Archivio 2011-2016

Tabulas - Manlio Cammmarata progetti editoriali


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BLOG 2011-2013

Blog 2014-2015    Indice dei post

Masterpiece: anche io stravolta

Alessandra Oddi Baglioni - 16.12.13
Anche io stravolta. Più modestamente avevo cominciato a riempire il modulo questa estate e lo avevo trovato anche divertente. In effetti qualche sospetto mi era venuto, quando avevo visto che il testo scritto era proprio l'ultima cosa che ti chiedevano.
Poi si apre questa cosa così surreale e non so se siano peggio i concorrenti o i giudici .Anche questi ultimi si atteggiano a fare gli spiritosi, a colpire il pubblico, il libro tirato in testa al concorrente fa parte di tutto ciò. Mi pare però che anche l'audience non li abbia favoriti molto.
Alessandra Oddi Baglioni
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Masterpiece: "non l'ho visto e non mi è piaciuto"

Guido Mattioni - 05.12.13
Caro Manlio, fammi dire innanzitutto che in merito a Masterpiece ammiro sopra ogni cosa il tuo coraggio: lo hai guardato. Io mi sono limitato a "intuirlo" e questo mi è ampiamente bastato; come avrebbe scritto il mio grande primo direttore, Indro Montanelli, "non l'ho visto e non mi è piaciuto".
A leggere invece di questa "cosa" sui giornali - godendo dei suoi franosi indici di ascolto - mi è sorto un dubbio. Che condivido con te: dei tre giudici di gara di Masterpiece ce n'è uno, la Selasi, che ha scritto soltanto un libro (in inglese, tradotto in Italiano) e che non è nemmeno di madre lingua italiana. 
Domanda penso legittima: in base a quale criterio è stata scelta per giudicare aspiranti scrittori italiani?
1) Perché è gnocca?
2) Perché fa tanto politically correct averla in trasmissione in quanto è nigerian-ghanese?
3) Perché porta bene il tacco '15?
4) Perché il taglio di capelli "afro" andrà tanto di moda nel 2014?
5) Per fare vendere alla Einaudi un romanzo che altrimenti non avrebbe comprato nessuno?
6) Perché è sopravvissuta alla lettura dell'ultimo libro di Andrea de Carlo?
(Barrare la casella preferita) Guido Mattioni
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Le classifiche degli ebook. Numeri senza senso?

04.12.13
Le classifiche delle vendite dei libri sono importanti, perché fanno vendere i libri che sono in classifica. Sembra un bisticcio di parole, ma è la verità. Servono anche agli editori per capire i generi e gli autori che "tirano" di più e scegliere i libri da pubblicare. Ogni libreria rende note le proprie classifiche, poi qualcuno mette insieme i dati e tutti sono contenti. Tranne gli autori che non riescono a vedere i loro libri ai piani alti delle graduatorie.
Fino a questo punto è tutto normale, se parliamo di libri carta.
Ma quando si tratta di ebook i conti non tornano. Anche per i libri in formato elettronico ogni negozio online pubblica le proprie classifiche. Ma per i libri stampati i risultati cambiano di poco tra un negozio e l'altro ed è facile capire quali sono i veri best-seller. Invece per gli ebook ci sono molte differenze. Un libro che "va forte" su un sito può non comparire affatto su un altro. E siccome nessuno sa quali siano i numeri reali, quale sia la quota di mercato di ogni store, quelli che si industriano a stilare classifiche generali vanno "a naso" o inventano formule improbabili per dare l'idea di quali opere siano più apprezzate dai lettori.
Però in tutto questo c'è un trucco di bassa lega. Infatti tutte le statistiche che si trovano in rete sono basate sui dati dei negozi italiani, che vendono quasi esclusivamente ebook in formato ePub. Si finge di ignorare che i libri nei formati Kindle, venduti solo da Amazon, sono più di quelli venduti in formato ePub da tutti i negozi italiani messi insieme. E' un dato che gli addetti ai lavori conoscono bene, ma si scambiano a bassa voce.
Allora, per capire quali sono gli ebook più venduti, basta andare a vedere le statistiche di Amazon, aggiornate praticamente in tempo reale. Sono graduatorie che hanno un senso, perché ricavate da un campione significativo e omogeneo. Allora, perché non parlarne?
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Eco, Carrière e l'ebook: chiacchiere da intellettuali di carta

10.11.13
Nel forum di Amazon tiene banco una discussione sul libro di Umberto Eco e Jean-Claude Carrière "Non sperate di liberarvi dei libri", edito da Bompiani. Due intellettuali del passato che celebrano se stessi e le proprie opere, cercando di superarsi a vicenda con citazioni erudite. E continuano a confondere il contenuto di un libro con il supporto di lettura.
Naturalmente gli interventi nel forum si dividono tra quelli che hanno capito il senso dell'innovazione e quelli che continuano ad annusare i libri. Non capisco perché l'odore dei libri di carta (che nella maggior parte di casi puzzano) continui a suscitare tanto interesse. Sugli ebook ci sono ben altri temi da dibattere. Il prezzo, tanto per incominciare: il libello in questione costa 8,50 euro su carta e 6,99 in formato ebook. Non ha senso.
Conforta vedere che ai lettori non è piaciuto molto: tre stelle e mezza su cinque.
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No ebook? No compero. Einaudi persevera e sbaglia l'ortografia

03.11.13
Che tempo che fa, poco fa. E' appena finita l'intervista di Fabio Fazio a Francesco Piccolo per il libro Il desiderio di essere come tutti, edito da Einaudi. Mi interessa,  voglio comperarlo subito. Mentre corre la pubblicità mi collego alle librerie on line. Non c'è.
Vado a vedere sul sito di Einaudi, che  mi offre - bontà sua - un estratto in PDF. Lo scorro e la prima cosa che mi salta agli occhi è un ripetuto errore di ortografia: "piú", con l'accento acuto, invece che "più", con l'accento grave (verifico per la millesima volta sui siti dell'Accademia della Crusca e della Treccani).
Ortografia a parte, il libro mi interessa sempre di più. Ma l'ebook non c'è. Così tra poco incomincerò la notte con un altro libro (vedi anche Finalmente Lucarelli. Ma perché non c'è l'ebook?).
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Mondadori apre il salotto del self-publishing. E  fa sul serio

29.10.13
Adesso c'è. Annunciato da tempo, rimandato tante volte, il sito di Mondadori dedicato al self-publishing è qui: www.scrivo.me. Molto interessante.
E' una novità signficativa nel mondo editoriale italiano. Perché nasce a Segrate sotto la guida di un esperto come Edoardo Brugnatelli e si pone quindi come "altro" rispetto alla miriade di siti dedicati al self-publishing che popolano il web, nati "dal basso" .
Potrebbe essere una chiave per aprire la porta a un self-publishing di qualità. Un modo per far nascere ed emergere opere che si distinguano dalla marea montante di autopubblicazioni che soddisfano solo la voglia di scrivere dei loro autori.
Ne riparleremo molto presto.
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Col tempo l'ebook batte la carta. Parola di Amazon

22.10.13
Questo grafico di Amazon (rilanciato da Enrica Menozzi di Simplicissimus) rivela un dato importante. Non solo nella grande libreria on line le vendite di ebook superano in poco tempo quelle dei libri di carta, ma il momento del sorpasso non è legato al periodo trascorso dopo il lancio del sistema. Infatti alla prima occhiata si vede che il punto di pareggio è stato raggiunto dopo quattro anni negli USA e dopo solo due in UK.
Il punto è che in America il Kindle è stato introdotto nel 2007 e in Gran Bretagna nel 2009. Dunque, in sostanza, il libro elettronico ha raggiunto il libro di carta nello stesso periodo sulle due sponde dell'Atlantico.
Sono dati da considerare nel loro contesto, perché Amazon non è il mercato del libro, ma solo il più importante distributore di ebook. Ma è vero anche che Amazon è stato il primo grande negozio on line di libri tradizionali.
Viene naturale chiedersi a che punto siamo in Italia, dall'osservatorio di Amazon. Ma, per il momento, preferisco non saperlo...

