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BLOG 2011-2013 |
Blog 2014-2015 Indice
dei post
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Masterpiece: anche io
stravolta
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Alessandra Oddi Baglioni - 16.12.13
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Anche io stravolta. Più modestamente avevo cominciato a
riempire il modulo questa estate e lo avevo trovato anche
divertente. In effetti qualche sospetto mi era venuto, quando
avevo visto che il testo scritto era proprio l'ultima cosa che
ti chiedevano.
Poi si apre questa cosa così surreale e non so se siano
peggio i concorrenti o i giudici .Anche questi ultimi si
atteggiano a fare gli spiritosi, a colpire il pubblico, il
libro tirato in testa al concorrente fa parte di tutto ciò.
Mi pare però che anche l'audience non li abbia favoriti
molto.
Alessandra Oddi Baglioni
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Masterpiece: "non
l'ho visto e non mi è piaciuto"
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Guido Mattioni - 05.12.13
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Caro Manlio, fammi dire innanzitutto che in merito a Masterpiece ammiro sopra ogni cosa il tuo coraggio: lo hai guardato. Io mi sono limitato a "intuirlo" e questo mi è ampiamente bastato; come avrebbe scritto il mio grande primo direttore, Indro
Montanelli, "non l'ho visto e non mi è piaciuto".
A leggere invece di questa "cosa" sui giornali - godendo dei suoi franosi indici di ascolto - mi è sorto un dubbio. Che condivido con te: dei tre giudici di gara di Masterpiece ce n'è uno, la
Selasi, che ha scritto soltanto un libro (in inglese, tradotto in Italiano) e che non è nemmeno di madre lingua italiana.
Domanda penso legittima: in base a quale criterio è stata scelta per giudicare aspiranti scrittori italiani?
1) Perché è gnocca?
2) Perché fa tanto politically correct averla in trasmissione in quanto è
nigerian-ghanese?
3) Perché porta bene il tacco '15?
4) Perché il taglio di capelli "afro" andrà tanto di moda nel 2014?
5) Per fare vendere alla Einaudi un romanzo che altrimenti non avrebbe comprato nessuno?
6) Perché è sopravvissuta alla lettura dell'ultimo libro di Andrea de Carlo?
(Barrare la casella preferita) Guido Mattioni
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Le classifiche degli
ebook. Numeri senza senso?
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04.12.13
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Le classifiche delle vendite dei libri sono importanti,
perché fanno vendere i libri che sono in classifica. Sembra
un bisticcio di parole, ma è la verità. Servono anche agli
editori per capire i generi e gli autori che
"tirano" di più e scegliere i libri da pubblicare.
Ogni libreria rende note le proprie classifiche, poi qualcuno
mette insieme i dati e tutti sono contenti. Tranne gli autori
che non riescono a vedere i loro libri ai piani alti delle
graduatorie.
Fino a questo punto è tutto normale, se parliamo di libri
carta.
Ma quando si tratta di ebook i conti non tornano. Anche per i
libri in formato elettronico ogni negozio online pubblica le
proprie classifiche. Ma per i libri stampati i risultati
cambiano di poco tra un negozio e l'altro ed è facile capire
quali sono i veri best-seller. Invece per gli ebook ci sono
molte differenze. Un libro che "va forte" su un sito
può non comparire affatto su un altro. E siccome nessuno sa
quali siano i numeri reali, quale sia la quota di mercato di
ogni store, quelli che si industriano a stilare
classifiche generali vanno "a naso" o inventano
formule improbabili per dare l'idea di quali opere siano più
apprezzate dai lettori.
Però in tutto questo c'è un trucco di bassa lega. Infatti
tutte le statistiche che si trovano in rete sono basate sui
dati dei negozi italiani, che vendono quasi esclusivamente
ebook in formato ePub. Si finge di ignorare che i libri nei
formati Kindle, venduti solo da Amazon, sono più di quelli
venduti in formato ePub da tutti i negozi italiani messi
insieme. E' un dato che gli addetti ai lavori conoscono bene,
ma si scambiano a bassa voce.
Allora, per capire quali sono gli ebook più venduti, basta
andare a vedere le statistiche di Amazon, aggiornate
praticamente in tempo reale. Sono graduatorie che hanno un
senso, perché ricavate da un campione significativo e
omogeneo. Allora, perché non parlarne?
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Eco, Carrière e l'ebook:
chiacchiere da intellettuali di carta
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10.11.13
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Nel forum di Amazon tiene banco una discussione sul libro di Umberto Eco e Jean-Claude Carrière "Non sperate di liberarvi dei
libri", edito da Bompiani. Due intellettuali del passato
che celebrano se stessi e le proprie opere, cercando di
superarsi a vicenda con citazioni erudite. E continuano a
confondere il contenuto di un libro con il supporto di
lettura.
Naturalmente gli interventi nel forum si dividono tra quelli
che hanno capito il senso dell'innovazione e quelli che
continuano ad annusare i libri. Non capisco perché l'odore
dei libri di carta (che nella maggior parte di casi puzzano)
continui a suscitare tanto interesse. Sugli ebook ci sono ben
altri temi da dibattere. Il prezzo, tanto per incominciare: il
libello in questione costa 8,50 euro su carta e 6,99 in
formato ebook. Non ha senso.
Conforta vedere che ai lettori non è piaciuto molto: tre
stelle e mezza su cinque.
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No ebook? No compero.
Einaudi persevera e sbaglia l'ortografia
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03.11.13
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Che tempo che fa, poco fa. E' appena finita
l'intervista di Fabio Fazio a Francesco Piccolo per il libro
Il desiderio di essere come tutti, edito da Einaudi. Mi
interessa, voglio comperarlo subito. Mentre corre la
pubblicità mi collego alle librerie on line. Non c'è.
Vado a vedere sul sito di Einaudi, che mi offre - bontà
sua - un estratto in PDF. Lo scorro e la prima cosa che mi
salta agli occhi è un ripetuto errore di ortografia: "piú",
con l'accento acuto, invece che "più", con
l'accento grave (verifico per la millesima volta sui siti
dell'Accademia della Crusca e della Treccani).
Ortografia a parte, il libro mi interessa sempre di più. Ma
l'ebook non c'è. Così tra poco incomincerò la notte con un
altro libro (vedi anche Finalmente
Lucarelli. Ma perché non c'è l'ebook?).
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Mondadori apre il
salotto del self-publishing. E fa sul serio
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29.10.13
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Adesso c'è. Annunciato da tempo, rimandato tante volte, il
sito di Mondadori dedicato al self-publishing è qui: www.scrivo.me.
Molto interessante.
E' una novità signficativa nel mondo editoriale italiano.
Perché nasce a Segrate sotto la guida di un esperto come
Edoardo Brugnatelli e si pone quindi come "altro"
rispetto alla miriade di siti dedicati al self-publishing che
popolano il web, nati "dal basso" .
Potrebbe essere una chiave per aprire la porta a un self-publishing
di qualità. Un modo per far nascere ed emergere opere che
si distinguano dalla marea montante di autopubblicazioni che
soddisfano solo la voglia di scrivere dei loro autori.
Ne riparleremo molto presto. |
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Col tempo l'ebook batte la
carta. Parola di Amazon
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22.10.13
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Questo grafico di Amazon (rilanciato da Enrica Menozzi di Simplicissimus)
rivela un dato importante. Non solo nella grande libreria on
line le vendite di ebook superano in poco tempo quelle dei
libri di carta, ma il momento del sorpasso non è legato al
periodo trascorso dopo il lancio del sistema. Infatti alla
prima occhiata si vede che il punto di pareggio è stato
raggiunto dopo quattro anni negli USA e dopo solo due in UK.
Il punto è che in America il Kindle è stato introdotto nel
2007 e in Gran Bretagna nel 2009. Dunque, in sostanza, il
libro elettronico ha raggiunto il libro di carta nello stesso
periodo sulle due sponde dell'Atlantico.
Sono dati da considerare nel loro contesto, perché Amazon non
è il mercato del libro, ma solo il più importante
distributore di ebook. Ma è vero anche che Amazon è stato il
primo grande negozio on line di libri tradizionali.
Viene naturale chiedersi a che punto siamo in Italia,
dall'osservatorio di Amazon. Ma, per il momento, preferisco
non saperlo...
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L'amorte (degli
editori?) e il self-publishing con Bergonzoni
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28.09.13 |
A Senigallia, il 19 e 20 ottobre 2013 si svolge il primo International
Self Publishing Festival, organizzato da Narcissus.
