La combinazione
e-book/e-reader offre delle possibilità impensabili fino a
poco tempo fa. E la
lettura è pienamente soddisfacente, anche senza i colori e
gli elementi di contorno di un tablet.
La notizia del giorno che ricorre periodicamente nelle
rubriche che si occupano di tecnologia è il “fenomeno”
ebook. Di solito appare quando da oltre oceano arriva la
notizia che le vendite di libri in formato elettronico
hanno superato quelle nel tradizionale supporto cartaceo.
Il confronto con la situazione italiana è il passaggio
successivo, e purtroppo la “provincia dell’impero”
non fa una gran bella figura. Il catalogo non è
assolutamente paragonabile, qualche migliaio di titoli
contro centinaia di migliaia, senza contare quelli di
pubblico dominio.
L’impressione immediata che si trae è che gli
editori debbano ancora prendere confidenza con un fenomeno
che in qualche maniera
Premetto che ritengo la carta un supporto ancora
imprescindibile e insostituibile, a partire – non lo
nego – dal suo profumo; tuttavia, la combinazione
e-book/e-reader offre delle possibilità impensabili fino
a poco tempo fa.
Un e-reader è in grado di contenere non meno di un
migliaio di libri, e, ove sia possibile inserire una
scheda di espansione, alcune migliaia.
Non è il dato in termini assoluti che rileva, quanto
piuttosto il fatto che il dispositivo consente al lettore
di avere con sé, in pochi etti e con ingombri minimali,
una collezione di testi sufficiente a soddisfare il più
vorace dei lettori da ombrellone (o da malga di montagna,
per la par condicio).
Già, il tablet: il dispositivo del momento, a partire
dall’iPad.
Il paragone è inevitabile: a che serve un e-reader quando
c’è l’iPad, o uno Xoom, che tra l’altro fanno molte
più cose? La risposta è semplice: per leggere non serve
la mail, il browser (anche se il Kindle, ad esempio, ha un
browser sperimentale che permette la consultazione di
Wikipedia in inglese con la connessione 3G incorporata (e
gratuita) e di parecchi siti con quella wifi).
Per leggere occorre un display chiaro, ben contrastato,
leggibile alla luce del giorno e che non affatichi gli
occhi. Aggiungiamo un paio di settimane di autonomia della
batteria e il quadro è completo.
Gli amanti della parola scritta hanno a
disposizione uno strumento formidabile per completezza e
versatilità, e rappresentano un mercato che, se
adeguatamente “coccolato” (mi si passi il termine)
potrebbe dare soddisfazioni enormi ad un settore che ne ha
bisogno. E non prendo in considerazione il settore
professionale, nel quale si stanno compiendo alcuni primi
passi, ma che può costituire un altro mercato dalle
enormi potenzialità.
Aggiungo un’altra considerazione, per il momento:
penso alle edizioni esaurite, fuori catalogo o che gli
editori stanno per mandare, o hanno già mandato, al
macero. Con costi ridotti ed un magazzino ridotto allo
spazio fisico di un server, libri oggi confinati nelle
biblioteche o dagli antiquari potrebbero avere una nuova
diffusione, per il piacere di molti, la soddisfazione di
tanti e il beneficio di tutti, perché più il pensiero si
diffonde maggiore è il vantaggio collettivo (e qui il
pensiero corre naturalmente all’art. 1, sez. 8 della
Costituzione degli Stati Uniti: [The Congress shall
have Power] To promote the Progress of Science and useful
Arts, by securing for limited Times to Authors and
Inventors the exclusive Right to their respective Writings
and Discoveries, ma questa è un’altra storia).
Forse è il momento giusto per redigere un indice dei
motivi per i quali l’editoria elettronica merita molta
più attenzione da parte di autori, editori e anche dello
stato (l’ebook sconta l’IVA al 20%), senza commettere
gli errori che hanno caratterizzato il settore musicale.
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