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L'amorte (degli editori?) e il self-publishing con Bergonzoni

28.09.13
A Senigallia, il 19 e 20 ottobre 2013 si svolge il primo International Self Publishing Festival, organizzato da Narcissus.
Tra gli eventi in programma ne voglio segnalare due: il primo è una performance in piazza, al Foro Annonario, di Alessandro Bergonzoni (che non è un self-publisher, pazienza!).
Il secondo è una sorpresa. Lunedì 30 l'anticipazione su queste pagine. 
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Finalmente Lucarelli. Ma perché non c'è l'ebook?

01.07.13
Aspettavo da molto tempo un nuovo romanzo di Carlo Lucarelli con l'ispettore Grazia Negro e la sua Bologna. E' uscito, finalmente, "Il sogno di volare". Ma solo su carta. Eppure Einaudi ha un vasto catalogo di ebook, anche di edizioni recenti. Se ci fosse l'ebook, l'avrei letto tutto prima di domani mattina. Davvero è difficile capire le politiche degli editori per i libri in formato elettronico.
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Anche Wagenbach confonde l'ebook reader con l'ebook

02.06.13
Mi era sfuggita un'intervista di Renato Minore a Klaus Wagenbach su Il Messaggero del 20 maggio scorso, durante il Salone del libro di Torino. Ora recupero un "perla" molto significativa per capire perché tanti "intellettuali", in particolare editori, nutrano una "profonda avversione" per il libro elettronico (vedi qui sotto Roberto Calasso, la Rete e la profonda avversione per il libro).
Klaus Wagenbach è un editore tedesco che per molti versi può essere paragonato appunto a Calasso: in particolare ha fatto conoscere ai tedeschi i più significativi autori italiani del secolo scorso, a partire da Carlo Emilio Gadda.
Inevitabile la domanda sugli ebook: «Cosa pensa delle nuove tecnologie? Guarda con sospetto l'ebook o è un passaggio obbligatorio e il libro tende a scomparire?».
Ed ecco la risposta: «Immagino uno scenario futuro: in una casa trovi un libro che si chiama Le metamorfosi e, accanto, uno strano oggetto di plastica che porta in calce lo stesso nome. Vuoi sapere di cosa si tratta. Per l'oggetto di plastica non trovi la presa di corrente adatta, il suo programma non si può leggere in nessuna maniera e resta inservibile. Il libro lo spolveri e inizi subito a leggerlo: "Un mattino al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovo trasformato in un enorme insetto". Il libro esiste da cinquecento anni, l'oggetto di plastica da pochi anni».
Alt, c'è qualcosa che non va: l'incipit de Le Metamorfosi di Ovidio è "A narrare il mutare delle forme in corpi nuovi mi spinge l'estro". Quello citato da Wagenbach è l'incipit de La metamorfosi di Franz Kafka...
Trascuriamo il deplorevole refuso e andiamo al sodo. L'editore tedesco paragona un'opera al suo occasionale contenitore. Per essere chiari: qualcuno può pensare che La Divina Commedia sia un capolavoro assoluto nell'edizione del 1868 con le incisioni di Gustave Doré, un'opera mediocre se stampata in brossura senza illustrazioni e una schifezza in una versione in ebook che si può scaricare gratis dalla Rete?
L'opera di Dante rimane la stessa in qualsiasi edizione. Ma Wagenbach (e Calasso e tanti altri) non sanno scindere il contenuto dal contenitore, il corpus mysticum dal corpus mechanicum. Per loro un libro è un "libro" solo se è stampato su carta.
Questo è un pregiudizio che fa male alla cultura e alla conoscenza. Frutto del "panico digitale" che rallenta il progresso e fa strage di foreste per fabbricare inutile carta.
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Panico digitale? Stiamo calmi e ragioniamo due minuti

20.05.13
Stiamo calmi, non facciamoci prendere dal panico. Panico di che? "Il panico digitale che fa più belli i libri", come recita il titolo dell'articoletto di Elena Stancanelli su repubblica.it.
La scrittrice racconta di essere andata al Salone del libro per la prima volta dopo quindici anni. E ha osservato che «15 anni fa non esisteva l'editoria digitale. Che in poco tempo ha scalato la classifica delle "cause dell'inevitabile e prossima estinzione della lettura come attività umana"».
Che significa? Chi ha detto che il leggere sia destinato a un'inevitabile e prossima estinzione? Basta guardarsi intorno per vedere che la diffusione degli strumenti informatici (PC, tablet, e-reader, persino i telefonini)  induce alla lettura un'enorme massa di persone, anche quelle che non sono abituate a leggere libri.
Scrive ancora Stancanelli: «Dentro il Salone ci sono alcuni stand di ebook. Direi in una percentuale dello 0,01% rispetto a quelli di libri tradizionali. Peraltro abbastanza deserti, dal momento che la loro mercanzia, sugli scaffali, è assai poco allettante».
Statistiche ufficiose dicono che oggi in Italia i libri elettronici rappresentano una quota tra i 4 e il 5 per cento (ma domani, nel consuntivo del Salone, vedremo che la cifra è probabilmente sottostimata). Il fatto è che i libri in formato elettronico sono immateriali, non si vedono, e quindi non possono far bella mostra di sé sugli scaffali.
Infine la scrittrice sostiene che i libri di carta «...oggettivamente funzionano meglio degli ebook. Provate a leggere un romanzo di 500 pagine su uno schermo, provate ad andare avanti e indietro con le pagine: troppo difficile. Provate a immaginare biblioteche intere senza copertine: impossibile».
Adesso sono io nel panico. Perché non ho solo "provato" a leggere un romanzo di 500 pagine (non su "uno schermo", ma sulla superficie dell'e-paper che spesso è più leggibile della carta): da un rapido conto sugli indici dei miei e-reader scopro che contengono almeno 30.000 pagine, acquisite in due anni. E ne ho lette almeno un terzo. No, non ho trovato "troppo difficile" andare avanti e indietro premendo un bottone o toccando lo schermo. Ma, soprattutto, ho trovato spesso passaggi o singole parole con la funzione di ricerca testuale, impossibile sui libri di carta.
Infine la vecchia storia che gli ebook non hanno le copertine. Lo può affermare solo che non hai mai aperto un solo ebook: tutti hanno la loro brava copertina. E in molti casi quella dell'ultimo libro aperto resta visibile anche sullo schermo del reader spento.
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Roberto Calasso, la Rete e la profonda avversione per il libro

18.04.13
Vorrei leggere L'impronta dell'editore di Roberto Calasso, perché qualsiasi cosa il presidente di Adephi dica o scriva sui libri merita la massima attenzione.
C'è un problema. Quando voglio "leggere" un libro lo compero in ebook. Se poi lo voglio anche "avere", compero il volume di carta. Ma L'impronta dell'editore non è disponibile in formato elettronico. Dunque ora non lo posso leggere, chissà se avrò voglia di comperarlo.
Però nel corso della ricerca ho trovato un recente video di Calasso ospite di Che tempo che fa, nel quale parla del libro e dice cose interessanti anche sui libri elettronici e sulla Rete.
"Penso che all'interno di questo sommovimento enorme che è dato dalla Rete, sommovimento psichico - dice Calasso -  ci sia una profonda avversione per questo oggetto che lei vede... odio per questo parallelepipedo, un profondo odio, una profonda avversione, giustificata perché il libro corrisponde a una modalità della conoscenza che è incompatibile con quello che viene propugnato dalla Rete. La Rete è la conoscenza come protesi, è l'occupazione della mente con uno sciame di bit digitali che è esattamente l'opposto di ciò che è la conoscenza in senso metamorfico, cioè di qualcosa che trasforma il soggetto che conosce. Sono due vie opposte, incompatibili, lo saranno sempre".
Sono d'accordo con Calasso quando dice che un libro vale se cambia chi lo legge. Ma perché una persona dovrebbe essere cambiata da un libro stampato sulla carta e non dallo stesso libro letto su un e-reader?
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Per gli editori i libri elettronici fanno male ai bambini