Tra gli eventi in programma ne voglio segnalare due: il primo
è una performance in piazza, al Foro Annonario, di Alessandro
Bergonzoni (che non è un self-publisher, pazienza!).
Il secondo è una sorpresa. Lunedì 30 l'anticipazione su
queste pagine.
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Finalmente Lucarelli.
Ma perché non c'è l'ebook? |
01.07.13 |
Aspettavo da molto tempo un nuovo romanzo di Carlo Lucarelli
con l'ispettore Grazia Negro e la sua Bologna. E' uscito,
finalmente, "Il sogno di volare". Ma solo su carta.
Eppure Einaudi ha un vasto catalogo di ebook, anche di
edizioni recenti. Se ci fosse l'ebook, l'avrei letto tutto
prima di domani mattina. Davvero è difficile capire le
politiche degli editori per i libri in formato elettronico.
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Anche Wagenbach
confonde l'ebook reader con l'ebook |
02.06.13 |
Mi era sfuggita un'intervista di Renato Minore a Klaus
Wagenbach su Il Messaggero del 20 maggio scorso, durante
il Salone del libro di Torino. Ora recupero un
"perla" molto significativa per capire perché tanti
"intellettuali", in particolare editori, nutrano una
"profonda avversione" per il libro elettronico (vedi
qui sotto
Roberto Calasso, la Rete e la profonda avversione per
il libro).
Klaus Wagenbach è un editore tedesco che per molti versi può
essere paragonato appunto a Calasso: in particolare ha fatto
conoscere ai tedeschi i più significativi autori italiani del
secolo scorso, a partire da Carlo Emilio Gadda.
Inevitabile la domanda sugli ebook: «Cosa pensa delle nuove
tecnologie? Guarda con sospetto l'ebook o è un passaggio
obbligatorio e il libro tende a scomparire?».
Ed ecco la risposta: «Immagino uno scenario futuro: in una
casa trovi un libro che si chiama Le metamorfosi e,
accanto, uno strano oggetto di plastica che porta in calce lo
stesso nome. Vuoi sapere di cosa si tratta. Per l'oggetto di
plastica non trovi la presa di corrente adatta, il suo
programma non si può leggere in nessuna maniera e resta
inservibile. Il libro lo spolveri e inizi subito a leggerlo:
"Un mattino al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa
si trovo trasformato in un enorme insetto". Il libro
esiste da cinquecento anni, l'oggetto di plastica da pochi
anni».
Alt, c'è qualcosa che non va: l'incipit de Le
Metamorfosi di Ovidio è "A narrare il mutare delle
forme in corpi nuovi mi spinge l'estro". Quello citato da
Wagenbach è l'incipit de La metamorfosi di
Franz Kafka...
Trascuriamo il deplorevole refuso e andiamo al sodo. L'editore
tedesco paragona un'opera al suo occasionale contenitore. Per
essere chiari: qualcuno può pensare che La Divina Commedia
sia un capolavoro assoluto nell'edizione del 1868 con le
incisioni di Gustave Doré, un'opera mediocre se stampata in
brossura senza illustrazioni e una schifezza in una versione
in ebook che si può scaricare gratis dalla Rete?
L'opera di Dante rimane la stessa in qualsiasi edizione. Ma
Wagenbach (e Calasso e tanti altri) non sanno scindere il
contenuto dal contenitore, il corpus mysticum dal corpus
mechanicum. Per loro un libro è un "libro" solo
se è stampato su carta.
Questo è un pregiudizio che fa male alla cultura e alla
conoscenza. Frutto del "panico digitale"
che rallenta il progresso e fa strage di foreste per
fabbricare inutile carta.
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Panico digitale? Stiamo
calmi e ragioniamo due minuti |
20.05.13 |
Stiamo calmi, non facciamoci prendere dal panico. Panico di
che? "Il panico digitale che fa più belli i libri",
come recita il titolo dell'articoletto di Elena Stancanelli su
repubblica.it.
La scrittrice racconta di essere andata al Salone del libro
per la prima volta dopo quindici anni. E ha osservato che «15
anni fa non esisteva l'editoria digitale. Che in poco tempo ha
scalato la classifica delle "cause dell'inevitabile e
prossima estinzione della lettura come attività umana"».
Che significa? Chi ha detto che il leggere sia destinato a
un'inevitabile e prossima estinzione? Basta guardarsi intorno
per vedere che la diffusione degli strumenti informatici (PC,
tablet, e-reader, persino i telefonini) induce alla
lettura un'enorme massa di persone, anche quelle che non sono
abituate a leggere libri.
Scrive ancora Stancanelli: «Dentro il Salone ci sono alcuni
stand di ebook. Direi in una percentuale dello 0,01% rispetto
a quelli di libri tradizionali. Peraltro abbastanza deserti,
dal momento che la loro mercanzia, sugli scaffali, è assai
poco allettante».
Statistiche ufficiose dicono che oggi in Italia i libri
elettronici rappresentano una quota tra i 4 e il 5 per cento
(ma domani, nel consuntivo del Salone, vedremo che la cifra è
probabilmente sottostimata). Il fatto è che i libri in
formato elettronico sono immateriali, non si vedono, e quindi
non possono far bella mostra di sé sugli scaffali.
Infine la scrittrice sostiene che i libri di carta «...oggettivamente
funzionano meglio degli ebook. Provate a leggere un romanzo di
500 pagine su uno schermo, provate ad andare avanti e indietro
con le pagine: troppo difficile. Provate a immaginare
biblioteche intere senza copertine: impossibile».
Adesso sono io nel panico. Perché non ho solo
"provato" a leggere un romanzo di 500 pagine (non su
"uno schermo", ma sulla superficie dell'e-paper che
spesso è più leggibile della carta): da un rapido conto
sugli indici dei miei e-reader scopro che contengono almeno
30.000 pagine, acquisite in due anni. E ne ho lette almeno un
terzo. No, non ho trovato "troppo difficile" andare
avanti e indietro premendo un bottone o toccando lo schermo.
Ma, soprattutto, ho trovato spesso passaggi o singole parole
con la funzione di ricerca testuale, impossibile sui libri di
carta.
Infine la vecchia storia che gli ebook non hanno le copertine.
Lo può affermare solo che non hai mai aperto un solo ebook:
tutti hanno la loro brava copertina. E in molti casi quella
dell'ultimo libro aperto resta visibile anche sullo schermo
del reader spento.
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Roberto Calasso, la Rete
e la profonda avversione per il libro |
18.04.13 |
Vorrei leggere L'impronta dell'editore di Roberto
Calasso, perché qualsiasi cosa il presidente di Adephi
dica o scriva sui libri merita la massima attenzione.
C'è un problema. Quando voglio "leggere" un libro
lo compero in ebook. Se poi lo voglio anche "avere",
compero il volume di carta. Ma L'impronta dell'editore
non è disponibile in formato elettronico. Dunque ora non lo
posso leggere, chissà se avrò voglia di comperarlo.
Però nel corso della ricerca ho trovato un recente video di Calasso ospite di Che tempo che fa,
nel quale parla del libro e dice cose interessanti anche sui
libri elettronici e sulla Rete.
"Penso che all'interno di questo sommovimento enorme che
è dato dalla Rete, sommovimento psichico - dice Calasso
- ci sia una profonda avversione per questo oggetto che
lei vede... odio per questo parallelepipedo, un profondo odio,
una profonda avversione, giustificata perché il libro
corrisponde a una modalità della conoscenza che è
incompatibile con quello che viene propugnato dalla Rete. La
Rete è la conoscenza come protesi, è l'occupazione della
mente con uno sciame di bit digitali che è esattamente
l'opposto di ciò che è la conoscenza in senso metamorfico,
cioè di qualcosa che trasforma il soggetto che conosce. Sono
due vie opposte, incompatibili, lo saranno sempre".
Sono d'accordo con Calasso quando dice che un libro vale se
cambia chi lo legge. Ma perché una persona dovrebbe essere
cambiata da un libro stampato sulla carta e non dallo stesso
libro letto su un e-reader?
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Per gli editori i libri
elettronici fanno male ai bambini |
11.04.13 |
Finalmente vede la luce il decreto che attua una norma di legge del 2008
per l'adozione dei libri elettronici nelle scuole. Reazione
furiosa della filiera del libro, che in una nota arriva ad
affermare: "A oggi non è dimostrato da nessuna parte che
l’impatto sempre più pervasivo degli strumenti elettronici
sui ragazzi non sia nocivo per la salute, senza contare che la
memorizzazione e la comprensione sono meno sollecitati dai
supporti elettronici".
