C'era un volta, e c'è ancora, la Vanity
Press,
ovvero la pubblicazione a spese degli autori di
opere che non trovano un editore. Poi è
arrivato il self-publishing digitale e tutto
è cambiato. Proprio tutto? Vediamo.
Partiamo da una notizia di pochi giorni
fa: "Youcanprint e Mondadori insieme per portare il self-publishing in
libreria". Youcanprint è uno dei più
noti servizi di stampa per self-publisher;
Mondadori ha una distribuzione quasi
capillare in buona parte della Penisola.
Ma tutto questo non significa che un libro
autopubblicato e stampato da Youcanprint
raggiunga automaticamente alcune migliaia di
punti vendita.
I libri autopubblicati vanno ordinati
volta per volta. Dunque non saranno in
mostra su banchi, né potranno essere
trovati frugando negli scaffali. Il problema
di fondo del self-publishing resta sempre lo
stesso: farsi notare, emergere dalla massa.
E allora dov'è la novità?
La novità - che non riguarda l'accordo
annunciato, ma l'intero settore della carta
stampata - è che oggi stampare costa molto
meno di una volta. Il merito, come al
solito, è delle tecnologie digitali.
Prima la fotocomposizione ha mandato in
pensione la Lynotype, poi l'impaginazione a
video ha tolto di mezzo il taglia-e-incolla
dell'impaginazione manuale. Altri passaggi
sono stati eliminati dalla matrice digitale.
Per le piccole tirature ci sono le stampanti
a laser.
Conclusione: se prima era antieconomica
una tiratura di meno di mille copie, oggi
può essere conveniente stamparne solo
cinquanta. E così si è aperto un nuovo business:
quello delle piccole tirature a spese degli
autori. In sostanza, gli Autori a Proprie
Spese, gli APS sbeffeggiati da Umberto Eco
ne Il pendolo di Foucault, spendono
molto meno di prima. Non devono rivolgersi a
un editore che li prende in giro e li spenna
promettendo mari e monti, ma possono vedere
stampata la loro opera a un costo
accessibile.
Dunque la novità è che ora la Vanity
Press è per tanti, mentre prima era
solo per chi poteva permettersela. Però,
attenzione: non tutti gli APS sono destinati
all'oblio. Basta ricordare che nel 1929
Alberto Moravia spese cinquemila lire -
un'enormità - per pubblicare Gli
indifferenti, uno dei capolavori della
letteratura italiana del '900. Ma allora si
pubblicava molto meno di oggi e il romanzo
fu subito notato dalla critica.
Oggi che tutti possono pubblicare un
libro, anche solo in digitale a costo zero,
la valanga del self-publishing e i
chiacchiericcio indistinto del World Wide
Web rendono molto più difficile la scoperta
di un nuovo Moravia.
Scovare nuovi autori dovrebbe essere il
primo compito degli editori. Ma ormai non
leggono neanche le opere che ricevono dagli
autori, con la scusa che sono troppe.
Figuriamoci se possono "perdere
tempo" a frugare nell'internet!
Così gli APS restano, nella stragrande
maggioranza, una schiera di illusi. E'
necessario inventare nuovi modi di
pubblicare e di fare scouting.
Altrimenti la crisi dell'editoria diventerà
la crisi della letteratura.
(Vedi anche Dall'Autore a Proprie Spese all'Editore a Zero
Spese)
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