11.04.13
Finalmente vede la luce il decreto che attua una norma di legge del 2008 per l'adozione dei libri elettronici nelle scuole. Reazione furiosa della filiera del libro, che in una nota arriva ad affermare: "A oggi non è dimostrato da nessuna parte che l’impatto sempre più pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute, senza contare che la memorizzazione e la comprensione sono meno sollecitati dai supporti elettronici".
Già. E come la mettiamo con i danni - ampiamente dimostrati - che il peso dei libri di carta negli zainetti provoca sulle colonne vertebrali nell'età dello sviluppo?
Ma non è questo il punto da discutere. E' nella frase "La filiera del libro e della carta, al contrario, riafferma il valore pedagogico e la centralità del libro a stampa, che dovrebbe quindi rimanere irrinunciabile".
Oggi la "centralità" è quella del libro liquido, che in molti casi conviene realizzare (anche) in forma cartacea. E che potrebbe assicurare alla filiera ricavi consistenti, se si adeguasse all'innovazione invece che difendere posizioni di rendita.
Ne riparleremo presto.
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Tutta colpa di Radio Libri (e dei brutti libri)

02.04.13
Perbacco, Tabulas è fermo da due mesi. Sono molti i lettori che mi chiedono se ho gettato la spugna. No, non ho deciso di lasciare che queste pagine vadano alla deriva. Ma per tenere aggiornato un sito serve tempo. E una parte significativa del mio tempo, da alcuni mesi, è occupata dalle letture per le recensioni di Radio Libri. Perché i libri di cui parlo li leggo per davvero, dalla prima all'ultima pagina. Anche se sono un lettore veloce, ogni settimana se ne vanno molte ore. Così altri impegni vengono rimandati. Ci sono anche da mettere nel conto le false partenze, i libri che incomincio a leggere e abbandono a metà o addirittura dopo le prime pagine. Di questi non parlo a Radio Libri.
Così rispondo anche a quelli che mi hanno chiesto perché a Radio Libri parlo solo di libri buoni. E' semplice: ho a disposizione due minuti alla settimana e non mi pare giusto sprecarli per parlare di un'opera scadente, se non proprio brutta.
Ma, abbiate fiducia, il prossimo numero di Tabulas è vicino. Fra l'altro voglio darvi conto della conversazione che ho avuto poco fa con un editore che non ama gli e-book. Molto interessante. (vedi Quelli che... "se faccio gli ebook me li copiano subito")
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Gli editori e i numeri degli ebook (2). E i numeri di Amazon?

17.12.12
Se ieri sera avevate altro da fare, andate a vedere adesso l'inchiesta di Report su Amazon.it. Nella quale c'è la conferma che (oltre a non pagare le tasse in Italia) la ditta di Jeff Bezos non fornisce cifre sulle vendite. Neanche ai suoi fornitori.
Dunque, come sospettavo, i dati sulle vendite di ebook in Italia diffusi dagli editori non comprendono quelli distribuiti da Amazon (vedi il post precedente).
La domanda ora è: quanto incidono le vendite di Amazon sul totale? In assenza di dati ufficiali si deve fare qualche conto, partendo dai dati disponibili. Il dato che risulta a me per Libri Liquidi è di circa quattro copie in formato Kindle per una copia in formato ePub. Ho avuto qualche conferma di questo rapporto da parte di altri operatori.
In conclusione: la percentuale indicata dagli editori (neanche loro danno cifre assolute) dovrebbe essere moltiplicata per cinque.
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Cacciari e la fine del libro. Gli editori e i numeri degli ebook

11.12.12
Si è conclusa la fiera "Più libri più liberi", che ogni anno viene disorganizzata a Roma sotto Natale. Centinaia di piccoli e medi editori si ammassano nel Palazzo dei congressi, uno spazio inadatto e soprattutto troppo piccolo: sono molti, da anni, gli operatori che non riescono ad avere un posto in una manifestazione che comunque attrae un'imponente folla di visitatori.
Non manca il contorno di convegni e presentazioni di libri, né si fanno desiderare troppo personaggi come Roberto Saviano o Nanni Moretti. In un angolo di caos chiamato - chissà perché - "caffè letterario", si tengono conferenze e dibattiti. Quest'anno all'apertura ha parlato Massimo Cacciari, che si è disperato per il "problema epocale della fine del libro". Ed è anche convinto che "navigare in rete non è un'esperienza". E allora che cos'è, egregio professore? Ma non importa, i filosofi non sono obbligati a fare in conti con la realtà.
I conti con la realtà li hanno fatti invece gli editori. E sono conti poco allegri, perché anche i libri risentono della crisi economica e le vendite diminuiscono.
In chiusura sono stati diffusi i dati dell'Ufficio studi dell'Associazione Italiana Editori (AIE) sul settore degli ebook (qui il comunicato). Sembra che tutto vada a gonfie vele, ma il totale dei libri elettronici sarebbe solo pari all'uno per cento del mercato. Cioè più o meno la stessa quota di un anno fa. Il dato è poco credibile, sia per le altre cifre contenute nello stesso rapporto, sia per quanto dice qualche operatore specializzato. Che parla di una crescita superiore al 100 per cento, prima del picco che si registra per le feste di fine anno.
Ne riparleremo in gennaio.
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El especialista de Barcelona, l'ebook e l'acquisto d'impulso 

26.11.12
E' uscito per i tipi di Dalai il nuovo romanzi di Aldo Busi, El especialista de Barcelona. L'efficiente fabbrica del successo editoriale lavora  a pieno ritmo. Viene il sospetto che le polemiche sui rifiuti di Mondadori e di Giunti fossero l'astuta preparazione della campagna promozionale. Ora lo scrittore dilaga sugli schermi televisivi, da un canale all'altro. Ieri sera su La7 commentava le primarie del PD, oggi è ospite di Corrado Augias a Le storie - Diario italiano. Intelligente, polemico, aggressivo come sempre. Perfetto promotore di se stesso. Augias sembra entusiasta del libro, ne legge alcuni passaggi intriganti. Mi incuriosisce.
Pochi clic e l'ebook è sul mio reader, mentre Augias e Busi sono ancora sullo schermo.
Penso che in altri tempi non avrei comperato subito il libro; forse non lo avrei comperato mai. Perché non mi fido delle campagne mediatiche. Preferisco sentire diversi giudizi, non accodarmi alle tendenze del momento. E poi, forse, lasciarmi tentare dal volume in mostra sul banco di una libreria.
Ma adesso c'è l'ebook. Così sono diventato un "acquirente d'impulso" e compero più libri di prima. Anche perché non hanno bisogno di  spazio sugli scaffali strapieni.
E leggo più libri. Più libri nello stesso tempo, perché li ho tutti con me sul reader e si aprono subito sull'ultima pagina che ho letto. Molti non li finisco, alcuni restano alle prime, deludenti pagine e prima o poi saranno cancellati senza rimorsi. Mentre un libro di carta non si butta mai via, anche se è pessimo. Forse è una forma di perversione, come quella da cui sono affetti gli ostinati annusatori della carta stampata.
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Il Gattopardo in ebook? Solo versioni pirata

23.11.12
Voglio rileggere un brano de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Ma il volume non è più al suo posto nello scaffale. Trovo che è più rapido acquistare l'ebook che  intraprendere un ricerca che potrebbe essere vana.
Niente da fare. Feltrinelli offre le due edizioni su carta, normale ed economica, ma niente ebook.
Però, se cerco con Google "il gattopardo ebook" trovo una quantità di edizioni in formato PDF. Tutte gratis.
Poi dice che gli editori non vogliono pubblicare in ebook perché temono la pirateria...
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Kobo Glo, prime impressioni sull'evoluzione della specie

12.11.12
Ho provato il Kobo Glo. Troppo poco per un vero test, ma abbastanza per capire che siamo a una svolta nel settore degli e-reader. Tanto per incominciare, è un bell'oggetto, che per estetica e usabilità si inserisce perfettamente nelle tendenze segnate dai dispositivi tecnologici che oggi vanno di moda. Al confronto il Kindle, uscito appena un anno fa, appare già datato. Certo, il confronto va fatto con il Kindle Paperwhite e spero di poterlo fare presto.
Lo schermo così bianco e contrastato e l'ampia possibilità di personalizzare caratteri, corpi e interlinea rendono la lettura più piacevole di quella della maggior parte dei libri di carta. L'illuminazione frontale regolabile è quasi perfetta per la lettura in luce scarsa o al buio. Insomma, siamo veramente al punto in cui si può dire che il libro elettronico ha superato il libro tradizionale.
Dunque anche in Italia, come già da tempo negli USA, Amazon ha un concorrente serio. La partita si giocherà non tanto sugli e-reader quanto sui servizi: facilità di acquisto delle opere e di gestione della biblioteca, applicazioni cloud, disponibilità di titoli sono oggi i punti di forza del Kindle. Vedremo se Mondadori riuscirà a fare altrettanto, o anche meglio.
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Gli ebook costano meno dei libri? Secondo me, no