Già. E come la mettiamo con i danni - ampiamente dimostrati -
che il peso dei libri di carta negli zainetti provoca sulle
colonne vertebrali nell'età dello sviluppo?
Ma non è questo il punto da discutere. E' nella frase
"La filiera del libro e della carta, al contrario,
riafferma il valore pedagogico e la centralità del libro a
stampa, che dovrebbe quindi rimanere irrinunciabile".
Oggi la "centralità" è quella del libro liquido,
che in molti casi conviene realizzare (anche) in forma
cartacea. E che potrebbe assicurare alla filiera ricavi
consistenti, se si adeguasse all'innovazione invece che
difendere posizioni di rendita.
Ne riparleremo presto.
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Tutta colpa di Radio Libri
(e dei brutti libri) |
02.04.13
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Perbacco, Tabulas è fermo da due mesi. Sono molti i
lettori che mi chiedono se ho gettato la spugna. No, non
ho deciso di lasciare che queste pagine vadano alla
deriva. Ma per tenere aggiornato un sito serve tempo. E
una parte significativa del mio tempo, da alcuni mesi,
è occupata dalle letture per le recensioni di Radio
Libri. Perché i libri di cui parlo li leggo per
davvero, dalla prima all'ultima pagina. Anche se sono un
lettore veloce, ogni settimana se ne vanno molte ore.
Così altri impegni vengono rimandati. Ci sono anche da
mettere nel conto le false partenze, i libri che
incomincio a leggere e abbandono a metà o addirittura
dopo le prime pagine. Di questi non parlo a Radio Libri.
Così rispondo anche a quelli che mi hanno chiesto
perché a Radio Libri parlo solo di libri buoni. E'
semplice: ho a disposizione due minuti alla settimana e
non mi pare giusto sprecarli per parlare di un'opera
scadente, se non proprio brutta.
Ma, abbiate fiducia, il prossimo numero di Tabulas è
vicino. Fra l'altro voglio darvi conto della
conversazione che ho avuto poco fa con un editore che
non ama gli e-book. Molto interessante.
(vedi Quelli che... "se faccio gli ebook me li
copiano subito")
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Gli editori e i
numeri degli ebook (2). E i numeri di Amazon?
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17.12.12
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Se ieri sera avevate altro da fare, andate a vedere
adesso l'inchiesta di Report su Amazon.it.
Nella quale c'è la conferma che (oltre a non pagare le
tasse in Italia) la ditta di Jeff Bezos non fornisce
cifre sulle vendite. Neanche ai suoi fornitori.
Dunque, come sospettavo, i dati sulle vendite di ebook
in Italia diffusi dagli editori non comprendono quelli
distribuiti da Amazon (vedi il post precedente).
La domanda ora è: quanto incidono le vendite di Amazon
sul totale? In assenza di dati ufficiali si deve fare
qualche conto, partendo dai dati disponibili. Il dato
che risulta a me per Libri Liquidi è di circa quattro
copie in formato Kindle per una copia in formato ePub.
Ho avuto qualche conferma di questo rapporto da parte di
altri operatori.
In conclusione: la percentuale indicata dagli editori
(neanche loro danno cifre assolute) dovrebbe essere
moltiplicata per cinque.
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Cacciari e la
fine del libro. Gli editori e i numeri degli ebook
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11.12.12
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Si è conclusa la fiera "Più libri più
liberi", che ogni anno viene disorganizzata a Roma
sotto Natale. Centinaia di piccoli e medi editori si
ammassano nel Palazzo dei congressi, uno spazio inadatto
e soprattutto troppo piccolo: sono molti, da anni, gli
operatori che non riescono ad avere un posto in una
manifestazione che comunque attrae un'imponente folla di
visitatori.
Non manca il contorno di convegni e presentazioni di
libri, né si fanno desiderare troppo personaggi come
Roberto Saviano o Nanni Moretti. In un angolo di caos
chiamato - chissà perché - "caffè
letterario", si tengono conferenze e dibattiti.
Quest'anno all'apertura ha parlato Massimo Cacciari, che
si è disperato per il "problema epocale della fine
del libro". Ed è anche convinto che "navigare
in rete non è un'esperienza". E allora che cos'è,
egregio professore? Ma non importa, i filosofi non sono
obbligati a fare in conti con la realtà.
I conti con la realtà li hanno fatti invece gli
editori. E sono conti poco allegri, perché anche i
libri risentono della crisi economica e le vendite
diminuiscono.
In chiusura sono stati diffusi i dati dell'Ufficio studi
dell'Associazione Italiana Editori (AIE) sul settore
degli ebook (qui il comunicato). Sembra che tutto
vada a gonfie vele, ma il totale dei libri elettronici
sarebbe solo pari all'uno per cento del mercato. Cioè
più o meno la stessa quota di un anno fa. Il dato è
poco credibile, sia per le altre cifre contenute nello
stesso rapporto, sia per quanto dice qualche operatore
specializzato. Che parla di una crescita superiore al
100 per cento, prima del picco che si registra per le
feste di fine anno.
Ne riparleremo in gennaio.
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El
especialista de Barcelona,
l'ebook e l'acquisto d'impulso
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26.11.12
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E' uscito per i tipi di Dalai il nuovo romanzi di Aldo
Busi, El especialista de Barcelona. L'efficiente
fabbrica del successo editoriale lavora a pieno
ritmo. Viene il sospetto che le polemiche sui rifiuti di Mondadori e
di Giunti fossero l'astuta preparazione della
campagna promozionale. Ora lo scrittore dilaga sugli
schermi televisivi, da un canale all'altro. Ieri sera su
La7 commentava le primarie del PD, oggi è ospite di
Corrado Augias a Le storie - Diario italiano.
Intelligente, polemico, aggressivo come sempre. Perfetto
promotore di se stesso. Augias sembra entusiasta del
libro, ne legge alcuni passaggi intriganti. Mi
incuriosisce.
Pochi clic e l'ebook è sul mio reader, mentre Augias e
Busi sono ancora sullo schermo.
Penso che in altri tempi non avrei comperato subito il
libro; forse non lo avrei comperato mai. Perché non mi
fido delle campagne mediatiche. Preferisco sentire
diversi giudizi, non accodarmi alle tendenze del
momento. E poi, forse, lasciarmi tentare dal volume in
mostra sul banco di una libreria.
Ma adesso c'è l'ebook. Così sono diventato un
"acquirente d'impulso" e compero più libri di
prima. Anche perché non hanno bisogno di spazio
sugli scaffali strapieni.
E leggo più libri. Più libri nello stesso tempo,
perché li ho tutti con me sul reader e si aprono subito
sull'ultima pagina che ho letto. Molti non li finisco,
alcuni restano alle prime, deludenti pagine e prima o
poi saranno cancellati senza rimorsi. Mentre un libro di
carta non si butta mai via, anche se è pessimo. Forse
è una forma di perversione, come quella da cui sono
affetti gli ostinati annusatori della carta stampata.
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Il Gattopardo in
ebook? Solo versioni pirata
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23.11.12
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Voglio rileggere un brano de Il Gattopardo di
Tomasi di Lampedusa. Ma il volume non è più al suo
posto nello scaffale. Trovo che è più rapido
acquistare l'ebook che intraprendere un ricerca
che potrebbe essere vana.
Niente da fare. Feltrinelli offre le due edizioni su
carta, normale ed economica, ma niente ebook.
Però, se cerco con Google "il gattopardo
ebook" trovo una quantità di edizioni in formato
PDF. Tutte gratis.
Poi dice che gli editori non vogliono pubblicare in
ebook perché temono la pirateria...
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Kobo Glo, prime
impressioni sull'evoluzione della specie
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12.11.12
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Ho provato il Kobo Glo. Troppo poco per un vero test, ma
abbastanza per capire che siamo a una svolta nel settore
degli e-reader. Tanto per incominciare, è un bell'oggetto,
che per estetica e usabilità si inserisce perfettamente
nelle tendenze segnate dai dispositivi tecnologici che
oggi vanno di moda. Al confronto il Kindle, uscito
appena un anno fa, appare già datato. Certo, il
confronto va fatto con il Kindle Paperwhite e spero di
poterlo fare presto.
Lo schermo così bianco e contrastato e l'ampia
possibilità di personalizzare caratteri, corpi e
interlinea rendono la lettura più piacevole di quella
della maggior parte dei libri di carta. L'illuminazione
frontale regolabile è quasi perfetta per la lettura in
luce scarsa o al buio. Insomma, siamo veramente al punto
in cui si può dire che il libro elettronico ha superato
il libro tradizionale.
