Tra le scadenze inevitabili di chi lavora con i libri c'è il Salone
internazionale del libro, a Torino. In maggio, da ventotto anni. Il
problema è sempre decidere se andarci o no. Se non ci vai non perdi niente, mi
dico, perché il Salone è sempre lo stesso. Ci sono sempre più
"cose", tante cose da seguire che non riesci a seguirne nessuna.
L'anno scorso non ci sono andato (vedi Quest'anno non ero a
Torino. Mi sono perso qualcosa?).
Potrei evitarlo, anche perché quello che c'è nel Salone c'è anche online, in
un modo o nell'altro. No, non vale la pena di andarci, come non vale più la
pena di andare in libreria. Il librai, quelli veri, non ci sono più, o quasi.
Ci sono le grandi librerie "di catena", con troppi libri (ma non
quello che vuoi comperare - glielo ordino?).
Il Web è il Grande Libraio. Trovi tutti i libri che cerchi, e anche quelli
che non cerchi. Stampati, te li mandano a casa in ventiquattr'ore. Oppure in
ebook, che li leggi subito. E sei vuoi sapere che cosa ne pensano quelli che li
hanno già letti, ti basta navigare un po'. Impari subito a riconoscere le
recensioni vere da quelle fasulle.
Da un po' di tempo il mio libraio si chiama Amazon. Ma Amazon non è il
grande nemico dei libri? (vedi «Amazon distruggerà i libri». E gli agenti
letterari?).
E' vero che Amazon è diventato l'intermediario più forte tra scrittori e
pubblico. Se un libro non è su Amazon, non esiste. Amazon è uno dei grandi
"padroni" del mondo e delle idee, come Google, come Apple, come le
grandi multinazionali del cibo e dei farmaci. Saperlo è importante. Per questo
bisogna dirlo, anche se non possiamo farci nulla.
Di fatto Amazon guida le scelte di milioni di lettori, come il libraio di una volta
consigliava qualche decina di clienti fedeli e fiduciosi. Ma alla ditta di Jeff
Bezos della lettura, della cultura, non importa nulla. E' mossa solo da
strategie e tecniche commerciali, come gli altri padroni del mondo e delle idee. Questo è
un problema, ma non per chi sa orientarsi nel mondo dei libri.
Sì, Amazon è il mio libraio. Ogni giorno mi "consiglia" con una email
tre o più ebook a prezzi scontati. Con un clic posso leggere le prime pagine di
ogni libro e, se mi piace, comperarlo con un altro clic. Ma non capita tutti i
giorni. Tante volte chiudo l'estratto con un clic di delusione. Spesso non vado
neanche a vedere l'estratto.
Ma è meglio che sfogliare il libri sui
banchi di una libreria tradizionale, dove non potrei andare ogni giorno, tutti i
giorni dell'anno. Con il problema del parcheggio, fra l'altro. Oggi, senza
spostarmi dalla sedia, compero più libri di una volta, anche se so che non li
leggerò tutti. Come facevo un tempo con i libri di carta. Ma gli ebook non
hanno bisogno di uno spazio per perdersi sugli scaffali stracolmi.
Sono anche molto più facili da trovare: basta metterli in ordine per titolo, per autore o
per data di lettura, con pochi colpi di dito. E se non trovo quello che cerco
sul dispositivo che sto usando, poco male: Amazon me li conserva tutti e me li
manda di nuovo in pochi secondi.
Davvero, i libri stampati saranno belli, come i dischi in vinile (e prima ancora
quelli in gommalacca). Ma un CD o un MP3 da acquistare on line sono molto più
pratici.
Dunque in questo mondo dematerializzato non ha molto senso sobbarcarsi la
fatica di andare a visitare un Salone del libro. Con le persone che vorrei
incontrare posso avere uno scambio di email. Posso discutere con loro sui
social. E' meglio che affrontare la bolgia del Salone. Allora ho deciso: vado
a Torino. Ma non so perché. Forse solo per la curiosità di vedere se il mondo
del libro ha capito di non essere più quello dei libri stampati. Ne parliamo al
ritorno.
|