Gilberto - 28.09.12
A parte tutte le considerazioni sui prezzi esagerati degli ebook in Italia (e non solo) e sul costo del lettore (che ogni tanto bisognerà rinnovare), c'è un aspetto di cui mi accorgo ora, dopo che ho cominciato a leggere vari bei testi di cui non possiedo la copia cartacea.
La prima cosa che mi viene da fare dopo aver letto un bel libro è di condividerlo con gli amici. Ma come faccio con gli ebook? Il libro di carta lo facevo circolare e ne ricevevo a mia volta, quello digitale - ed è un paradosso dal punto di vista della sua forma fisica - non può girare. Certo è vero che ogni assenza di vincoli e l'estrema liquidità del dominio digitale farebbero si che solo i primi lettori andrebbero ad acquistare l'ebook, tutti gli altri ne verrebbero rapidamente in possesso senza neanche la carta stropicciata. Ma il punto è che se consiglio a tutti i miei amici l'acquisto di ebook, e loro ne propongono a me, e tutti ci fidiamo dei gusti gli uni degli altri, gli incassi degli autori/editori sarebbero enormemente più alti di quanto possono tirare su con i libri di carta.
A parte la scarsità di costi, non sarebbe un altro buon motivo per abbattere del 90% l'attuale costo degli ebook? Forse più persone comprerebbero libri e le stesse persone comprerebbero più libri. Da quando Amazon mi propone quasi un libro al giorno a 0,99 o 1,99 al massimo, spesso di buona qualità, sto comprando e leggendo molti più libri di prima.
Succede solo a me? E' solo l'entusiasmo iniziale? Forse no.
Cordiali saluti e buone letture
Gilberto
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Le biblioteche del Trentino adottano l'ebook

30.07.12
"Nelle biblioteche trentine inizia l’era degli ebook". Una notizia di cronaca locale (qui sul Corriere delle Alpi), ma importante per intuire un percorso veso la diffusione degli ebook nel nostro Paese.
L'iniziativa è dell'Ufficio provinciale per il sistema bibliotecario trentino, che ha stretto un accordo con Media Library On Line (MLOL), il network italiano delle biblioteche digitali pubbliche, e sosterrà i costi dell'operazione.
Il Trentino non è la prima regione italiana che si avventura in iniziative di prestito di contenuti liquidi: nel sito di MLOL ci sono anche le pagine della Toscana e di alcune province e comuni di tutta Italia.
Se aggiungiamo queste iniziative a quella del Senato, ci accorgiamo che il settore pubblico incomincia a capire come gli ebook siano un utile strumento di diffusione culturale. Ma anche che la diffusione culturale, passando per gli ebook, compie un'opera di promozione dei nuovi modi di leggere.
Incomincio a pensare che la quota di ebook nel mercato editoriale italiano possa crescere a ritmi superiori alle (modeste) previsioni degli addetti ai lavori. Ne riparliamo in settembre.
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IBS dal Web alla strada (Tempi duri per Amazon - 2)

13.07.12
I librai continuano a lamentarsi perché gli ebook e gli store on line fanno sparire i clienti. Invece che vendere ebook e aprire store on line. E allora IBS (Giunti e Messaggerie) fa il percorso contrario: dal Web ai negozi. Ne sta aprendo ben nove in diverse città italiane.
Aggiungiamo questa notizia a quella di ieri (la diminuzione dei prezzi degli e-reader della stessa IBS) e alla prima di oggi (l'accordo Mondadori-Kobo). Se ne deduce che gli operatori italiani hanno deciso di rispondere alla "colonizzazione" da parte della ditta di Jeff Bezos. E' una buona notizia.
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Mondadori lancia il Kobo in Italia. Tempi duri per Amazon

13.07.12
Il mercato italiano degli e-book si avvicina alla maturità e gli editori l'hanno capito. L'ultima conferma viene dall'annuncio di Mondadori: un accordo con la nippo-canadese Kobo per la distribuzione del reader Kobo Touch. Naturalmente a 99 euro... come il Kindle senza touch. A partire dal prossimo autunno.
Ora in Italia manca solo quello che negli USA è il più agguerrito concorrente del Kindle: il Nook Simple Touch di Barnes & Noble. Non è difficile immaginare che presto sbarcherà da noi. Ma già adesso per Amazon il gioco si fa duro. E quando il gioco si fa duro, come tutti sanno...
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IBS abbatte i prezzi: il Leggo da 6" a 99 euro (199 € il 9,7")

12.07.12
Quanto deve costare un e-book reader con le funzioni essenziali? Novantanove euro (o novantanove dollari...) ha stabilito Amazon, leader del mercato mondiale con il Kindle. IBS si adegua e porta sotto la fatidica soglia dei cento euro il Leggo PB612, con la sola connessione W-Fi. Il modello PB603, che ha in più la connessione 3G, ora costa 149 €, mentre occorrono 199 € per il PB912, con lo schermo da 9,7". Un taglio drastico, se si considera che due mesi fa, al Salone del libro di Torino, i prezzi di listino erano pari, rispettivamente, a 159, 199 e 299 euro.
Questa di IBS è una mossa a sorpresa, perché i suoi reader sono la versione italiana dei PocketBook, di origine ucraina, e l'azienda ha recentemente messo in vendita un modello di ultima generazione, il PocketBook Touch, più aggiornato, piccolo e leggero (per l'Italia è venduto da Pixmania a 149 €). Probabilmente la mancanza di un modello-base di ultima generazione ha suggerito a IBS di mantenere la vecchia linea, per non far apparire improvvisamente obsoleti gli altri modelli.
Che, ai prezzi attuali, sono ancora competitivi: entro la fine del mese sarà su queste pagine la prova sul campo del PB612. Intanto, lunedì prossimo, sarà la volta del Biblet di Telecom Italia.
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Qualcuno non ama gli ebook reader. Ma non li conosce

Discussione con Alberto Gabrielli - 09.07.12
Mi scrive una vecchia conoscenza. E' Alberto Gabrielli, consulente in informatica e telecomunicazioni. Cerca, e non trova, la versione in PDF dei miei ebook. Ecco una sintesi dello scambio di email dei giorni scorsi. 

AG Gironzolavo oggi per Tabulas.it, che al contrario di InterLex non  conoscevo, e mi sono incuriosito sul tuo Gli audiovisivi nella comunicazione d'impresa. Cito:
> Per me è stata anche una specie di operazione-nostalgia...
Interessante, per me che lavoro nel settore e sono appassionato di antiche tecnologie; vediamo... Scarica... clicca... dove trovo il PDF? Il PDF non c'è! :-O Solo formati fuori standard. (voluto! Non è un refuso...).

MC Il PDF non c'è, per due motivi. Primo, i diritti sull'impaginato sono di Franco Angeli editore, che non ritiene di metterlo a disposizione gratis. Secondo, e più importante, è che ho fatto le versioni ebook proprio per capire e far conoscere pregi e limiti delle nuove edizioni in formato elettronico. Prima di tutto nel formato ePub, che è standard, aperto e gratuito.

AG Non ho mica capito: non l'ho scaricato, ma non è in distribuzione gratuita?
Vogliono i diritti sulla grafica dell'impaginazione? O cosa?
E comunque: non basta scrivercelo? Tanto, se uno vuole copiare...

MC Ho messo in distribuzione gratuita le versioni ebook. Posso farlo perché sono titolare dei diritti sul contenuto. Chi ha i diritti su un'opera dell'ingegno (nel caso: l'impaginazione del libro) può decidere se pubblicarla o no, se farla pagare o no. Chi copia abusivamente commette un atto illecito.

AG Il risultato è accettabile? Decida il lettore.

AG Volentieri, se potessi leggerlo. (Nota: saprei bene come leggere un, bleah!, eBook; ed anche la tua lista di applicazioni compatibili non è affatto male. È solo che non voglio.)

MC E allora che vuoi da me?