Dunque anche in Italia, come già da tempo negli USA,
Amazon ha un concorrente serio. La partita si giocherà
non tanto sugli e-reader quanto sui servizi: facilità
di acquisto delle opere e di gestione della biblioteca,
applicazioni cloud, disponibilità di titoli sono
oggi i punti di forza del Kindle. Vedremo se Mondadori
riuscirà a fare altrettanto, o anche meglio.
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Gli ebook costano
meno dei libri? Secondo me, no
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Gilberto - 28.09.12
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A parte tutte le considerazioni sui prezzi esagerati degli ebook in Italia
(e non solo) e sul costo del lettore (che ogni tanto bisognerà rinnovare),
c'è un aspetto di cui mi accorgo ora, dopo che ho cominciato a leggere vari
bei testi di cui non possiedo la copia cartacea.
La prima cosa che mi viene da fare dopo aver letto un bel libro è di
condividerlo con gli amici. Ma come faccio con gli ebook? Il libro di carta
lo facevo circolare e ne ricevevo a mia volta, quello digitale - ed è un
paradosso dal punto di vista della sua forma fisica - non può girare. Certo
è vero che ogni assenza di vincoli e l'estrema liquidità del dominio
digitale farebbero si che solo i primi lettori andrebbero ad acquistare
l'ebook, tutti gli altri ne verrebbero rapidamente in possesso senza
neanche la carta stropicciata. Ma il punto è che se consiglio a tutti i
miei amici l'acquisto di ebook, e loro ne propongono a me, e tutti ci
fidiamo dei gusti gli uni degli altri, gli incassi degli autori/editori
sarebbero enormemente più alti di quanto possono tirare su con i libri di
carta.
A parte la scarsità di costi, non sarebbe un altro buon motivo per
abbattere del 90% l'attuale costo degli ebook? Forse più persone
comprerebbero libri e le stesse persone comprerebbero più libri. Da quando
Amazon mi propone quasi un libro al giorno a 0,99 o 1,99 al massimo, spesso
di buona qualità, sto comprando e leggendo molti più libri di prima.
Succede solo a me? E' solo l'entusiasmo iniziale? Forse no.
Cordiali saluti e buone letture
Gilberto
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Le biblioteche
del Trentino adottano l'ebook
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30.07.12
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"Nelle biblioteche trentine inizia l’era degli
ebook". Una notizia di cronaca locale (qui sul Corriere delle Alpi), ma
importante per intuire un percorso veso la diffusione
degli ebook nel nostro Paese.
L'iniziativa è dell'Ufficio provinciale per il sistema
bibliotecario trentino, che ha stretto un accordo con Media Library On Line (MLOL), il
network italiano delle biblioteche digitali pubbliche, e
sosterrà i costi dell'operazione.
Il Trentino non è la prima regione italiana che si
avventura in iniziative di prestito di contenuti
liquidi: nel sito di MLOL ci sono anche le pagine della
Toscana e di alcune province e comuni di tutta Italia.
Se aggiungiamo queste iniziative a quella del Senato,
ci accorgiamo che il settore pubblico incomincia a
capire come gli ebook siano un utile strumento di
diffusione culturale. Ma anche che la diffusione
culturale, passando per gli ebook, compie un'opera di
promozione dei nuovi modi di leggere.
Incomincio a pensare che la quota di ebook nel mercato
editoriale italiano possa crescere a ritmi superiori
alle (modeste) previsioni degli addetti ai lavori. Ne
riparliamo in settembre.
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IBS dal Web alla
strada (Tempi duri per Amazon - 2)
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13.07.12
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I librai continuano a lamentarsi perché gli ebook e gli
store on line fanno sparire i clienti. Invece che
vendere ebook e aprire store on line. E allora IBS
(Giunti e Messaggerie) fa il percorso contrario: dal Web
ai negozi. Ne sta aprendo ben nove in diverse città
italiane.
Aggiungiamo questa notizia a quella di ieri (la
diminuzione dei prezzi degli e-reader della stessa IBS)
e alla prima di oggi (l'accordo Mondadori-Kobo). Se ne
deduce che gli operatori italiani hanno deciso di
rispondere alla "colonizzazione" da parte
della ditta di Jeff Bezos. E' una buona notizia.
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Mondadori lancia il
Kobo in Italia. Tempi duri per Amazon
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13.07.12
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Il mercato italiano degli e-book si avvicina alla
maturità e gli editori l'hanno capito. L'ultima
conferma viene dall'annuncio
di Mondadori: un accordo con la nippo-canadese Kobo per la
distribuzione del reader Kobo
Touch. Naturalmente a 99 euro... come il Kindle
senza touch. A partire dal prossimo autunno.
Ora in Italia manca solo quello che negli USA è il più
agguerrito concorrente del Kindle: il Nook
Simple Touch di Barnes & Noble. Non è difficile
immaginare che presto sbarcherà da noi. Ma già adesso
per Amazon il gioco si fa duro. E quando il gioco si fa
duro, come tutti sanno...
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IBS abbatte i prezzi:
il Leggo da 6" a 99 euro (199 € il 9,7")
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12.07.12
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Quanto deve costare un e-book reader con le funzioni
essenziali? Novantanove euro (o novantanove dollari...)
ha stabilito Amazon, leader del mercato mondiale con il
Kindle. IBS
si adegua e porta sotto la fatidica soglia dei cento
euro il Leggo PB612, con la sola connessione W-Fi.
Il modello PB603, che ha in più la connessione
3G, ora costa 149 €, mentre occorrono 199 € per il PB912,
con lo schermo da 9,7". Un taglio drastico, se si
considera che due mesi fa, al Salone del libro di
Torino, i prezzi di listino erano pari, rispettivamente,
a 159, 199 e 299 euro.
Questa di IBS è una mossa a sorpresa, perché i suoi
reader sono la versione italiana dei PocketBook, di
origine ucraina, e l'azienda ha recentemente messo in
vendita un modello di ultima generazione, il PocketBook
Touch, più aggiornato, piccolo e leggero (per
l'Italia è venduto da Pixmania
a 149 €). Probabilmente la mancanza di un modello-base
di ultima generazione ha suggerito a IBS di mantenere la
vecchia linea, per non far apparire improvvisamente
obsoleti gli altri modelli.
Che, ai prezzi attuali, sono ancora competitivi: entro
la fine del mese sarà su queste pagine la prova sul
campo del PB612. Intanto, lunedì prossimo, sarà la
volta del Biblet di Telecom Italia.
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Qualcuno non ama
gli ebook reader. Ma non li conosce
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Discussione con Alberto Gabrielli - 09.07.12
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Mi scrive una vecchia conoscenza. E' Alberto Gabrielli, consulente in informatica e
telecomunicazioni. Cerca, e non trova, la versione in
PDF dei miei ebook. Ecco una sintesi dello scambio di
email dei giorni scorsi.
AG Gironzolavo oggi per Tabulas.it, che al contrario di
InterLex non conoscevo, e mi sono incuriosito sul tuo Gli audiovisivi nella
comunicazione d'impresa. Cito:
> Per me è stata anche una specie di operazione-nostalgia...
Interessante, per me che lavoro nel settore e sono appassionato di
antiche tecnologie; vediamo... Scarica... clicca... dove trovo il PDF?
Il PDF non c'è! :-O Solo formati fuori standard. (voluto! Non è un refuso...).
MC Il PDF non c'è, per due motivi. Primo, i diritti
sull'impaginato sono di Franco Angeli editore, che non
ritiene di metterlo a disposizione gratis. Secondo, e
più importante, è che ho fatto le versioni ebook
proprio per capire e far conoscere pregi e limiti delle
nuove edizioni in formato elettronico. Prima di tutto
nel formato ePub, che è standard, aperto e gratuito.
AG Non ho mica capito: non l'ho scaricato, ma non è in distribuzione gratuita?
Vogliono i diritti sulla grafica dell'impaginazione? O cosa?
E comunque: non basta scrivercelo? Tanto, se uno vuole copiare...
MC Ho messo in distribuzione gratuita le versioni ebook.
Posso farlo perché sono titolare dei diritti sul
contenuto. Chi ha i diritti su un'opera dell'ingegno
(nel caso: l'impaginazione del libro) può decidere se
pubblicarla o no, se farla pagare o no. Chi copia
abusivamente commette un atto illecito.
AG
> Il risultato è accettabile? Decida il lettore.
AG Volentieri, se potessi leggerlo. (Nota: saprei bene come leggere un,
bleah!, eBook; ed anche la tua lista di applicazioni compatibili non è
affatto male. È solo che non voglio.)
