanno una base comune:
lo standard HTML (che nasce aperto e gratuito). L'HTML è
una delle tante estensioni dello standard XML (eXtended
Markup Language). Si tratta di un complesso insieme di
specifiche che consentono di "descrivere" un
contenuto in modo che sia utilizzabile su qualsiasi
piattaforma. La descrizione può riguardare sia gli
aspetti formali sia gli aspetti semantici.
Gli stessi standard sono alla base delle applicazioni open
source (Open Office e affini) e anche delle più
recenti versioni di Windows Office. Insomma, siamo di
fronte a un sistema che potrebbe veramente essere
universale, ma non lo è.
Per gli ebook c'è qualcosa di paradossale nel fatto che
tre sistemi chiusi e incompatibili siano fondati sullo
stesso standard aperto. L'appartenenza alla stessa
"famiglia" dovrebbe rendere semplice la
conversione da un formato all'altro con procedure
automatiche. Invece si tratta di operazioni che richiedono
molti interventi manuali, se si vogliono ottenere
risultati di buona qualità.
I sistemi di protezione dei diritti (DRM)
Se tutto questo non vi basta, introduciamo un'altra
complicazione, che significa anche un'altra
incompatibilità: i sistemi di DRM (Digital Rights
Management), cioè "gestione elettronica dei
diritti". Tutti sanno di che si tratta: sono
procedure, basate sulla crittografia, che collegano la
singola copia di un contenuto a un determinato
dispositivo. Così non si può "travasare" un
contenuto liquido da un contenitore a un altro, non se ne
può fare una copia eccetera.
Per gli ebook la situazione è un po' meno critica che
per altri tipi di contenuti: lo stesso libro può essere
letto su un certo numero di dispositivi, secondo le regole
proprie dello specifico sistema di protezione.
Amazon usa un sistema, piuttosto tollerante,
contraddistinto dall'estensione del file: .mobi per i
contenuti aperti e .azw per quelli protetti.
Con il formato ePUB si incontra un altro paradosso: il
sistema è aperto, ma la protezione è monopolio di una
sola azienda: Adobe. Ora, con la soluzione Readium, anche
il consorzio del sistema aperto dovrebbe avere un
proprio strumento di chiusura dei contenuti. Tutto
questo sembra pazzesco, e probabilmente lo è.
Pazzesco in primo luogo perché nel settore dei libri
elettronici la cosiddetta "pirateria" non
dovrebbe costituire un problema particolarmente grave
(vedi Pirateria? L’unico DRM che funziona è la
cultura di Andrea Monti). Ma soprattutto perché la "sprotezione"
degli ebook è così semplice che ci si chiede perché ci
siano editori che continuano ad adottarla, con un costo
che non è trascurabile nella produzione e distribuzione
di un e-book.
Ci sono altri sistemi di protezione dei diritti: il Social
DRM e il Watermarking, che sono più rispettosi
del lettore. Approfondiremo la questione nei prossimi
articoli.
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