La proliferazione di
milioni di titoli "inutili" sarà l'inevitabile
effetto collaterale negativo dello sviluppo dei libri
elettronici. Forse ci salveranno i bibliotecari, i soli che
sanno come mettere ordine nella cultura.
Al Forum UNESCO sugli e-book che si è svolto a Monza dal 4 al 6 giugno
2011 quella dei bibliotecari è una delle categorie che ha manifestato
maggiori preoccupazioni per la propria sopravvivenza, messa in pericolo,
dicono, dai libri elettronici.
E' una preoccupazione priva di senso perché il ruolo e l'importanza del
bibliotecario assumono, grazie agli e-book, una centralità ancora maggiore.
Di fronte all'immensa massa di e-book che sta per crescere (un noto
editore giuridico starebbe pensando di "riconvertire" tutto il catalogo
fuori commercio in digitale, con ciò inondando il mercato di libri
sostanzialmente inutili ma che "fanno numero") solo la mente ordinata e
razionale del bibliotecario - insieme al recupero del ruolo originario
dell'editore può evitare una nuova babele (vedi E-book,
editori e termovalorizzatori).
Ma se i bibliotecari, invece di rendersi conto dell'opportunità che
hanno di fronte, si lasciano spaventare da un fenomeno tutt'altro che
mostruoso, allora si che il libro elettronico avrà dei problemi.
E' curioso che invece di cercare di capire quanto di buono ci può
venire dall'uso di una tecnologia, con allarmante precisione scattano
meccanismi di rigetto, protezione della "parrocchietta" e rifiuto di
sperimentare. E che questo accada nel mondo della scrittura, che è
quello che dagli inizi della civiltà ha consentito il progresso, è
veramente indicativo dei tempi che stiamo vivendo.
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