MC E allora che vuoi da me? MC Quando avrai provato un ebook reader
AG Cioè un qualunque "computer" con sopra un programma specifico per
leggere l'ennesimo formato...
MC Da un tecnico non mi
aspettavo una risposta come questa. Un ebook reader è
un dispositivo destinato a un uso specifico, a
differenza di "un qualunque computer". E' come
confondere una caffettiera con un'intera cucina. MC
con schermo e-ink, capirai perché. AG l'e-ink è carino, ma al momento poco più che allo stato
prototipale.
MC Però funziona. AG E, comunque, la tecnologia dello schermo non c'entra assolutamente
*nulla* con gli e-book in quanto tali. È solo questione di - poco -
tempo e tutti i "portatili" diventeranno e-ink+OLED, o quel che sarà, e
problema risolto. Un e-reader serve solo a chi lo (s)vende in quanto strumento
telecontrollato per fruizione di contenuti costosi, limitati e
proprietari. Checché ne dica Amazon. ;-)
MC Una
curiosità: aspettando il progresso della tecnologia,
rinunci a leggere? Non hai usato il PC di IBM perché
prima o poi sarebbe stato superato dall'XT, dall'AT, dal
PS2? Poi confondi i contenuti con le tecnologie, perché
il limite di Amazon non sono i contenuti (che sono dei
rispettivi autori), ma una tecnologia proprietaria,
oltre che una politica editoriale discutibile. Ma c'è
l'ePub, che è uno standard aperto e gratuito, usabile
da tutti. MC L'ebook è l'MP3 dei libri,
AG Eccolo il vero oggetto del contendere!!! Detto questo, detto tutto.
MC lo strumento che indurrà alla lettura anche gli italiani più riottosi.
AG ...il "concetto", non lo "strumento", che farà fallire tutti gli editori
minori - e molto probabilmente anche qualcuno grandicello - in
brevissimo tempo.
Il fatto che con l'MP3 si sia avuto e si stia avendo questo successo
travolgente è dovuto solo alla diversa natura del contenuto; ma quanto a
"resa" per i produttori "editori", direi poco o nulla: tutte le case
discografiche e, a seguire la banda, cinematografiche, hanno subito dei
colpi devastanti. Ed è ancora solo l'inizio...
MC Calma.
Con il passare degli anni - non in brevissimo tempo -
saranno in difficoltà gli editori che non avranno
saputo adeguarsi alle nuove forme del libro. Non c'è
una "diversa natura del contenuto" tra un CD e
un MP3: cambiano il formato e la qualità. E non farti
infinocchiare dalle lamentele dei padroni delle idee:
nessuna delle major dell'intrattenimento ha
"subito colpi devastanti" dalla distribuzione
on line dei contenuti. Godono tutte di ottima salute. AG
L'unico pregio dei libri in formato elettronico resta, a parte le
ovvietà fisiche e sulla manualistica obsolescente, la possibilità di,
per gli Autori, saltare a piè pari tutta la catena "parassita"
distributiva (SIAE, ci sei? No, per fortuna.) e raggiungere direttamente
il proprio pubblico.
MC E saltare anche il filtro
commerciale degli editori. Se fosse solo questo il
merito degli ebook, sarebbe abbastanza per giustificarne
l'esistenza. MC Infatti per il nuovo "Libri liquidi" (in vendita da oggi) non ho fatto la versione PDF.
AG Male. :-p
Che ti ci voleva?
Che ti cambia? (seriamente)
MC Cambia, perché fare
anche il PDF, con un'impaginazione accurata, è un
lavoro aggiuntivo non trascurabile (in una giornata
posso sistemare un centinaio pagine, o poco più, per un
libro di qualità). E comunque il PDF si legge male
sugli e-reader, mentre .mobi e .epub si leggono
benissimo su qualsiasi dispositivo che non sia un
telefonino. MC Scaricare il plugin ePub per Firefox è veramente questione di secondi,
AG Invece NON scaricare l'ennesimo plugin più o meno proprietario, scritto
da chissà chi e con quali scopi, pesante e fuori standard, e che ti
impone di aprire un enorme browser per leggere due righe di testo, è
questione di ancor meno secondi.
MC Il plugin per
Firefox non è pesante né fuori standard (per quanto mi
risulta, è l'applicazione più fedele alle specifiche
pubblicate dall'International Digital Publishing Forum).
E poi, Acrobat è leggero? Che differenza fa aprire un
browser per leggere un ePub o un software per leggere il
PDF? MC E su Firefox il libro liquido si legge benissimo.
AG anche non in e-book.
MC Ma sull'ereader è ancora meglio, prima di tutto perché non stanca la vista.
AG E, comunque, stanca *tantissimo* se non la vista - parliamone... - tutto
il resto: confronta quanto testo/pagine riesci a leggere di un libro
stampato e poi con un lettore...
MC Fatto. Con
l'e-reader leggo di più e compero più libri. AG
(Capitato mai di divorarti 120 pagine di un libro in poche ore? 3/4/500
in una settimana? Fallo su un qualunque apparecchio elettronico, se
sopravvivi...).
MC Mi capita molto spesso, da quando
ero bambino. Se non leggo qualche centinaio di pagine
alla settimana vado in crisi di astinenza. Ma sul PC o
su qualsiasi altro schermo retroilluminato è
impossibile. Sull'e-paper leggo come sulla carta,
con il vantaggio che con l'e-reader mi porto dietro
quanti libri voglio. Tutti con il segnalibro automatico
sull'ultima pagina che ho letto, con i miei appunti e
con i link che aprono il libro al mondo.
Conclusione.
Il mio mestiere è leggere, oltre che scrivere. Ho
provato a leggere con gli ebook e mi sono trovato
benissimo. Ho conosciuto molte persone che degli ebook
pensavano tutto il male possibile, fino al momento in
cui non gli ho messo davanti un e-reader. Hanno tutti,
sempre, cambiato idea.
Tu non hai provato. Parli di quello che non conosci.
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Gli ebook del
Senato, oltre i libri in formato elettronico
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03.07.12
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Cercavo un disegno di legge. Ho trovato molto di più:
il Senato della Repubblica offre i suoi testi anche in
formato ebook. La prova richiede pochi secondi: basta
cercare il testo di un provvedimento e fare clic sul
primo collegamento che appare alla voce "Testi
disponibili": compare il documento in formato HTML,
mentre in alto si può scegliere tra la versione in PDF
o la versione ePub. La prima riproduce esattamente il
testo stampato, la seconda si apre in un attimo in
Firefox, se è installato il plugin. In caso contrario
esce la solita finestra "apri o salva". In
ogni caso una bella comodità per chi ha un ebook reader
o un tablet e così può portarsi in tasca un'intera biblioteca
legislativa.
La scelta del formato ePub è inevitabile da parte di un organismo pubblico,
perché è uno standard aperto. Ma non c'è un DRM sui
documenti, sicché chi ha un Kindle può fare in pochi
secondi la conversione.
Ma è solo l'inizio, perché le potenzialità dell'ebook
sono sfruttate fino in fondo. Infatti c'è anche una versione
del sito ottimizzata per i tablet (pare che i
senatori vadano pazzi per l'iPad). E, come se non
bastasse, chiunque può farsi la propria documentazione
in formato ebook, mettendo insieme i testi che gli
interessano.
Il motore di tanta innovazione si chiama Scriba,
è stato sviluppato dal Servizio informatica del Senato
e messo a disposizione della comunità come progetto
open source. Un esempio di innovazione intelligente che
dovrebbe essere ripreso da tutta la pubblica
amministrazione.
Presto un approfondimento su queste pagine.
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2016: un americano su
due passerà all'e-reader. O no?
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17.06.12
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Secondo PricewaterhouseCoopers
nel 2016 un americano su due leggerà su un e-reader.
Questa è la notizia che mi arriva da Twitter,
quindi di per sé è inattendibile. Infatti una breve
ricerca mi porta alla conclusione che - forse - PwC ha
detto che nel 2016 metà del mercato librario USA sarà
fatto di e-book (vedi paidContent).
In termini di numero di pubblicazioni o di fatturato?
Non è dato saperlo senza pagare l'informazione da PwC.
Ma l'eventuale risposta non vale la spesa.
Perché fare previsioni per il futuro, come ci ha
insegnato Niels Bohr, è molto difficile. Pensiamo a
quanto potrebbe cambiare il mercato dei libri in formato
elettronico se domani Apple lanciasse un e-book reader,
cioè un apparecchio elettronico - economico - per
leggere i libri come si leggono quelli di carta (invece
che stancarci la vista con i suoi fantasmagorici schermi
luminosi).
