Nelle due puntate precedenti
abbiamo visto le regole più importanti della
punteggiatura: punto, virgola, eccetera.
Nella scrittura si usano altri segni, che
non sono "segni di interpunzione"
in senso proprio, ma servono per rendere
più facile la lettura. Sono i punti di
sospensione, le virgolette, le parentesi e i
trattini. Eccoli uno per uno.
Punti di sospensione (…),
detti, chissà perché, "puntini".
Servono appunto a sospendere una frase, a
indicare un’interruzione, a lasciare al
lettore la conclusione del discorso. Sono sempre
e solo tre e vanno attaccati alla parola
che precede e separati da uno spazio da
quella che segue, come tutti i segni di
interpunzione.
Non dobbiamo abusare dei
punti di sospensione…
Ecco, ho appena fatto un
esempio di uso inutile dei punti di
sospensione. La frase ha un senso compiuto,
può essere chiusa con un punto fermo. L’uso
frequente dei punti di sospensione fa
pensare che l'autore che non sappia come
concludere il discorso e lasci al lettore il
difficile compito.
Diverso è il caso in cui i
puntini esprimono un sottinteso, un’espressione
che è meglio non scrivere: «Non mi
rompere i c…».
Ancora, i puntini sono utili per indicare l’interruzione
improvvisa di un discorso:
«Alessandra, dobbiamo
riprendere il discorso…» dice Carlo.
«Non ne abbiamo parlato abbastanza?» lo
interrompe Alessandra.
In questo esempio abbiamo
usato un altro segno molto importante nella
scrittura, ma spesso bistrattato: le
virgolette. Ci sono due tipi di virgolette,
quelle "basse" (« »
dette anche "caporali", perché
ricordano il grado militare) e quelle "alte",
spesso indicate come "inglesi". Le
prime servono ad aprire e chiudere il
discorso diretto. Le seconde a isolare, o a
mettere in evidenza, una parte del testo.
Purtroppo nelle tastiere italiane dei
personal computer, e anche nelle macchine
per scrivere, mancano le virgolette
caporali; per questo si usano spesso le
virgolette alte anche per aprire e chiudere
i discorsi diretti. Ma in tutti i programmi
di elaborazione dei testi è possibile, con
poco sforzo, istruire il correttore
automatico a sostituire due parentesi
angolari consecutive (<<
>>) con le corrispondenti
virgolette basse.
Anche nella riga precedente
ho usato le parentesi ( ), un altro
segno da usare con attenzione. Sono utili
solo quando una parola o una frase possono
essere eliminate dal testo senza alterarne
sostanzialmente il significato. Altrimenti
è meglio usare le virgole o i trattini
lunghi, dei quali parliamo tra un attimo.
Ecco gli esempi:
Carlo (un ragazzo molto
posato)
sta per laurearsi in architettura.
Carlo, un ragazzo molto posato,
sta per laurearsi in architettura.
Carlo – un ragazzo molto posato –
sta per laurearsi in architettura.
L’inciso è essenziale per
illustrare la personalità di Carlo. Quindi
non vanno bene le parentesi. Le virgole
vanno bene, ma i trattini dell’ultimo
esempio mettono in rilievo la qualità di
Carlo.
Anche qui troviamo un problema di tastiera:
c’è sempre il trattino corto, mentre per
quello lungo decide spesso il computer. E
spesso sbaglia. Come al solito, basta
istruire il correttore ortografico a
sostituire due trattini corti con un
trattino lungo.
Ma a che serve il trattino
corto? In genere a legare due parole (centro-sinistra),
oltre che a segnare la divisione di una
parola alla fine di un rigo. Insomma, il
trattino corto unisce, il trattino lungo
divide.
Infine, due dettagli
importanti. Il primo riguarda gli spazi.
Nella scrittura italiana moderna virgolette
e parentesi sono unite alle parole che
racchiudono; i trattini lunghi hanno lo
spazio prima e dopo, quelli corti sono
attaccati alle parole che uniscono. Gli esempi
precedenti mostrano la spaziatura corretta.
Qui invece due esempi di spazi non dovuti:
«_
Alessandra, dobbiamo
riprendere il discorso…_»
Carlo (_un ragazzo molto
posato_)
sta per laurearsi in architettura.
Il trattino lungo, vuole
invece uno spazio prima e uno spazio dopo,
mentre in trattino corto di solito è
attaccato alle parole che unisce, come si
vede dagli esempi precedenti.
Il secondo dettaglio
riguarda la posizione della punteggiatura in
relazione alle virgolette e alle parentesi. Punto, virgola e
punto e virgola vanno dopo la chiusura delle
parentesi o delle virgolette; i punti
esclamativo e interrogativo si mettono
invece all’interno, senza spazi. In una
prossima puntata approfondiremmo questi
particolari, che sono importanti per dare a
un testo una maggiore leggibilità.
Buona scrittura a tutti!
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