Due notizie, a pochi giorni l'una dall'altra: il Kindle compie cinque anni di
vendite in Italia e la Commissione europea ha scoperto che libri elettronici e
libri di carta sono la stessa cosa. Ma l'ebook resta un corpo estraneo nel mondo
dei libri.
Per capire lo "stato dell'arte" si può incominciare dal comunicato
di Amazon che ricorda i cinque anni del Kindle. E' una lettura interessante,
perché descrive bene l'ecosistema del libro in formato elettronico, assai
diverso da quello del libro di carta.
Ma è solo la parte buona del discorso. C'è anche una parte
"cattiva".
Quando si parla di tecnologie, cinque anni sono un tempo piuttosto lungo. Provo
a ricostruire l'evoluzione dell'ebook in Italia rileggendo gli articoli di
Tabulas da...prima dell'inizio. "Prima dell'inizio" perché i libri in
formato elettronico sono nati negli anni '70 del secolo scorso e il primo
lettore con schermo simile alla carta è del 2004, opera di Sony, Philips ed
E-ink. Il primo Kindle vede la luce nel 2007.
Possiamo fissare appunto il 2007 come "anno uno" dell'ebook
destinato a una larga diffusione. Per me il punto di partenza resta un articolo
di Giancarlo Livraghi, pubblicato su Gandalf
nell'ottobre del 2010. Da un po' di tempo ero interessato agli ebook e le
osservazioni del bibliofilo (e anche amico e maestro) mi avevano incuriosito.
L'articolo si intitolava Le malattie infantili degli
"e-book". Leggerlo oggi può essere illuminante,
insieme a Far morire gli e-book perché
possano nascere e Le
balordaggini degli e-book.
Il secondo e il terzo articolo erano il risultato di interminabili
discussioni al telefono tra Roma e Milano e di alcuni pezzi che nel frattempo
avevo scritto sull'argomento (Giancarlo non c'è più e mi dispiace pensare che
non riceverò una telefonata con i suoi commenti di amante dei libri e lucido
osservatore delle tecnologie).
A quel tempo, nel 2010-2011, gli ebook - intesi sia come libri sia come
apparecchi di lettura - erano ancora rudimentali, come rudimentali erano i
software per produrli. Era molto difficile ottenere qualcosa di decente da un
testo che non fosse di pura e piatta narrativa (vedi "Il grafico impaginò la
propria lapide e spirò").
All'inizio del 2011 avevo comperato il mio primo e-reader (un coso di
insopportabile lentezza, pagato ben 219 euro) e avevo affrontato i problemi
"di sistema" dei libri in formato elettronico in diversi articoli: fra
gli altri, E-book e DRM: anche i
libri
sotto chiave?, Il lettore
amputato
nel giardino chiuso, E-book,
tutti i problemi del mondo che cambia, Libri
liquidi, dove sono gli editori?.
Andrea Monti faceva il controcanto:
Non
ci sono solo gli e-reader, E-book,
editori e termovalorizzatori, Scrivere in e-book,
Il futuro di un mestiere antico, Un
capolavoro può valere meno di un euro?
Arriva il 1. dicembre 2011. Il Kindle sbarca in
Italia con un carico di novità. Ma le polemiche
continuano, anzi crescono di tono. Ecco un esempio che risale all'aprile del
2012: Se
l'ebook è il diavolo, la carta non è l'acquasanta. Vale
la pena ricordare che contro gli ebook aveva aperto il fuoco per primo Umberto
Eco con Jean-Claude Carrière, in un libello-conversazione del 2009 intitolato
" N'espérez pas vous débarresser des livres" (Non sperate di
liberarvi dei libri -
Eco, Carrière e l'ebook: chiacchiere da
intellettuali di carta).
Il seguito è fatto di evoluzione tecnologica, con gli schermi a
illuminazione frontale, e di "pulizia" del mercato: sono scomparsi i
tanti formati e i tanti (e spesso insoddisfacenti) dispositivi di lettura. Sono
sopravvissuti solo i formati Kindle ed ePub.Che oggi si fanno concorrenza con
due linee di ereader, da una parte i Kindle e dall'altra i Kobo.
Ma la guerra contro i libri liquidi non è cessata: ancora nello scorso mese
di settembre l’avvocato generale della Corte di giustizia
europea Juliane Kokott sosteneva che un ebook non è un libro, ma un
"servizio" e quindi non può godere dell'IVA
agevolata prevista per il libri stampati.
Ora arriva la proposta
della Commissione dei Bruxelles che, se approvata, lascerà liberi gli Stati
membri di constatare che "un libro è un libro" e che quindi ebook e
libri stampati possono essere soggetti allo stesso regime dell'IVA.
In tutto questo ci sono molti editori che non credono che l'ebook sia una
cosa seria. Alcuni rifiutano ancora di pubblicarli, molti li vendono a prezzi
esagerati "per non fare concorrenza ai libri di carta". Si arriva al
paradosso di un editore che pubblica quasi solo ebook, ma non accetta in lettura
testi inviati per email: non apre gli allegati perché ha paura dei virus.
A questo punto mi pare inutile insistere su cose che ho scritto fino alla
noia. E se mi sono annoiato io a scriverle, figuriamoci voi a leggerle!
Non credo che mi occuperò ancora di questi problemi. Per adesso ho altro da
fare: con il nuovo anno andate a dare un'occhiata alla home page di InterLex.
Buone feste e buone letture a tutti.
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