Il libro elettronico è solo un aspetto della
dematerializzazione dei contenuti, iniziata più di
venti anni fa. L'attuale e-book reader è un prima,
rudimentale approssimazione delle macchine per leggere
dei prossimi anni. Quelle che avremo quando ci sarà l'e-ink
a colori, o qualche altra tecnologia che supererà
quelle attuali. E quando i libri li leggeremo
direttamente dalla "nuvola".
L'unica cosa quasi sicura è che il mercato della
lettura e il lavoro degli editori sono destinati a
cambiare in poco tempo. E chi non sarà abbastanza
veloce nel convertirsi a un nuovo modo di fare e vendere
i libri, sarà spazzato via.
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Il Kindle sui muri
di Roma: così il reader diventa gadget di massa
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09.06.12
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Avevano esordito a Torino, in maggio, accanto ai
manifesti della "primavera digitale" del
Salone del libro. Oggi mi sono comparsi davanti agli
occhi sui muri di Roma: i grandi cartelloni che
reclamizzano il Kindle - anzi i Kindle - "Fatto per
leggere". 99 o 129 euro. Tutto qui.
Uno slogan di tre parole, di straordinaria efficacia.
Perché fa capire la differenza tra i tanti cosi
tecnologici che fanno meraviglie e la nuova macchina per
leggere.
Il significato dell'operazione di Amazon va oltre la
pubblicità del Kindle: non uno strumento per addetti ai
lavori, ma un dispositivo per tutti, reclamizzato con la
pubblicità stradale. Uno dei mezzi più
"democratici", che raggiunge un pubblico non
"segmentato". Così l'ebook reader diventa un gadget
di massa e promuove, indirettamente, i libri e la
lettura. Evviva!
La ditta di Jeff Bezos segna anche un punto sul piano
del marketing. Poiché è il primo e-reader che viene
proposto su vasta scala a un pubblico indifferenziato,
induce l'identificazione subliminale tra la macchina per
leggere e il marchio. La concorrenza dovrà darsi da
fare.
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Leggo su uno
smartphone e non mi viene il mal di testa
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Luigi Fraccaroli - 24.05.11
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"Sfido chiunque a leggere un libro su un apparecchio del genere per più
di un quarto d'ora senza farsi venire il mal di testa."
Non vorrei rompere le uova nel paniere, ma leggo abitualmente i miei
libri elettronici sul mio HTC Incredible S, con l'applicazione Kindle e
lo schermo a colori invertiti (testo bianco su fondo nero) - e /non/ mi
viene il mal di testa. Certo, siamo al limite di leggibilità, ma si può
fare. Il telefono ce l'ho sempre in tasca, quindi posso riprendere a
leggere nei momenti più disparati (in coda dal medico o in posta, in
treno, su una panchina al parco, ...).
Il vero motivo per cui prima o poi comprerò un lettore di libri
elettronici è la durata della batteria, incomparabilmente più lunga
rispetto a uno /smartphone /Android.
Saluti
Luigi Fraccaroli
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L'IDPF verso un DRM
"leggero" per il formato ePUB
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22.05.12
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Ormai sembrano tutti d'accordo: il DRM sugli ebook
genera più danni che vantaggi. Toglierlo del tutto?
Sostituirlo con un Social DRM su vasta scala? la
discussione è aperta.
L'International Digital Publishing Forum ha
annunciato da tempo di lavorare su un'ipotesi di DRM
"leggero", in contrapposizione con quello oggi
più diffuso, monopolio di Adobe (ricordiamo che l'IPDF
è il consorzio di aziende che ha messo a punto l'ePUB
come formato aperto e di libero uso).
Ora sul sito dell'IPDF compare uno
studio firmato da Bill Rosenblatt che esamina il
problemi posti dai DRM usati fin qui e propone i
requisiti che dovrebbe avere un sistema di protezione
dei contenuti semplice da usare e che non faccia
imbestialire i legittimi acquirenti dei libri
elettronici.
La proposta è interessante: il modello ipotizzato non
richiede transazioni client-server-client, come invece
fa il sistema di Adobe, e consente senza problemi il
passaggio dei libri su diversi dispositivi.
Se fosse adottato in tempi brevi potrebbe aiutare la
diffusione degli ebook in formato ePUB e creare qualche
problema ad Amazon. Infatti la ditta di Jeff Bezos ha un
sistema di DRM molto "amichevole" per l'utente
finale (a patto che usi un Kindle!). Sistema che
potrebbe in parte avere ispirato la proposta di
Rosenblatt.
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Asus, il reader
dimenticato. Nokia Lumia, non è un e-reader
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19.05.12
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Mi hanno fatto notare che nell'articolo E-reader a meno di 100 euro. Quale scegliere?
avrei commesso alcuni errori: ho citato anche apparecchi
che costano più di 99 euro e non ho inserito né l'Asus
eeereader DR 900 né il Nokia Lumia 800, ambedue in
mostra al Salone del libro.
La presenza di reader più costosi dei 100 euro del
titolo è per completezza di esposizione: erano esposti
al Salone e sono disponibili sul mercato italiano.
L'assenza dell'Asus è una svista, alla quale rimedio
subito qui.
Invece il Nokia l'ho escluso deliberatamente: un
e-reader è un dispositivo sul quale si possono leggere
libri come se fossero di carta. Quindi deve avere uno
schermo abbastanza grande (6" pollici devono essere
considerati il minimo) e soprattutto e-paper. Ma Nokia
ha semplicemente aggiunto un'applicazione di lettura,
con qualche contorno, a un telefonino con schermo
retroilluminato da 3,7". Sfido chiunque a leggere
un libro su un apparecchio del genere per più di un
quarto d'ora senza farsi venire il mal di testa.
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Troppe fascette per
troppe edizioni: troppi editori?
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Andrea Monti - 13.05.12
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Urlano le fascette alla Fiera del libro di Torino:
"Seconda edizione", "Ottava edizione", "Sette edizioni in tre settimane" (tutto vero, giuro) ...
Si tratta in realtà di ristampe e non di edizioni (cioè di riscrittura o
integrazione del testo uscito la prima volta).
Che non lo sappiano i lettori, ci può anche stare; che non lo sappiano
gli editori è grave.
E poi si lamentano che il mercato, la tecnologia, e la rivincita dei
lettori, li stanno cancellando da questo mondo.
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Piove, governo
tecnico! Ma i nonni si interessano agli e-reader
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13.05.12
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Una
volta si diceva piove, governo ladro. Ma i governi ladri
sono fuori servizio, almeno per il momento. Ora c'è un
governo tecnico: i soldi ce li prende come e più degli
altri, ma dice che lo fa per il nostro bene.
Piove, dunque, sul Salone del libro. Una pioggia
leggera. Ma il cielo minaccia un temporale.
Altro che "primavera digitale", come proclama
lo slogan della fiera. Qui siamo all'autunno. Autunno
come metafora di un'editoria italiana che recita i
numeri di una profonda crisi della carta e continua a
pensare all'ebook come una minaccia, invece che come una
straordinaria opportunità di crescita.
Rientro da Torino e nei prossimi giorni vi darò conto
della situazione.
Ora una sola annotazione. Ho visto molte persone non
più giovani interessarsi agli ebook e agli ebook
reader. Per nulla intimorite dal congegno tecnologico.
Se sono qui, è probabile che facciano parte di quel 47
per cento di potenziali lettori italiani che comperano e
leggono libri. Qualcuno di loro porterà a casa un
lettore di ebook. Vuoi vedere che i nipoti, indifferenti
alla carta, impareranno ad amare i libri sugli e-reader
dei nonni?
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Paulo Coelho:
i miei ebook a 99 centesimi
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04.05.12
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Viva la pirateria, viva la condivisone. Servono alla
diffusione della cultura e fanno salire le vendite. Da
molti anni i proclami del grande scrittore brasiliano
fanno disperare gli editori, che non hanno ancora capito
la Rete, si ostinano a tenere alti i prezzi degli ebook
e a "proteggerli" con ridicoli sistemi di DRM.
Può destare molte perplessità un autore che incoraggia
la pirateria dei suoi libri. Ma lo fa per molti buoni
motivi: vedi l'intervista del 12 maggio 2008 qui
su TorrentFreak.
La notizia di questi giorni è che Coelho ha
raggiunto un accordo con il suo editore, HarperCollins,
per vendere buona parte dei suoi ebook a 99 centesimi. Qui
nel suo blog spiega perché.
Ritornerò presto su questo argomento. Per adesso vedi Un
capolavoro può valere meno di un euro? di Andrea Monti e
la mia risposta E-book gratis?