MC Quando avrai provato un ebook reader

AG Cioè un qualunque "computer" con sopra un programma specifico per leggere l'ennesimo formato...

MC Da un tecnico non mi aspettavo una risposta come questa. Un ebook reader è un dispositivo destinato a un uso specifico, a differenza di "un qualunque computer". E' come confondere una caffettiera con un'intera cucina.

MC con schermo e-ink, capirai perché.

AG l'e-ink è carino, ma al momento poco più che allo stato prototipale.

MC Però funziona.

AG E, comunque, la tecnologia dello schermo non c'entra assolutamente *nulla* con gli e-book in quanto tali. È solo questione di - poco - tempo e tutti i "portatili" diventeranno e-ink+OLED, o quel che sarà, e problema risolto. Un e-reader serve solo a chi lo (s)vende in quanto strumento telecontrollato per fruizione di contenuti costosi, limitati e proprietari. Checché ne dica Amazon. ;-)

MC Una curiosità: aspettando il progresso della tecnologia, rinunci a leggere? Non hai usato il PC di IBM perché prima o poi sarebbe stato superato dall'XT, dall'AT, dal PS2? Poi confondi i contenuti con le tecnologie, perché il limite di Amazon non sono i contenuti (che sono dei rispettivi autori), ma una tecnologia proprietaria, oltre che una politica editoriale discutibile. Ma c'è l'ePub, che è uno standard aperto e gratuito, usabile da tutti.

MC L'ebook è l'MP3 dei libri,

AG Eccolo il vero oggetto del contendere!!! Detto questo, detto tutto.

MC lo strumento che indurrà alla lettura anche gli italiani più riottosi.

AG ...il "concetto", non lo "strumento", che farà fallire tutti gli editori minori - e molto probabilmente anche qualcuno grandicello - in brevissimo tempo. 
Il fatto che con l'MP3 si sia avuto e si stia avendo questo successo travolgente è dovuto solo alla diversa natura del contenuto; ma quanto a "resa" per i produttori "editori", direi poco o nulla: tutte le case discografiche e, a seguire la banda, cinematografiche, hanno subito dei colpi devastanti. Ed è ancora solo l'inizio...

MC Calma. Con il passare degli anni - non in brevissimo tempo - saranno in difficoltà gli editori che non avranno saputo adeguarsi alle nuove forme del libro. Non c'è una "diversa natura del contenuto" tra un CD e un MP3: cambiano il formato e la qualità. E non farti infinocchiare dalle lamentele dei padroni delle idee: nessuna delle major dell'intrattenimento ha "subito colpi devastanti" dalla distribuzione on line dei contenuti. Godono tutte di ottima salute.

AG L'unico pregio dei libri in formato elettronico resta, a parte le ovvietà fisiche e sulla manualistica obsolescente, la possibilità di, per gli Autori, saltare a piè pari tutta la catena "parassita" distributiva (SIAE, ci sei? No, per fortuna.) e raggiungere direttamente il proprio pubblico.

MC E saltare anche il filtro commerciale degli editori. Se fosse solo questo il merito degli ebook, sarebbe abbastanza per giustificarne l'esistenza.

MC Infatti per il nuovo "Libri liquidi" (in vendita da oggi) non ho fatto la versione PDF.

AG Male. :-p
Che ti ci voleva?
Che ti cambia? (seriamente)

MC Cambia, perché fare anche il PDF, con un'impaginazione accurata, è un lavoro aggiuntivo non trascurabile (in una giornata posso sistemare un centinaio pagine, o poco più, per un libro di qualità). E comunque il PDF si legge male sugli e-reader, mentre .mobi e .epub si leggono benissimo su qualsiasi dispositivo che non sia un telefonino.

MC Scaricare il plugin ePub per Firefox è veramente questione di secondi,

AG Invece NON scaricare l'ennesimo plugin più o meno proprietario, scritto da chissà chi e con quali scopi, pesante e fuori standard, e che ti impone di aprire un enorme browser per leggere due righe di testo, è questione di ancor meno secondi.

MC Il plugin per Firefox non è pesante né fuori standard (per quanto mi risulta, è l'applicazione più fedele alle specifiche pubblicate dall'International Digital Publishing Forum). E poi, Acrobat è leggero? Che differenza fa aprire un browser per leggere un ePub o un software per leggere il PDF?

MC E  su Firefox il libro liquido si legge benissimo.

AG anche non in e-book.

MC Ma sull'ereader è ancora meglio, prima di tutto perché non stanca la vista.

AG E, comunque, stanca *tantissimo* se non la vista - parliamone... - tutto il resto: confronta quanto testo/pagine riesci a leggere di un libro stampato e poi con un lettore...

MC Fatto. Con l'e-reader leggo di più e compero più libri.

AG (Capitato mai di divorarti 120 pagine di un libro in poche ore? 3/4/500 in una settimana? Fallo su un qualunque apparecchio elettronico, se sopravvivi...).

MC Mi capita molto spesso, da quando ero bambino. Se non leggo qualche centinaio di pagine alla settimana vado in crisi di astinenza. Ma sul PC o su qualsiasi altro schermo retroilluminato è impossibile. Sull'e-paper leggo come sulla carta,  con il vantaggio che con l'e-reader mi porto dietro quanti libri voglio. Tutti con il segnalibro automatico sull'ultima pagina che ho letto, con i miei appunti e con i link che aprono il libro al mondo.
Conclusione. Il mio mestiere è leggere, oltre che scrivere. Ho provato a leggere  con gli ebook e mi sono trovato benissimo. Ho conosciuto molte persone che degli ebook pensavano tutto il male possibile, fino al momento in cui non gli ho messo davanti un e-reader. Hanno tutti, sempre, cambiato idea.
Tu non hai provato. Parli di quello che non conosci.

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Gli ebook del Senato, oltre i libri in formato elettronico

03.07.12
Cercavo un disegno di legge. Ho trovato molto di più: il Senato della Repubblica offre i suoi testi anche in formato ebook. La prova richiede pochi secondi: basta cercare il testo di un provvedimento e fare clic sul primo collegamento che appare alla voce "Testi disponibili": compare il documento in formato HTML, mentre in alto si può scegliere tra la versione in PDF o la versione ePub. La prima riproduce esattamente il testo stampato, la seconda si apre in un attimo in Firefox, se è installato il plugin. In caso contrario esce la solita finestra "apri o salva". In ogni caso una bella comodità per chi ha un ebook reader o un tablet e così può portarsi in tasca un'intera biblioteca legislativa.
La scelta del formato ePub è inevitabile da parte di un organismo pubblico, perché è uno standard aperto. Ma non c'è un DRM sui documenti, sicché chi ha un Kindle può fare in pochi secondi la conversione.
Ma è solo l'inizio, perché le potenzialità dell'ebook sono sfruttate fino in fondo. Infatti c'è anche una versione del sito ottimizzata per i tablet (pare che i senatori vadano pazzi per l'iPad). E, come se non bastasse, chiunque può farsi la propria documentazione in formato ebook, mettendo insieme i testi che gli interessano.
Il motore di tanta innovazione si chiama Scriba, è stato sviluppato dal Servizio informatica del Senato e messo a disposizione della comunità come progetto open source. Un esempio di innovazione intelligente che dovrebbe essere ripreso da tutta la pubblica amministrazione.
Presto un approfondimento su queste pagine.
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2016: un americano su due passerà all'e-reader. O no?

