Se il libro di carta è
anche un prodotto a basso costo, accanto alle pentole e alle
melanzane, allora l'ebook si può vendere come un'app
da due euro, come le mille (in)utilità per i dispositivi
mobili. In milioni di copie.
Sorpresa: in un supermercato dove di solito vado a fare la
spesa il banco dei libri è stato spostato vicino
all'ingresso. In pratica è il primo banco che si vede
appena entrati.
Per capire il significato di questa novità si deve
ricordare che nulla è casuale negli spazi della grande
distribuzione: la sequenza degli articoli sul percorso del
cliente, la loro collocazione sugli scaffali a particolari
altezze, la presenza di "isole" con le offerte
del momento. Tutto è studiato da specialisti in funzione
della maggiore efficacia dell'offerta.
La collocazione del banco dei libri all'inizio del
percorso significa, con ogni probabilità, che sono una
"merce" di cui si cerca di promuovere la
vendita. Tanto, per l'azienda, non c'è differenza tra
pannolini, acque minerali, detersivi e libri. Sono
prodotti da vendere e si cerca di venderne il più
possibile.
Qualcuno dirà che in questo modo si svilisce il libro,
si annulla il suo valore culturale e via lamentando. Vero.
Vero anche che in questo modo viene meno il tradizionale rapporto con il
libraio, lo scambio di idee e di consigli che, nelle poche
librerie superstiti, resta un passaggio prezioso
dell'acquisto di un libro particolare.
Titoli spazzatura
Però la prima considerazione che nasce guardando i
volumi esposti accanto alle pentole è che un libraio non
consiglierebbe mai la maggior parte di quei titoli. C'è
qualche "classico" in edizione economica; il
resto è paccottiglia cartacea. I soliti libri scritti
(dicono le copertine) dai soliti personaggi televisivi, i
soliti libri di ricette, i soliti manuali per dimagrire o
per trovare la felicità. Con l'immancabile dose di
romanzi pseudo-gotici scritti in serie, con castelli in
fiamme, teschi, spade e sangue a volontà.
La domanda è se questo tipo di offerta commerciale
possa stimolare un certo numero di non-lettori a leggere
anche buoni libri e a sollevare almeno un po' le desolanti
statistiche del consumo di libri in Italia. Se così
fosse, questi banchi avrebbero almeno un merito. Non so se
ci siano statistiche su questo aspetto, ma non mi pare che
ci siano elementi per indurre all'ottimismo.
Seconda sorpresa: i prezzi dei volumi sul banco del
supermercato sono incredibilmente bassi. Nessuno arriva a
10 euro, molti costano anche meno di 4 euro. Per chi
conosce un po' la filiera del libro, si tratta di cifre
molto basse per i normali processi produttivi e
distributivi, oltre che per le dimensioni del nostro mercato.
Probabilmente è merito di qualche "delocalizzazione"
della produzione.
Ma ora si impone un interrogativo, che ci coinvolge
direttamente in quanto lettori di ebook. Se un libro di
carta di 200 pagine arriva costare 3,90 euro, quanto
dovrebbe costare l'edizione elettronica dello stesso
libro?
E' una domanda cruciale, perché dalla risposta dipendono
lo sviluppo dei libri in formato elettronico e la maggiore
diffusione della lettura.
I calcoli "spannometrici" che abbiamo fatto
in diverse occasioni indicano che per l'ebook è
ragionevole un prezzo pari alla metà di quello
dell'edizione di carta (vedi il sesto capitolo di Libri Liquidi e E-bo...ok, il prezzo
è ingiusto).
Tutto questo se il prezzo di copertina del libro fisico si
aggira intorno ai 10 euro, o più. Ma per lo stesso ragionamento
un libro che costa 3,90 euro
nell'edizione di carta, dovrebbe essere venduto in ebook a 1,95 euro. Può essere remunerativo per vendite
di migliaia di copie. Però questo traguardo è lontano
per il mercato dei libri in lingua italiana.
Naturalmente queste congetture prescindono dal valore
dell'opera. Per qualcuno un
libro deve essere tanto più caro quanto più è
"alto" il suo contenuto (vedi, di Andrea Monti, Un
capolavoro può valere meno di un euro? e Non è il prezzo basso che invoglia il
non-lettore).
Il ragionamento non tiene conto di una realtà ben
diversa: oggi il prezzo di copertina di un libro riflette
non il valore dell'opera, ma la "vendibilità"
dell'autore.
L'ebook come un'app
Dunque il problema resta aperto, ma può essere
esaminato sotto un altro punto di vista. Che non piacerà
al mio amico Andrea, ma che potrebbe essere la chiave per
intuire i meccanismi del mercato degli ebook nel prossimo
futuro. Eccolo.
Nel momento in cui il libro si scarica direttamente nel
reader o nel tablet (o si legge in streaming su qualsiasi
apparecchio mobile, vedi Gli ebook in streaming sono il futuro del
libro?), per l'acquirente non c'è una differenza
sostanziale tra un ebook e una delle app che
vengono comperate ogni giorno a milioni.
Il punto è che il prezzo delle app più
sofisticate raramente raggiunge i quattro o cinque euro.
La maggior parte, escludendo le tante gratuite, non costa
più di due o tre euro.
Se il prezzo medio degli ebook, da offrire su vasta
scala negli store dedicati al mondo mobile, fosse
in questo ordine di grandezza, probabilmente se ne
venderebbe un numero molto alto. E l'ebook-app
potrebbe indurre alla lettura tanti giovani che oggi non
leggono libri, o nel leggono pochissimi.
Questa può essere la sfida non di domani, ma di oggi:
il libro come app.
I tradizionalisti storceranno la bocca, ma i risultati
potrebbero risollevare gli indici della lettura e i
bilanci degli editori.
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