Soprattutto se sono capolavori!
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Corrado Augias e l'ebook:
lo uso e lo userò sempre di più
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25.04.12
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E' da vedere (o da rivedere) la puntata di ieri delle Storie
- Diario italiano di Corrado Augias (qui
sul sito del programma). Si parlava di libri e di
stampa con Alessandro Marzio Magno, autore del volume L'alba
dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo.
Da notare il contributo filmato sugli ebook (affetto da
qualche imprecisione) e l'affermazione di Augias
sull'ebook: "Lo uso e lo userò sempre di
più".
Peccato che poi sia incorso in un errore, perdonabile
solo per la precedente dichiarazione e per le altre
osservazioni interessanti: ha attribuito a Manuzio
l'invenzione del carattere Times. Il Times New Roman
è stato disegnato per il quotidiano britannico nel 1932
da Stanley Morison, sulla base del Plantin,
creato dallo stampatore di Amsterdam Christophe Plantin
nel 1500.
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|
Gli ebook
nascosti degli editori italiani
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15.04.12
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Un tweet di BOL mi ricorda un libro che avevo intenzione
di comperare quando era appena uscito. Intrigo
internazionale di Giovanni Fasanella e Rosario
Priore (Chiarelettere). Quel giorno del 2010 in libreria
non c'era. Clicco sul link. Esce la pagina di BOL
per acquistare il libro di carta, a 11,90 euro,
scontato. Non c'è l'ebook? Cerco nella sezione ebook.
C'è, in formato ePUB con DRM, a 9,99 euro (troppo
piccola la differenza con la versione di carta). Invece
lo vorrei per il Kindle. Nuova ricerca: su Amazon c'è
la brossura a 11,90 e la versione per il Kindle, a
9,99 euro (nella stessa pagina Amazon mi suggerisce un
altro libro che vorrei leggere: Il turno di
notte lo fanno le stelle di Erri De Luca (Feltrinelli).
A 99 centesimi.
Ora la domanda è: perché quando cerco un libro sul
negozio on line di un editore o di un distributore
italiano, non trovo subito tutte le versioni? Qualcuno
si vergogna ancora di pubblicare libri in formato
elettronico?
Per la cronaca, dopo aver perso diversi minuti nella
stupida ricerca, stavo per comperare tutti e due
il libri. Intanto è squillato il telefono... Ho
fatto appena in tempo a cliccare su quello di De Luca. Intrigo
internazionale lo comprerò un'altra volta. Forse.
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Ilvo Diamanti
Multitask
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09.04.12
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Su Repubblica di venerdì scorso c'è un bell'articolo
di Ilvo Diamanti sull'Uomo Multitask. Quello che fa
molte cose insieme, come gli apparecchi elettronici che
usa tutto il giorno. Diamanti elenca una lunga serie di
attività che molti di noi svolgono in continuazione,
mentre un tempo si tendeva a fare una cosa alla volta.
Tra queste attività non cita la lettura di un libro.
Già, quando leggiamo un libro non facciamo altro (al
massimo abbiamo un po' di musica in sottofondo). E' uno
dei tanti motivi che consigliano di leggere gli ebook
sugli ebook reader invece che su un PC o un tablet: non
ci sono "app" che ci distraggono. Il reader è
una macchina per leggere e basta. Guarda caso, il solo task
che può svolgere mentre leggiamo è farci ascoltare un
po' di musica.
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LG e lo schermo
flessibile da 6": inutile novità o pesce d'aprile?
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02.04.12
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LG Elettronics ha annunciato l'entrata in produzione
degli schermi flessibili e-paper da 6". Ieri, 1.
aprile, la notizia è dilagata come quella dell'ennesima
invenzione destinata a cambiare il mondo. Ricopiata tal
quale su centinaia di siti, senza alcun riferimento alla
fonte. Un "pesce"?
Infatti su nessun sito della casa appariva un comunicato
ufficiale. Mi interessava approfondire una
"sottonotizia", secondo la quale LG spera che
i produttori di dispositivi di lettura mettano in
vendita i primi apparecchi con schermo flessibile entro
il mese di aprile.
Credo che il progetto di un reader
"flessibile", la sua ingegnerizzazione e la
messa in produzione richiedano molti mesi, forse un
anno. E quindi sarebbe interessante ricostruire
l'informazione originale dalla quale è nata la notizia.
Ma, a pensarci meglio, a chi serve un reader flessibile
da sei pollici? Tanto più che non sarebbe pieghevole,
ma solo incurvabile per un angolo di 40°.
Forse - forse! - sarebbe utile uno schermo in formato A4
da piegare e mettere in tasca come un foglio di carta.
Ma per questo, a quanto pare, l'attesa sarà lunga.
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Assediati da
migliaia di inutili scribacchini
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Mariagrazia - 01.04.12 (su Da InterLex a
Tabulas, le ragioni di un
impegno )
|
"Invece - questa è la grande novità - degli
editori si può fare a meno. Con l'ebook ogni autore può
essere editore di se stesso."
Dissento parzialmente: gli autori possono fare a meno
degli editori. Ma i lettori assediati da migliaia di
inutili scribacchini che pretendono di scrivere sapendo
a malapena leggere ne hanno più bisogno che mai. Io,
nel mio piccolo, non guardo nemmeno più i sommari dei
libri di ***** (che ormai è una specie di tipografo)
mentre, per esempio, mi spreco a vedere le novità di
Laterza. Figuriamoci se perderei tempo a cercare l'ago
nel pagliaio tra la folla degli esaltati che si
autopubblicano. Anzi già mi vengono i brividi al
pensiero del vertiginoso aumento dei conoscenti che,
ahimè!, non più contenuti dal costo della stampa in
proprio, mi costringeranno, con una gentile e-mail ed un
semplice link, a scorrere i loro noiosissimi parti
letterari o, peggio, saggistici. . Mala tempora imminent...
Mariagrazia
Quello dell'invasione di ebook-spazzatura è un
problema serio (ne ha parlato anche Andrea Monti in E-book,
editori e termovalorizzatori). Ma è lo stesso problema
che si pone per l'intero web: un ambiente utile riempito
da una spaventosa quantità di informazioni inutili.
Dobbiamo solo imparare a cercare quello che ci
interessa.
Nel caso dei libri, la possibilità di saltare
l'intermediazione degli editori mi sembra un vantaggio
tale da compensare il fastidio della già evidente
proliferazione di opere di bassa qualità.
Ma, a pensarci bene, anche nel mercato dei libri di
carta ci sono tanti prodotti di livello deplorevole.
Alcuni, spacciati per capolavori e best-seller,
riempiono le vetrine dei librai e le trasmissioni
televisive. Mentre tanti buoni libri restano negli
scaffali o non vengono neanche stampati. Oggi un libro
"autopubblicato" on line ha più probabilità
di trovare lettori di un manoscritto inviato a un
editore.
Post scriptum. Ho
oscurato il nome dell'editore definito "una specie
di tipografo" perché, quando non è argomentata,
la critica diventa diffamazione.
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Il nuovo iPad, il
Kindle touch e gli schiavi cinesi
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30.03.12
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E' uscito un nuovo iPad. Costoso scaldino, si legge in
rete, per le giornate d'inverno. L'ennesimo feticcio
costruito da migliaia di schiavi cinesi. Atteso, come al
solito, da file notturne di estatici seguaci della setta
fondata dal defunto Steve Jobs - santo subito.
Accompagnato dagli immancabili alleluia della stampa,
che si affretta a "testare" (sic!) il
nuovo aggeggio, copiando la pubblicità della casa.
Possibilmente in pessimo italiano.
Mi chiedo come tanti sostenitori della
libertà dell'internet e della "disintermediazione",
donata dalle tecnologie all'umanità intera, possano
usare e lodare un sistema che nega la libertà della
rete e si costituisce come intermediario globale del
sapere. E, per questo, censore (vedi E-book, copyright e controllo delle idee
di Andrea Monti).
Ora gli stessi cronisti ci raccontano
del successore di Jobs che visita i lager cinesi e rassicura il mondo:
la schiavitù sta per finire. Se
è vero, i feticci costeranno di più, ma gli adepti
continueranno ad acquistarli. Alleluia.
Invece non ha avuto molto rilievo la notizia che sta
arrivando anche in Italia il Kindle Touch. Definito
"nuovo" anche se oltre oceano è in
vendita da mesi. Presentato con i dati e i filmati della
ditta di Jeff Bezos ripresi, anche in questo caso, senza
alcuna visione critica.