17.06.12
Secondo PricewaterhouseCoopers nel 2016 un americano su due leggerà su un e-reader. Questa è  la notizia che mi arriva da Twitter, quindi di per sé è inattendibile. Infatti una breve ricerca mi porta alla conclusione che - forse - PwC ha detto che nel 2016 metà del mercato librario USA sarà fatto di e-book (vedi paidContent). In termini di numero di pubblicazioni o di fatturato? Non è dato saperlo senza pagare l'informazione da PwC. Ma l'eventuale risposta non vale la spesa.
Perché fare previsioni per il futuro, come ci ha insegnato Niels Bohr, è molto difficile. Pensiamo a quanto potrebbe cambiare il mercato dei libri in formato elettronico se domani Apple lanciasse un e-book reader, cioè un apparecchio elettronico - economico - per leggere i libri come si leggono quelli di carta (invece che stancarci la vista con i suoi fantasmagorici schermi luminosi).
Il libro elettronico è solo un aspetto della dematerializzazione dei contenuti, iniziata più di venti anni fa. L'attuale e-book reader è un prima, rudimentale approssimazione delle macchine per leggere dei prossimi anni. Quelle che avremo quando ci sarà l'e-ink a colori, o qualche altra tecnologia che supererà quelle attuali. E quando i libri li leggeremo direttamente dalla "nuvola".
L'unica cosa quasi sicura è che il mercato della lettura e il lavoro degli editori sono destinati a cambiare in poco tempo. E chi non sarà abbastanza veloce nel convertirsi a un nuovo modo di fare e vendere i libri, sarà spazzato via.
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Il Kindle sui muri di Roma: così il reader diventa gadget di massa

09.06.12
Avevano esordito a Torino, in maggio, accanto ai manifesti della "primavera digitale" del Salone del libro. Oggi mi sono comparsi davanti agli occhi sui muri di Roma: i grandi cartelloni che reclamizzano il Kindle - anzi i Kindle - "Fatto per leggere". 99 o 129 euro. Tutto qui.
Uno slogan di tre parole, di straordinaria efficacia. Perché fa capire la differenza tra i tanti cosi tecnologici che fanno meraviglie e la nuova macchina per leggere.
Il significato dell'operazione di Amazon va oltre la pubblicità del Kindle: non uno strumento per addetti ai lavori, ma un dispositivo per tutti, reclamizzato con la pubblicità stradale. Uno dei mezzi più "democratici", che raggiunge un pubblico non "segmentato". Così l'ebook reader diventa un gadget di massa e promuove, indirettamente, i libri e la lettura. Evviva!
La ditta di Jeff Bezos segna anche un punto sul piano del marketing. Poiché è il primo e-reader che viene proposto su vasta scala a un pubblico indifferenziato, induce l'identificazione subliminale tra la macchina per leggere e il marchio. La concorrenza dovrà darsi da fare.
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Leggo su uno smartphone e non mi viene il mal di testa

Luigi Fraccaroli - 24.05.11
"Sfido chiunque a leggere un libro su un apparecchio del genere per più di un quarto d'ora senza farsi venire il mal di testa."
Non vorrei rompere le uova nel paniere, ma leggo abitualmente i miei libri elettronici sul mio HTC Incredible S, con l'applicazione Kindle e lo schermo a colori invertiti (testo bianco su fondo nero) - e /non/ mi viene il mal di testa. Certo, siamo al limite di leggibilità, ma si può fare. Il telefono ce l'ho sempre in tasca, quindi posso riprendere a leggere nei momenti più disparati (in coda dal medico o in posta, in treno, su una panchina al parco, ...).
Il vero motivo per cui prima o poi comprerò un lettore di libri elettronici è la durata della batteria, incomparabilmente più lunga rispetto a uno /smartphone /Android. 
Saluti
Luigi Fraccaroli
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L'IDPF verso un DRM "leggero" per il formato ePUB

22.05.12
Ormai sembrano tutti d'accordo: il DRM sugli ebook genera più danni che vantaggi. Toglierlo del tutto? Sostituirlo con un Social DRM su vasta scala? la discussione è aperta.
 L'International Digital Publishing Forum ha annunciato da tempo di lavorare su un'ipotesi di DRM "leggero", in contrapposizione con quello oggi più diffuso, monopolio di Adobe (ricordiamo che l'IPDF è il consorzio di aziende che ha messo a punto l'ePUB come formato aperto e di libero uso).
Ora sul sito dell'IPDF compare uno studio firmato da Bill Rosenblatt che esamina il problemi posti dai DRM usati fin qui e propone i requisiti che dovrebbe avere un sistema di protezione dei contenuti semplice da usare e che non faccia imbestialire i legittimi acquirenti dei libri elettronici.
La proposta è interessante: il modello ipotizzato non richiede transazioni client-server-client, come invece fa il sistema di Adobe, e consente senza problemi il passaggio dei libri su diversi dispositivi.
Se fosse adottato in tempi brevi potrebbe aiutare la diffusione degli ebook in formato ePUB e creare qualche problema ad Amazon. Infatti la ditta di Jeff Bezos ha un sistema di DRM molto "amichevole" per l'utente finale (a patto che usi un Kindle!). Sistema che potrebbe in parte avere ispirato la proposta di Rosenblatt.
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Asus, il reader dimenticato. Nokia Lumia, non è un e-reader 

19.05.12
Mi hanno fatto notare che nell'articolo E-reader a meno di 100 euro. Quale scegliere? avrei commesso alcuni errori: ho citato anche apparecchi che costano più di 99 euro e non ho inserito né l'Asus eeereader DR 900 né il Nokia Lumia 800, ambedue in mostra al Salone del libro.
La presenza di reader più costosi dei 100 euro del titolo è per completezza di esposizione: erano esposti al Salone e sono disponibili sul mercato italiano. L'assenza dell'Asus è una svista, alla quale rimedio subito qui.
Invece il Nokia l'ho escluso deliberatamente: un e-reader è un dispositivo sul quale si possono leggere libri come se fossero di carta. Quindi deve avere uno schermo abbastanza grande (6" pollici devono essere considerati il minimo) e soprattutto e-paper. Ma Nokia ha semplicemente aggiunto un'applicazione di lettura, con qualche contorno, a un telefonino con schermo retroilluminato da 3,7". Sfido chiunque a leggere un libro su un apparecchio del genere per più di un quarto d'ora senza farsi venire il mal di testa.
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Troppe fascette per troppe edizioni: troppi editori?

Andrea Monti - 13.05.12
Urlano le fascette alla Fiera del libro di Torino: "Seconda edizione", "Ottava edizione", "Sette edizioni in tre settimane" (tutto vero, giuro) ... Si tratta in realtà di ristampe e non di edizioni (cioè di riscrittura o integrazione del testo uscito la prima volta).
Che non lo sappiano i lettori, ci può anche stare; che non lo sappiano gli editori è grave.
E poi si lamentano che il mercato, la tecnologia, e la rivincita dei lettori, li stanno cancellando da questo mondo.
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Piove, governo tecnico! Ma i nonni si interessano agli e-reader

13.05.12
Una volta si diceva piove, governo ladro. Ma i governi ladri sono fuori servizio, almeno per il momento. Ora c'è un governo tecnico: i soldi ce li prende come e più degli altri, ma dice che lo fa per il nostro bene.
Piove, dunque, sul Salone del libro. Una pioggia leggera. Ma il cielo minaccia un temporale. Altro che "primavera digitale", come proclama lo slogan della fiera. Qui siamo all'autunno. Autunno come metafora di un'editoria italiana che recita i numeri di una profonda crisi della carta e continua a pensare all'ebook come una minaccia, invece che come una straordinaria opportunità di crescita.
Rientro da Torino e nei prossimi giorni vi darò conto della situazione.
Ora una sola annotazione. Ho visto molte persone non più giovani interessarsi agli ebook e agli ebook reader. Per nulla intimorite dal congegno tecnologico. Se sono qui, è probabile che facciano parte di quel 47 per cento di potenziali lettori italiani che comperano e leggono libri. Qualcuno di loro porterà a casa un lettore di ebook. Vuoi vedere che i nipoti, indifferenti alla carta, impareranno ad amare i libri sugli e-reader dei nonni?
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Paulo Coelho:  i miei ebook a 99 centesimi

04.05.12
Viva la pirateria, viva la condivisone. Servono alla diffusione della cultura e fanno salire le vendite. Da molti anni i proclami del grande scrittore brasiliano fanno disperare gli editori, che non hanno ancora capito la Rete, si ostinano a tenere alti i prezzi degli ebook e a "proteggerli" con ridicoli sistemi di DRM. Può destare molte perplessità un autore che incoraggia la pirateria dei suoi libri. Ma lo fa per molti buoni motivi: vedi l'intervista del 12 maggio 2008 qui su TorrentFreak.
La notizia di questi giorni  è che Coelho ha raggiunto un accordo con il suo editore, HarperCollins, per vendere buona parte dei suoi ebook a 99 centesimi. Qui nel suo blog spiega perché.
Ritornerò presto su questo argomento. Per adesso vedi Un capolavoro può valere meno di un euro? di Andrea Monti e la mia risposta E-book gratis? Soprattutto se sono capolavori!
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Corrado Augias e l'ebook: lo uso e lo userò sempre di più

