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Un nuovo tandem alla guida del Salone del libro di Torino

Dalla carta all'app: così cambia il modo di leggere

In primo piano -  5 giugno 2015

Tutti d'accordo: Giovanna Milella presidente e Giulia Cogoli direttore della manifestazione sono un'ottima scelta. Ma un compito difficile aspetta le due signore: accompagnare l'evoluzione "crossmediale" del libro.

Lo so, l'aggettivo "cross-mediale" è orrendo, con o senza trattino. Ma per il momento non ce n'è uno migliore per indicare il cambiamento che si verifica nel nostro tempo in tutti i mezzi di comunicazione : l'incrocio, l'ibridazione, la con-fusione (col trattino, e anche senza).

E' il prodotto della digitalizzazione delle informazioni, che riduce ogni contenuto a uno "stato liquido". In questo modo può prendere la forma di qualsiasi contenitore.
Così la televisione si vede anche sul PC e sul tablet, via internet. L'apparecchio televisivo - purché "furbo" (smart) - ci porta anche il web e diventa anche social. Il giornale ci arriva anche via web e anche sul telefonino. E il telefonino - sempre "furbo" - ci porta tutto (in parte anche la televisione) e persino i libri.

Già, i libri. I tradizionali pacchi di fogli di carta legati non sono più l'unico dispositivo per la lettura. I libri, che oggi sono in formato digitale prima di essere stampati sulla carta, si possono leggere sull'apposito apparecchio, l'ebook reader. Ma anche sul PC, sul tablet, volendo anche sul televisore.

Ma la forma liquida non è utile solo per leggere su diversi dispositivi. E' utile per acquistare i libri, in pochi secondi, senza doversi recare in una libreria. Per leggerli "a noleggio" con una spesa insignificante. Per conservarli senza occupare uno spazio fisico, su apparecchi personali che servono anche ad altri scopi. O su una "nuvola" (cloud), restando nella disponibilità dei rispettivi proprietari. Il che li rende di fatto  imperdibili e indistruttibili.

Tutto questo determina grandi cambiamenti nell'ecosistema del libro, nella lettura e nello studio, nella scrittura e nella filiera editoriale.
Ma il Salone del libro, soprattutto come si è presentato nell'ultima edizione, sembra ignorare questa realtà. Resta ancorato all'idea del libro come oggetto di carta stampata e rinuncia quindi, a priori, a seguirne l'evoluzione (vedi Torino, Salone del libro 2015. Verso la fine della crisi?).

C'è da considerare un punto essenziale: nel momento in cui il libro si apre su un dispositivo elettronico, non è più "il libro" che conosciamo da tempi di Aldo Manuzio. E' un contenuto digitale che si mescola con altri contenuti digitali - musica, giornali... - ed entra in concorrenza con una miriade di app. Così muta anche il rapporto tra il lettore e il libro.

E' un processo inarrestabile. Pensiamo a come è cambiato il modo di ascoltare la musica dai tempi dei dischi in vinile, e anche dei CD. In pochi anni. Con le tecnologie elettroniche il nastro magnetico è scomparso dalla produzione del video e la pellicola è scomparsa dalla distribuzione cinematografica (vedi Il futuro dei volumi di carta  è fatto anche di bit). Persino i faldoni della pubblica amministrazione e dei tribunali sono gradualmente "dematerializzati" e sostituiti da documenti elettronici..

Il libro segue un'evoluzione simile. Il caro vecchio parallelepipedo di carta non sparirà tanto presto. Forse non sparirà mai. Ma è inevitabile che il formato elettronico si affermi, in tempi non tanto lunghi, come formato di elezione, almeno per l'editoria che possiamo chiamare "di consumo". E formato elettronico significa anche "crossmediale".

Con questo aggettivo deve misurarsi ogni riflessione e ogni manifestazione che voglia accompagnare - e, se possibile, precedere - l'evoluzione del libro. A partire dal più importante evento italiano, il Salone torinese, che ogni anno dovrebbe fare il punto sul mondo dell'editoria. Un mondo che cambia, anche se qualcuno non se ne accorge.

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