Fare libri è il mio lavoro.
Trasformare un manoscritto in un
prodotto editoriale. Anche se non "manoscritto"
non significa più "scritto a
mano" e "libro" non è solo
una pila di fogli di carta legati e
racchiusi in una copertina. Oggi un libro è
un "contenuto liquido" che può
essere letto su diversi supporti, uno dei
quali è la carta.
Tutto questo comporta un modo nuovo di fare
i libri.
|
|
|
Il libro a
stampa è il più antico dei media
che usiamo oggi. Tanti altri sono stati
usati e superati nel corso dei
secoli, dall'argilla ai
rotoli di papiro, alle tabulae
spalmate di cera.
Mezzi più moderni - giornali, radio, televisione, manifesti
murali e altri - cambiano natura, si
fondono e confondono nel mare del World
Wide Web e della comunicazione in mobilità. Il volume di carta è
l'unico supporto che resiste
praticamente immutato.
Lo facciamo
ancora seguendo la strada tracciata
cinquecento anni fa da Aldo Manuzio,
poco tempo dopo l'invenzione della
stampa. Ma anche per il libro
è incominciato il percorso della
dematerializzazione. Percorso più lento, proprio
perché le sue radici culturali sono più profonde. |
Una pagina della
Bibbia di Gutenberg, considerata il
primo libro stampato
con la tecnica dei caratteri mobili
tra
il 1452 e il 1455.
(immagine da Wikipedia) |
Ma ha già ha forme diverse e mutevoli, perché
diversi e mutevoli sono i supporti che servono a
leggerlo.
Tutto questo significa che non possiamo
continuare a fare i libri solo seguendo
l'arte di Aldo Manuzio e poi affidare a
qualcuno il compito di adattarli al formato
dell'ebook.
"Qualcuno" che di solito è una
persona capace di usare il computer. Possibilmente
"nata digitale" (largo ai
giovani!), ma che proprio per questo non ha
avuto il tempo di acquisire la cultura, il
senso del libro come lo conosciamo da
secoli.
Gli ebook sono
pur sempre libri. Per farli occorre qualcuno che
sappia anche come si fanno i volumi tradizionali, prima di affrontare i nuovi.
E che quindi sia capace di progettare un
libro che possa essere letto con lo stesso
piacere sulla carta o su uno schermo
elettronico.
Insomma, se lo stesso libro deve assumere
mille forme differenti, l'edizione
dell'ebook non può essere un lavoro separato
dall'edizione tradizionale. Non basta
convertire un testo digitale da un formato a
un altro.
Il self-publishing
L'ebook non è solo una nuova
opportunità per gli editori. E' anche il
mezzo che consente agli scrittori di pubblicare
le loro opere senza l'intermediazione di un
editore: si chiama self-publishing.
Ma di solito un autore non ha le competenze
necessarie per trasformare un testo in un
libro. Ho pensato Tabulas
anche per questo: per aiutare i
self-publisher a realizzare i loro ebook con
la qualità di un prodotto editoriale
professionale.
Qui c'è il Manuale
di redazione del self-publisher. Presenta, in
una forma che spero abbastanza
semplice, le nozioni basilari per una
scrittura corretta ed efficace. E ci sono le
pagine dedicate al self-publishing nei suoi
diversi aspetti. Vi suggerisco di leggere,
tanto per incominicare, Per l'autore che vuole essere editore di
se stesso e Per fare un libro non basta lo
scrittore. Serve anche l'editor.
Ricordando sempre che, di bit o di carta,
un libro è sempre un libro: parole messe in
fila per esprimere qualche idea.
(Aggiornato 11 gennaio
2016).
|