25.04.12
E' da vedere (o da rivedere) la puntata di ieri delle Storie - Diario italiano di Corrado Augias (qui sul sito del programma). Si parlava di libri e di stampa con Alessandro Marzio Magno, autore del volume L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo.
Da notare il contributo filmato sugli ebook (affetto da qualche imprecisione) e l'affermazione di Augias sull'ebook: "Lo uso e lo userò sempre di più".
Peccato che poi sia incorso in un errore, perdonabile solo per la precedente dichiarazione e per le altre osservazioni interessanti: ha attribuito a Manuzio l'invenzione del carattere Times. Il Times New Roman è stato disegnato per il quotidiano britannico nel 1932 da Stanley Morison, sulla base del Plantin, creato dallo stampatore di Amsterdam Christophe Plantin nel 1500.
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Gli ebook nascosti degli editori italiani

15.04.12
Un tweet di BOL mi ricorda un libro che avevo intenzione di comperare quando era appena uscito. Intrigo internazionale di Giovanni Fasanella e Rosario Priore (Chiarelettere). Quel giorno del 2010 in libreria non c'era. Clicco sul link.  Esce la pagina di BOL per acquistare il libro di carta, a 11,90 euro, scontato. Non c'è l'ebook? Cerco nella sezione ebook. C'è, in formato ePUB con DRM, a 9,99 euro (troppo piccola la differenza con la versione di carta). Invece lo vorrei per il Kindle. Nuova ricerca: su Amazon c'è la brossura a  11,90 e la versione per il Kindle, a 9,99 euro (nella stessa pagina Amazon mi suggerisce un altro libro che vorrei leggere:  Il turno di notte lo fanno le stelle di Erri De Luca (Feltrinelli). A 99 centesimi.
Ora la domanda è: perché quando cerco un libro sul negozio on line di un editore o di un distributore italiano, non trovo subito tutte le versioni? Qualcuno si vergogna ancora di pubblicare libri in formato elettronico?
Per la cronaca, dopo aver perso diversi minuti nella stupida ricerca, stavo per comperare  tutti e due il libri. Intanto è squillato il telefono...  Ho fatto appena in tempo a cliccare su quello di De Luca. Intrigo internazionale lo comprerò un'altra volta. Forse.
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Ilvo Diamanti Multitask

09.04.12
Su Repubblica di venerdì scorso c'è un bell'articolo di Ilvo Diamanti sull'Uomo Multitask. Quello che fa molte cose insieme, come gli apparecchi elettronici che usa tutto il giorno. Diamanti elenca una lunga serie di attività che molti di noi svolgono in continuazione, mentre un tempo si tendeva a fare una cosa alla volta. Tra queste attività non cita la lettura di un libro.
Già, quando leggiamo un libro non facciamo altro (al massimo abbiamo un po' di musica in sottofondo). E' uno dei tanti motivi che consigliano di leggere gli ebook sugli ebook reader invece che su un PC o un tablet: non ci sono "app" che ci distraggono. Il reader è una macchina per leggere e basta. Guarda caso, il solo task che può svolgere mentre leggiamo è farci ascoltare un po' di musica.
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LG e lo schermo flessibile da 6": inutile novità o pesce d'aprile?

02.04.12
LG Elettronics ha annunciato l'entrata in produzione degli schermi flessibili e-paper da 6". Ieri, 1. aprile, la notizia è dilagata come quella dell'ennesima invenzione destinata a cambiare il mondo. Ricopiata tal quale su centinaia di siti, senza alcun riferimento alla fonte. Un "pesce"?
Infatti su nessun sito della casa appariva un comunicato ufficiale. Mi interessava approfondire una "sottonotizia", secondo la quale LG spera che i produttori di dispositivi di lettura mettano in vendita i primi apparecchi con schermo flessibile entro il mese di aprile. 
Credo che il progetto di un reader "flessibile", la sua ingegnerizzazione e la messa in produzione richiedano molti mesi, forse un anno. E quindi sarebbe interessante ricostruire l'informazione originale dalla quale è nata la notizia.
Ma, a pensarci meglio, a chi serve un reader flessibile da sei pollici? Tanto più che non sarebbe pieghevole, ma solo incurvabile per un angolo di 40°.
Forse - forse! - sarebbe utile uno schermo in formato A4 da piegare e mettere in tasca come un foglio di carta. Ma per questo, a quanto pare, l'attesa sarà lunga.
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Assediati da migliaia di inutili scribacchini

Mariagrazia - 01.04.12 (su Da InterLex a Tabulas, le ragioni di un impegno )
"Invece - questa è la grande novità - degli editori si può fare a meno. Con l'ebook ogni autore può essere editore di se stesso."
Dissento parzialmente: gli autori possono fare a meno degli editori. Ma i lettori assediati da migliaia di inutili scribacchini che pretendono di scrivere sapendo a malapena leggere ne hanno più bisogno che mai. Io, nel mio piccolo, non guardo nemmeno più i sommari dei libri di ***** (che ormai è una specie di tipografo) mentre, per esempio, mi spreco a vedere le novità di Laterza. Figuriamoci se perderei tempo a cercare l'ago nel pagliaio tra la folla degli esaltati che si autopubblicano. Anzi già mi vengono i brividi al pensiero del vertiginoso aumento dei conoscenti che, ahimè!, non più contenuti dal costo della stampa in proprio, mi costringeranno, con una gentile e-mail ed un semplice link, a scorrere i loro noiosissimi parti letterari o, peggio, saggistici. . Mala tempora imminent... 
Mariagrazia

Quello dell'invasione di ebook-spazzatura è un problema serio (ne ha parlato anche Andrea Monti in E-book, editori e termovalorizzatori). Ma è lo stesso problema che si pone per l'intero web: un ambiente utile riempito da una spaventosa quantità di informazioni inutili. Dobbiamo solo imparare a cercare quello che ci interessa.
Nel caso dei libri, la possibilità di saltare l'intermediazione degli editori mi sembra un vantaggio tale da compensare il fastidio della già evidente proliferazione di opere di bassa qualità.
Ma, a pensarci bene, anche nel mercato dei libri di carta ci sono tanti prodotti di livello deplorevole. Alcuni, spacciati per capolavori e best-seller, riempiono le vetrine dei librai e le trasmissioni televisive. Mentre tanti buoni libri restano negli scaffali o non vengono neanche stampati. Oggi un libro "autopubblicato" on line ha più probabilità di trovare lettori di un manoscritto inviato a un editore.

Post scriptum. Ho oscurato il nome dell'editore definito "una specie di tipografo" perché, quando non è argomentata, la critica diventa diffamazione.

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Il nuovo iPad, il Kindle touch e gli schiavi cinesi

30.03.12
E' uscito un nuovo iPad. Costoso scaldino, si legge in rete, per le giornate d'inverno. L'ennesimo feticcio costruito da migliaia di schiavi cinesi. Atteso, come al solito, da file notturne di estatici seguaci della setta fondata dal defunto Steve Jobs - santo subito. Accompagnato dagli immancabili alleluia della stampa, che si affretta a "testare" (sic!) il nuovo aggeggio, copiando la pubblicità della casa. Possibilmente in pessimo italiano.
Mi chiedo come tanti sostenitori della libertà dell'internet e della "disintermediazione", donata dalle tecnologie all'umanità intera, possano usare e lodare un sistema che nega la libertà della rete e si costituisce come intermediario globale del sapere. E, per questo, censore (vedi E-book, copyright e controllo delle idee di Andrea Monti).
Ora gli stessi cronisti ci raccontano del successore di Jobs che visita i lager cinesi e rassicura il mondo: la schiavitù sta per finire. Se è vero, i feticci costeranno di più, ma gli adepti continueranno ad acquistarli. Alleluia.
Invece non ha avuto molto rilievo la notizia che sta arrivando anche in Italia il Kindle Touch. Definito "nuovo" anche se oltre oceano è in vendita da mesi. Presentato con i dati e i filmati della ditta di Jeff Bezos ripresi, anche in questo caso, senza alcuna visione critica.
Anche il Kindle ha i suoi difetti di "sistema chiuso" (ma non troppo). Non merita tanto clamore, perché non luccica, non fa meraviglie, non è uno status symbol. Serve solo a leggere, cioè a diffondere il sapere e la cultura. A un prezzo accessibile. O addirittura nullo, se si considera che basta acquistare un po' di libri elettronici per compensare la spesa dell'apparecchio.
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Apple e i formati degli e-book