Anche il Kindle ha i suoi difetti di "sistema
chiuso" (ma non troppo). Non merita tanto
clamore, perché non luccica, non fa meraviglie, non è
uno status symbol. Serve solo a leggere, cioè a
diffondere il sapere e la cultura. A un prezzo
accessibile. O addirittura nullo, se si considera che
basta acquistare un po' di libri elettronici per
compensare la spesa dell'apparecchio.
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Apple e i formati
degli e-book
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Franco Tommasi - 10.02.12
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Gentile Dr. Cammarata,
ricevo con piacere da tempo la sua newsletter e,
stavolta, la mia attenzione è stata attratta da un
articolo il cui contenuto non condivido completamente.
Si tratta di "Formati e-book, Apple aumenta la
confusione".
Stavo per scriverle le mie osservazioni quando mi sono
ricordato di aver scritto qualche tempo fa un articolo
che le contiene in gran parte. Perciò glielo segnalo,
nel caso avesse il tempo e la voglia di dargli
un'occhiata.
Mi permetta solo di aggiungere che, per carattere, sono
diffidente verso tutte le ondate delle mode e detesto
chi vi si conforma docilmente. Da persona che usa
computer Apple ininterrottamente da 25 anni ho resistito
impassibile quando nella mia facoltà tutti mi
chiamavano "fissato", "esaltato" ecc
ecc, in altri termini quando NON era una moda usarli. Di
conseguenza mi sento di ipotizzare, in tutta amicizia e
serenità, che lei e coloro che ho citato nell'articolo,
siate in errore quando pensate ad Apple esclusivamente
in termini di “moda”, ‘snobismo”, “status
symbol” e marketing. Questi aspetti possono anche
sussistere ma vengono in seconda battuta, dopo che altri
elementi più importanti hanno giocato il loro ruolo. I
big dell'informatica non li hanno compresi e si
affannano a copiare proprio gli aspetti più esteriori,
che non sono il fulcro del successo (fallendo perciò
miseramente). Se la critica giornalistica comprenderà
questi elementi e li illustrerà con chiarezza, aiuterà
una vera concorrenza ad affermarsi. E questo di sicuro
farà bene a noi e ad Apple.
Con stima
Un saluto cordiale
Franco Tommasi
P.S. Ovviamente la mia osservazione riguardava solo un
aspetto del suo articolo. Quello specifico dei formati
andrebbe forse rivisto alla luce di questo
e forse di questo.Gli
amori non si discutono. I prodotti e le soluzioni
produttive sì. Il punto è che non serve un terzo
formato per l'e-book publishing. I due esistenti (ePub e
MOBI, ora evoluto in KF8) sono già troppi, perché
costringono gli editori a realizzare due diverse
versioni dello stesso libro. Non serve neanche per
leggere sugli apparecchi Apple, perché ci sono software
che consentono di farlo per i due formati.
Ma l'aspetto più grave è che per realizzare un iBook
si devono usare macchine Apple. Che fanno le stesse cose
delle altre, ma costano molto di più.
Invece un MOBI o un ePub si fa con qualsiasi sistema. E
per vendere un MOBI o un ePub ci sono infiniti canali,
non si deve passare per un negozio esclusivo. Che per di
più si arroga il diritto di decidere se distribuire o
no un'opera.
Un tempo si diceva che l'internet è uno strumento di
"disintermediazione" delle opere dell'ingegno.
L'attuale politica di Apple è la negazione di questo
principio, cioè della natura stessa
dell'internet.
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I problemi dolenti
degli e-book |
Salvatore Madrau - 21.12.11 |
Il problema dolente, anzi i problemi circa la diffusione degli ebook reader in Italia sono:
-IVA al 21% contro il 4% dei libri cartacei, è possibile che le lobbies editori -venditori di materiali informatico non riescano a ridurla?
- costo degli ebook di poco inferiore a quello dello stesso titolo in formato cartaceo. Personalmente ho problemi di spazio
per i libri, diciamo da 40 a 50 metri di volumi solo a casa, ma vuoi correre il rischio di vederti cancellato il testo come è
successo in passato per gli acquirenti Amazon - hanno rimborsato il costo ma il problema e che tu non sei possessore (almeno con Amazon) del testo.
- 16.000 titoli, o 12.834. il problema non è il numero ma il fatto che una parte significativa di questi sono volumi - pagati molto cari - di classici della letteratura italiana o non, per i quali sono decaduti i diritti d'autore.
Quale interesse posso avere per possedere in formato digitale I Promessi Sposi, i Malavoglia, Il Conte di Montecristo, ecc. ? Non parliamo poi di alcuni titoli recenti, del tipo l'importanza dell'ebook nell'editoria moderna, come vivere felici ecc., che imperversano sul mercato ebay e non solo.
Se gli editori e i venditori di ebook reader la smetteranno con queste "furbizie" da gatto e la volpe di
collodiana memoria, oltre all'incremento dei testi in formato digitale probabilmente si avrebbe anche un incremento delle vendite
dei libri in formato cartaceo.
Salvatore Madrau
Sono d'accordo con la maggior parte delle sue
osservazioni. Per quanto riguarda l'IVA, evidentemente
gli editori italiani non hanno alcun interesse alla
maggiore diffusione degli e-book, come dimostrano anche
gli alti prezzi di copertina, oltre alla scarsa offerta
di titoli. Credo invece che disponibilità dei classici
a costo zero sia un importante strumento di diffusione
culturale. Infine, il "traino" delle vendite
di libri di carta da parte degli e-book è un dato
acquisito negli USA. Ne parlerò
presto.
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Dalla Francia un nuovo e-reader. E il prezzo scende
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Antonio Tombolini - 12.09.11
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A proposito di Si avvicina il decollo per il mercato
italiano?, solo per segnalare che da novembre sarà sul
mercato il nuovo modello prodotto dalla francese Bookeen,
il Cybook Gen5, che avrà come novità:
1) il touch screen più veloce e responsivo sul mercato
2) connettività wifi con ebook store all'interno
3) prezzo pari a 159€!
NB Queste cose le posso dire perché saremo noi stessi a
distribuirlo in
Italia.
E infine... complimenti per il blog! :)
Antonio Tombolini
Simplicissimus Book Farm srl |
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"Superato
dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro..." |
28.06.11 |
Daniele Coliva (Amo
il profumo della carta. Ma l'e-book...) mi segnala questo
articolo apparso ieri sulle pagine bolognesi di Repubblica.
E' un'intervista al poeta-libraio Roberto Roversi,
che parla di libri e di scrittori, della sua vecchia libreria
antiquaria, della sua biblioteca personale "donata
alla libreria Coop Ambasciatori, che l'ha messa all'asta
volume per volume, versando il ricavato ai
senzatetto". E tanto basta per descrivere la
dimensione dell'uomo.
Dice fra l'altro Roversi: "Anche se verrà superato
dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro non
morirà mai". La giusta aggressione delle
tecnologie! Ci voleva un poeta per dirlo così bene,
per descrivere in sintesi perfetta la condizione del
libro, oggi.
Un articolo da non perdere.
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Non ci sono solo gli
e-reader |
Andrea - 23.05.11 |
Nell'articolo Il lettore amputato nel
giardino chiuso hai scritto: "Dunque chi ha
una collezione di libri scaricati da Amazon non potrà
passarli legalmente su un apparecchio diverso da un Kindle.
E viceversa, almeno per le opere protette da DRM. Per quelle
non protette si possono usare i numerosi software di
conversione, che però alterano sensibilmente la
rappresentazione dei contenuti."
...Kindle è cross platform quindi puoi leggere i libri su
Android, PC e Mac. Il punto è che devi usare per forza il
software Kindle (gratuito) che pero' convive benissimo con
qualsiasi altro. Il problema che segnali riguarda solo gli
e-reader.
Va bene che gli (odiati) Ipad non sono e-reader. Ma servono
per leggere libri. Non credo che tu possa ignorare la
circostanza...
Andrea
Appunto: nel titolo e nel testo parlo solo di
"lettori" (e-reader) e non di altri dispositivi
per leggere libri in formato elettronico. Ma la tua
osservazione mi spinge a ritornare su un punto che ho già
espresso negli articoli precedenti: in "questa balorda
fase di sviluppo degli e-book" mi occupo
dell'innovazione che consente di leggere un libro in formato
elettronico più o meno come si legge un libro di carta.
Quindi dei dispositivi e-reader e non degli altri apparecchi
che possono servire a leggere libri. Questi ultimi
presentano altri problemi (primo fra tutti il prezzo), che
affronterò in un secondo tempo. |
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