Malgrado il titolo, questo
non è un thriller. Le vittime siamo noi. I colpevoli sono
noti. Ma la conclusione non è scontata e il finale
resta aperto. Mentre il mondo tecnologico è sempre più
chiuso nei recinti proprietari dell'industria.
Articolo precedente:
E-book e DRM:
anche i libri sotto chiave? - 02.05.11
Sveliamo il primo mistero: il lettore amputato non è l'umano che legge,
ma il reader tecnologico dei libri in formato
digitale. E i giardini chiusi non sono solo quelli della
nuova editoria, ma i recinti blindati dell'informazione e
della comunicazione.
Tanto per fare un esempio: c'è una quantità di strumenti
portatili che possono servire a leggere un giornale, ma le
versioni elettroniche dei più importanti giornali di
carta sono disponibili solo per l'iPad di Apple o altri
apparecchi della stessa casa. E possono essere acquistate
in una sola bottega.
Dunque il discorso su questa "balorda fase di sviluppo"
non riguarda solo gli e-book, ma l'intero contesto
delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Un mondo nato molti anni fa e cresciuto all'insegna dell'apertura, della
compatibilità e dell'interoperabilità. Spesso a costo
zero.
Le cose poi sono cambiate e oggi ci muoviamo sempre di
più all'interno di recinti chiusi, di apparecchi e di
applicazioni incompatibili, di oligopoli tecnologici e
commerciali. I libri elettronici non fanno eccezione.
E' il caso di ricordare che trent'anni fa l'informatica personale si è diffusa grazie all'apertura
dei personal computer introdotti da IBM. Moltissimi
fabbricanti hanno potuto commercializzare macchine
compatibili con il PC. Gli stessi componenti hardware e gli stessi software potevano - e possono ancora -
passare da un elaboratore all'altro, delle marche più
diverse, senza problemi. I prezzi sono scesi, a tutto
vantaggio degli utenti.
La concorrenza di allora preferì seguire la strada
dell'hardware e del software proprietari, con i risultati
che conosciamo: qualcuno è scomparso, come il mitico Commodore.
Solo la Apple è sopravvissuta, ma ha avuto momenti
difficili. Si è ripresa, riconquistando una quota
significativa di mercato, solo dopo aver accettato una parte di
compatibilità con il mondo dei PC e collocandosi in una
fascia più ristretta ed esclusiva.
La stessa internet esiste perché è nata aperta, con standard
disponibili a tutti e con la completa interoperabilità
dei sistemi interconnessi. E non dobbiamo dimenticare che,
ancora prima del Web, la telefonia cellulare si è
diffusa solo dopo l'adozione di standard comuni, anche se
la tecnologia era pronta da anni. Stesso discorso per il
telefax.
Negli ultimi anni siamo ritornati ai recinti chiusi, ai walled garden,
i "giardini murati" delle tecnologie
proprietarie. In testa ancora la Apple, con i vari iPhone,
iPod e ora con iPad. Che costringono gli utenti sopportare
prezzi alti e li obbligano ad acquistare applicazioni e
contenuti solo nel "negozio" della casa. Con una
conseguenza negativa non trascurabile: non si può
scegliere qualsiasi contenuto, ma solo quelli
"approvati" dalla stessa Apple. I beati
possessori dell'ultimo status symbol non sembrano
curarsene. Merito di formidabili strategie di marketing,
che riescono a far diventare improvvisamente indispensabili
molte applicazioni di
cui nessuno fino al giorno prima sentiva la mancanza .
Il libro elettronico non appartiene a questa categoria. E' oggetto di ricerche da molti anni.
Si diffonde solo adesso perché da poco tempo c'è una tecnologia che
lo svincola dal computer, apparecchio
comunque costoso e ingombrante. E di uso non intuitivo: il
computer richiede un apprendimento, mentre da molti secoli
gli umani trovano naturale
lo sfogliare un libro.
Oggi la tecnologia c'è, i prezzi sono più accessibili
(anche se in Europa ancora troppo alti) e quello degli
e-book sta diventando un mercato importante.
Purtroppo nasce come un mercato fatto già di recinti e
limitazioni. Dopo i primi esperimenti, rigorosamente
proprietari, si stanno affermando due sistemi per molti
versi incompatibili: quello del Kindle di Amazon da una
parte e "il resto del mondo" dall'altra. Il
primo con il formato .mobi, il secondo con il .epub, che
almeno è aperto e usabile da tutti gli editori e da tutte
le piattaforme di distribuzione..
I due sistemi concorrenti adottano linguaggi diversi, sicché un libro in formato .epub non può
essere letto su un Kindle e viceversa, a meno di
complicate conversioni e, spesso, di illegali violazioni
dei sistemi di protezione dei diritti. Gli
editori, se vogliono coprire tutto il mercato, devono
produrre due versioni elettroniche diverse dello stesso
libro. Non è una cosa da niente, con i software oggi
disponibili.
Tecnicamente non è un problema costruire apparecchi in grado di leggere
ambedue i formati, senza limitazioni. Ma in pratica è
possibile solo per i libri non protetti da DRM. Il fatto
è che Amazon non
concede la licenza per il suo sistema di protezione per
apparecchi che ne abbiano a bordo un altro. Per
questo non c'è
sul mercato un solo e-book reader che possa leggere sia il
.epub con il suo DRM (monopolio di Adobe), sia il .mobi con
il DRM di Amazon.
Dunque chi ha una collezione di libri scaricati da
Amazon non potrà passarli legalmente su un apparecchio diverso da un
Kindle. E viceversa, almeno per le opere protette da DRM.
Per quelle non protette si possono usare i numerosi software di
conversione, che però alterano sensibilmente la
rappresentazione dei contenuti.
Non basta. Spesso gli apparecchi sono provvisti anche di "lucchetti"
che rendono difficile acquistare i libri da negozi
diversi da quello del venditore dell'hardware. Si arriva a
limitare artificiosamente le possibilità del sistema, ad
amputarlo, pur di "imprigionare" l'acquirente,
impedendogli di sfruttare completamente non solo
l'hardware, ma anche i contenuti che ha acquistato.
Un
esempio per tutti è quello del Leggo venduto da
IBS. E' la versione italiana del PocketBook PB603, ma
"amputata" dell'internet browser e della posta
elettronica: le connessioni Wi-Fi e 3G servono solo per comperare
libri da IBS. E a nient'altro. Il Wi-Fi non può essere
usato neanche per trasferire contenuti dal proprio
computer al lettore.
Inoltre l'eliminazione del browser rende inutili i link che
spesso sono inseriti nei testi. Una limitazione
assurda, dato che l'accesso al Web è già presente nella
versione originale del dispositivo.
Questo è il mercato degli e-book, oggi. Sembra destinato a grandi
sviluppi. Ma le limitazioni proprietarie e le
incompatibilità possono incidere negativamente
sull'atteggiamento dei potenziali acquirenti proprio nella
fase di partenza. L'industria se ne rende conto?
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Editore fai da te: il codice
ISBN e altri problemi - 27.06.11
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