Franco Tommasi - 10.02.12
Gentile Dr. Cammarata,
ricevo con piacere da tempo la sua newsletter e, stavolta, la mia attenzione è stata attratta da un articolo il cui contenuto non condivido completamente. Si tratta di "Formati e-book, Apple aumenta la confusione".
Stavo per scriverle le mie osservazioni quando mi sono ricordato di aver scritto qualche tempo fa un articolo che le contiene in gran parte. Perciò glielo segnalo, nel caso avesse il tempo e la voglia di dargli un'occhiata.
Mi permetta solo di aggiungere che, per carattere, sono diffidente verso tutte le ondate delle mode e detesto chi vi si conforma docilmente. Da persona che usa computer Apple ininterrottamente da 25 anni ho resistito impassibile quando nella mia facoltà tutti mi chiamavano "fissato", "esaltato" ecc ecc, in altri termini quando NON era una moda usarli. Di conseguenza mi sento di ipotizzare, in tutta amicizia e serenità, che lei e coloro che ho citato nell'articolo, siate in errore quando pensate ad Apple esclusivamente in termini di “moda”, ‘snobismo”, “status symbol” e marketing. Questi aspetti possono anche sussistere ma vengono in seconda battuta, dopo che altri elementi più importanti hanno giocato il loro ruolo. I big dell'informatica non li hanno compresi e si affannano a copiare proprio gli aspetti più esteriori, che non sono il fulcro del successo (fallendo perciò miseramente). Se la critica giornalistica comprenderà questi elementi e li illustrerà con chiarezza, aiuterà una vera concorrenza ad affermarsi. E questo di sicuro farà bene a noi e ad Apple.
Con stima
Un saluto cordiale
Franco Tommasi
P.S. Ovviamente la mia osservazione riguardava solo un aspetto del suo articolo. Quello specifico dei formati andrebbe forse rivisto alla luce di questo e forse di questo
.

Gli amori non si discutono. I prodotti e le soluzioni produttive sì. Il punto è che non serve un terzo formato per l'e-book publishing. I due esistenti (ePub e MOBI, ora evoluto in KF8) sono già troppi, perché costringono gli editori a realizzare due diverse versioni dello stesso libro. Non serve neanche per leggere sugli apparecchi Apple, perché ci sono software che consentono di farlo per i due formati.
Ma l'aspetto più grave è che per realizzare un iBook si devono usare macchine Apple. Che fanno le stesse cose delle altre, ma costano molto di più.
Invece un MOBI o un ePub si fa con qualsiasi sistema. E per vendere un MOBI o un ePub ci sono infiniti canali, non si deve passare per un negozio esclusivo. Che per di più si arroga il diritto di decidere se distribuire o no un'opera.
Un tempo si diceva che l'internet è uno strumento di "disintermediazione" delle opere dell'ingegno. L'attuale politica di Apple è la negazione di questo principio, cioè della natura stessa dell'internet. 

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I problemi dolenti degli e-book

Salvatore Madrau - 21.12.11
Il problema dolente, anzi i problemi circa la diffusione degli ebook reader in Italia sono:
-IVA al 21% contro il 4% dei libri cartacei, è possibile che le lobbies editori -venditori di materiali informatico non riescano a ridurla?
- costo degli ebook di poco inferiore a quello dello stesso titolo in formato cartaceo. Personalmente ho problemi di spazio per i libri, diciamo da 40 a 50 metri di volumi solo a casa, ma vuoi correre il rischio di vederti cancellato il testo come è successo in passato per gli acquirenti Amazon - hanno rimborsato il costo ma il problema e che tu non sei possessore (almeno con Amazon) del testo.
- 16.000 titoli, o 12.834. il problema non è il numero ma il fatto che una parte significativa di questi sono volumi - pagati molto cari - di classici della letteratura italiana o non, per i quali sono decaduti i diritti d'autore.
Quale interesse posso avere per possedere in formato digitale I Promessi Sposi, i Malavoglia, Il Conte di Montecristo, ecc. ? Non parliamo poi di alcuni titoli recenti, del tipo l'importanza dell'ebook nell'editoria moderna, come vivere felici ecc., che imperversano sul mercato ebay e non solo.
Se gli editori e i venditori di ebook reader la smetteranno con queste "furbizie" da gatto e la volpe di collodiana memoria, oltre all'incremento dei testi in formato digitale probabilmente si avrebbe anche un incremento delle vendite dei libri in formato cartaceo.
Salvatore Madrau

Sono d'accordo con la maggior parte delle sue osservazioni. Per quanto riguarda l'IVA, evidentemente gli editori italiani non hanno alcun interesse alla maggiore diffusione degli e-book, come dimostrano anche gli alti prezzi di copertina, oltre alla scarsa offerta di titoli. Credo invece che disponibilità dei classici a costo zero sia un importante strumento di diffusione culturale. Infine, il "traino" delle vendite di libri di carta da parte degli e-book è un dato acquisito negli USA. Ne parlerò presto.

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Dalla Francia un nuovo e-reader. E il prezzo scende

Antonio Tombolini - 12.09.11
A proposito di Si avvicina il decollo per il mercato italiano?, solo per segnalare che da novembre sarà sul mercato il nuovo modello prodotto dalla francese Bookeen, il Cybook Gen5, che avrà come novità:
1) il touch screen più veloce e responsivo sul mercato
2) connettività wifi con ebook store all'interno
3) prezzo pari a 159€!
NB Queste cose le posso dire perché saremo noi stessi a distribuirlo in
Italia.
E infine... complimenti per il blog! :)
Antonio Tombolini
Simplicissimus Book Farm srl
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"Superato dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro..."

28.06.11
Daniele Coliva (Amo il profumo della carta. Ma l'e-book...) mi segnala questo articolo apparso ieri sulle pagine bolognesi di Repubblica. E' un'intervista al poeta-libraio Roberto Roversi, che parla di libri e di scrittori, della sua vecchia libreria antiquaria, della sua biblioteca personale "donata alla libreria Coop Ambasciatori, che l'ha messa all'asta volume per volume, versando il ricavato ai senzatetto". E tanto basta per descrivere la dimensione dell'uomo.
Dice fra l'altro Roversi: "Anche se verrà superato dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro non morirà mai". La giusta aggressione delle tecnologie! Ci voleva un poeta per dirlo così bene, per descrivere in sintesi perfetta la condizione del libro, oggi.
Un articolo da non perdere.
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Non ci sono solo gli e-reader

Andrea - 23.05.11
Nell'articolo Il lettore amputato nel giardino chiuso hai scritto: "Dunque chi ha una collezione di libri scaricati da Amazon non potrà passarli legalmente su un apparecchio diverso da un Kindle. E viceversa, almeno per le opere protette da DRM. Per quelle non protette si possono usare i numerosi software di conversione, che però alterano sensibilmente la rappresentazione dei contenuti." 
...Kindle è cross platform quindi puoi leggere i libri su Android, PC e Mac. Il punto è che devi usare per forza il software Kindle (gratuito) che pero' convive benissimo con qualsiasi altro. Il problema che segnali riguarda solo gli e-reader.
Va bene che gli (odiati) Ipad non sono e-reader. Ma servono per leggere libri. Non credo che tu possa ignorare la circostanza...
Andrea

Appunto: nel titolo e nel testo parlo solo di "lettori" (e-reader) e non di altri dispositivi per leggere libri in formato elettronico. Ma la tua osservazione mi spinge a ritornare su un punto che ho già espresso negli articoli precedenti: in "questa balorda fase di sviluppo degli e-book" mi occupo dell'innovazione che consente di leggere un libro in formato elettronico più o meno come si legge un libro di carta. Quindi dei dispositivi e-reader e non degli altri apparecchi che possono servire a leggere libri. Questi ultimi presentano altri problemi (primo fra tutti il prezzo), che affronterò in un secondo tempo.       

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