Un fine settimana a
parlare di libri liquidi. Dei contenuti e del modo migliore
per renderli efficaci e interessanti. Delle esperienze di
chi li produce già da qualche tempo e di qualche idea
destinata a crescere.
E tre. Anzi, tre-punto-zero, come vuole la moda.
All'inizio era eBookCamp, poi il logo è diventato
tutto in minuscolo, ebookcamp. Ma lo spirito non è
cambiato. E' rimasto quello allegro e informale della
prima edizione, che si era tenuta sulla spiaggia di Porto
Recanati. L'anno scorso il salto di qualità, il Bastione
Sangallo di Loreto. Luogo storico e di grande suggestione,
dove anche quest'anno si è replicato l'evento organizzato
da Simplicissimus
Book Farm, con il patrocinio del Comune.
Si ritrova qui, e si allarga, una comunità nata on
line intorno ai siti e ai blog di Simplicissimus, con il patron
Antonio Tombolini, i "librai" Ciccio Rigoli e
Lucia Zitelli e l'"editore" Luigi Passerino.
Un'atmosfera ancora da pionieri, con il senso di un
qualcosa che sta nascendo ed è destinato a diventare
grande. Tanta allegria, quella che distingue le riunioni
dei giovani, anche se tra gli intervenuti non erano pochi
quelli con i capelli grigi o bianchi.
Perché il fenomeno ebook non è una novità che
riguarda solo i ragazzi, al contrario di tante
"innovazioni" che nascono dallo sviluppo delle
tecnologie. Lo avevo già
osservato al Salone del libro di Torino, pochi mesi
fa. L'ebook attrae anche il pubblico maturo, quello dei
più accaniti lettori di libri tradizionali. I quali,
appena prendono in mano un reader, dimenticano tutte le
riserve e le diffidenze verso gli attrezzi tecnologici e
scoprono un piacere di leggere che non è molto diverso da
quello della carta. E, a volte, dà qualcosa in più.
Anche sul versante degli addetti ai lavori l'ebook non
è una cosa solo per i ragazzi. A Loreto c'erano molti
maturi professionisti della comunicazione. Significa che
non si tratta di una moda, ma di qualcosa di solido che si
innesta a pieno diritto nella cultura tradizionale.
Così all'ebookcamp non si sono sentiti i soliti discorsi
sulla competizione tra libro di carta e libro elettronico
(ormai li fanno solo gli editori, molti dei quali non
hanno ancora capito che il libro è "liquido").
A Ebookcamp l' entusiasmo non è stato intaccato dai
problemi di questa prima fase di sviluppo degli ebook.
Problemi che sono stati al centro di molti interventi e
discussioni. Quello degli standard e dell'incompatibilità
dei formati, per esempio, a cui si aggiunge la difficoltà
di produrre ebook di buona qualità editoriale.
O quello della resa di generi particolari, oggi legati
indissolubilmente alla pagina di carta, come i fumetti.
Che un grande numero di appassionati vorrebbe vedere sullo
schermo e-paper o anche sul tablet, dove si possono
riprodurre i colori. Ma che diventano una cosa diversa,
anche (e forse soprattutto) quando si cercano soluzioni
tecniche che cercano di trasferire sui piccoli schermi le
storie che sono nate per supporti molto più grandi, da
"sfogliare" nel senso proprio della parola.
Alla fine si è convenuto che il problema non è far
lavorare i tecnici per trovare soluzioni impossibili, ma
convincere gli autori a creare storie in formati adatti ai
nuovi supporti di lettura. Vedremo che cosa ci daranno nel
prossimo futuro.
Intanto si presentavano nuove iniziative di grande
interesse. Come l'edizione elettronica della Divina
Commedia, che riprende quella del 1926 con le
illustrazioni ottocentesche del Doré. Realizzata da Smooks con una qualità che sfrutta al
massimo livello le possibilità degli ebook di oggi.
Il resto si può trovare sul sito di ebookcamp e nei
numerosi commenti che si trovano in Rete. Per me resta una
sensazione simile a quelle che provavo nell'ormai lontano
1993, quando i maggiori BBS italiani incominciavano a
offrire agli abbonati l'accesso gratuito all'internet
(quando i modem a 2.200 bit/secondo erano
all'avanguardia!). Era ancora l'internet "a riga di
comando", roba per addetti ai lavori. Si aveva la
sensazione che stesse per incominciare un mondo nuovo,
anche se nessuno poteva prevedere quale crescita sarebbe
incominciata di lì a poco, con il World Wide Web e
l'interfaccia grafica Mosaic.
Oggi, con gli ebook, siamo in una condizione simile a
quella di allora. Dunque andiamo avanti così, con la
saggia follia di Antonio Tombolini. In chiusura ci ha
proposto lo Slow Reading, che assomiglia
allo Slow Food, ma sembra un controsenso
nell'era del libro che si legge dalla nuvola digitale. Una
specie di percorso "dal libro all'ebook e
ritorno", anche se l'evoluzione tecnologica viaggia
con un biglietto di sola andata.
Nota. Interessato da molte cose sentite
dagli altri relatori, ho ridotto all'osso l'intervento che
avevo preparato sul self-publishing. Qui la sintesi che
avevo scritto come traccia.
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