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Piccolo manuale della buona scrittura - 6

Usare bene le maiuscole, questo è il Problema 

19 maggio 2014

  Convenzioni tipografiche. In queste pagine gli esempi sono in corsivo; le espressioni corrette sono in neretto; Le espressioni sbagliate o non consigliabili sono in rosso.
Tra i segni che aiutano la lettura – e quindi sono importanti nella scrittura – ci sono le lettere in carattere maiuscolo. La successione di maiuscole e minuscole serve a orientare il lettore, a fagli capire che cosa sta leggendo. Per questo è necessario usare con cognizione di causa le une e le altre.

Il testo scritto in minuscolo è più leggibile perché le differenze tra le lettere sono più marcate. Ci sono i caratteri con tratti ascendenti (f, t, l…) o discendenti (p, g, q…), che aiutano a distinguere il segno a colpo d’occhio. Poi contano il disegno e la larghezza: è impossibile, anche scorrendo distrattamente un testo, confondere una a con una r o una i con una m.

Invece le maiuscole sono tutte della stessa altezza e non ci sono i tratti ascendenti e discendenti.  UNA O PIÙ PAROLE SCRITTE IN TUTTE MAIUSCOLE SONO MENO FACILI DA LEGGERE. Inoltre danno al testo un tono "urlato". Solo per questo, in casi particolari, una parola o una frase scritte in tutte lettere maiuscole possono essere efficaci.

In qualsiasi blocco di testo le lettere maiuscole attirano l’occhio. Vanno quindi usate solo quando servono. Un numero eccessivo di maiuscole può rendere meno facile la comprensione dello scritto, perché l’occhio tende a saltare dall’una all’altra.

Le regole dell’ortografia italiana prevedono l’uso obbligatorio delle maiuscole in pochi casi, a differenza dell’inglese e soprattutto del tedesco (che impone la maiuscola per tutti i sostantivi). In italiano l’iniziale maiuscola è obbligatoria:

- all’inizio di un periodo o di un discorso diretto (Qui comincia l’avventura; Carlo dice «Non ti capisco»;
- per i nomi propri di persone o luoghi (Carlo, Milano, le Alpi);
- Quando un sostantivo è "personificato" e indica una carica istituzionale (il Papa, ma papa Francesco).

Ci sono casi in cui la stessa parola può avere l’iniziale maiuscola o minuscola, a seconda del contesto. Infatti scriviamo la Terra gira intorno al Sole e la Luna gira intorno alla Terra. Ma, al contrario, il sole di luglio ha riscaldato la terra e ora la notte è rischiarata della luna piena. Nel primo caso sole e terra sono nomi propri, nel secondo sono nomi comuni.

Ancora: il decreto del Presidente della Repubblica, ma l’Italia è una repubblica e il suo presidente è eletto dal Parlamento.

Da evitare assolutamente, in un libro, la "maiuscola di rispetto": Egregio Dottore, Le scrivo per attirare la Sua attenzione… Lasciamo questi salamelecchi alla brutta prosa delle missive commerciali e avvocatesche, a meno che non vogliamo fare la caricatura del tono cerimonioso di un discorso.

In alcuni casi l'uso "improprio" della maiuscola è utile per attribuire un particolare rilievo a una parola (vedi il titolo di questa puntata). Un altro esempio: la legge è uguale per tutti, ma: In nome della Legge! In questo caso la maiuscola sottolinea l'enfasi data dal punto esclamativo.

Ci sono casi in cui il dubbio resta, in particolare quando siamo alle prese con sigle e acronimi. Le norme di unificazione (UNI) prescrivono che le sigle siano scritte in tutte lettere maiuscole e senza punti (CGIL, non C.G.I.L.). Molti manuali di redazione impongono invece la sola iniziale maiuscola (Cgil), ma in questo modo a volte sfugge il fatto che si tratta appunto di una sigla e l’attenzione si arresta su una parola a prima vista incomprensibile. Le grammatiche in genere lasciano la scelta tra le due soluzioni.

Nessuna incertezza, invece, quando una sigla diventa un nome: la Fiat non è più la Fabbrica Italiana Automobili Torino e Rai non significa più Radio Audizioni Italiane. Sono diventati nomi propri a tutti gli effetti e come tali vanni scritti.

A proposito, un’altra regola comune vuole che, nelle sequenze di parole che richiederebbero tutte la maiuscola, questa venga messa solo sulla prima: i Ministri, il Consiglio dei ministri, il Presidente del consiglio dei ministri.

In ogni caso, il senso della misura e un sguardo al testo nel suo insieme suggeriscono sempre la soluzione migliore.
 

Il delirio delle maiuscole. Forse anche per l'influenza della scrittura inglese - quella degli americani in particolare - in italiano si nota una tendenza crescente all'uso esagerato delle maiuscole. Dilaga, per esempio nelle lettere degli avvocati, un "Tu" che è contrario a qualsiasi regola ortografica, oltre che orribile a vedersi.

L'iniziale maiuscola in mezzo a una frase dà il senso di una persona che si alza in piedi (questo giustifica il Lei di rispetto, ma non in un libro). Ma una serie continua di maiuscole costringe l'occhio del lettore a "fare la ola".
Si deve ricordare, in ogni caso, che in italiano la maiuscola si usa solo sui nomi, comuni o propri; mai su verbi, aggettivi, congiunzioni, preposizioni e via elencando. Tranne che all'inizio di un periodo, naturalmente.

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