E' opinione comune che i
libri in formato elettronico costino troppo, soprattutto nel
confronto con i libri di carta. Facciamo due conti per capire
se è vero e se ci sono margini per accelerare la diffusione
del libro "liquido".
Articolo precedente:
Non è
tutto e-book quel che si legge (in digitale) - 19.04.11
Così, per fare
un solo esempio fra i tanti possibili, in questo momento
su IBS il nuovo libro di Roberto Saviano "Vieni via
con me" costa in versione cartacea 9,10 euro (30 per
cento di sconto sul prezzo di copertina) mentre lo stesso
testo in versione elettronica viene venduto a 9,99 euro.
Lo scrive Massimo Mantellini nell'articolo sulle Diete
editoriali di pochi giorni fa. E chiunque può
constatare che la situazione è proprio quella descritta
da Massimo. Anzi, peggiore, se
prendiamo in considerazione il costo complessivo della
lettura in "questa balorda fase di sviluppo degli
e-book". Perché nel "costo della lettura"
non ci sono solo i libri, ma anche gli apparecchi
necessari per leggerli.
Incominciamo dall'hardware. In Italia un e-book reader
con schermo da 6" costa da 200 euro in su. Ci sono
due prodotti "nazionalizzati", il Biblet
di Telecom Italia e il Leggo di IBS, che costano
rispettivamente 199 e 219 euro (il primo con 5€ di
traffico). Negli USA il Kindle da 6" costa 139
dollari, cioè circa 94 euro. Ed è un lettore molto più
evoluto dei due "italiani", in termini di
hardware e software (peccato che non legga il formato .epub, ma questo è un altro discorso, che affronteremo
presto).
A un livello più alto, sempre con lo schermo da
6", c'è il Sony PRS-650:
229.99
dollari, ovvero 155 euro. In Italia di euro ce ne vogliono
249, oltre il 60 per cento in più! Servono commenti?
Ma in Italia il mercato è agli inizi, dice qualcuno. Quando crescerà... Appunto, quando crescerà, se i prezzi
sono spropositati?
Passiamo ai contenuti, cioè
i libri in formato e-book. L'esempio del libro di Saviano
è chiaro e la conclusione è la stessa: il mercato non
può decollare rapidamente con questi prezzi, soprattutto
nel confronto con i libri di carta.
Ma quanto dovrebbe costare un e-book? Il discorso
non è semplice, perché entrano in gioco grandezze non
paragonabili. Ma vale comunque la pena di fare due conti.
Il primo dato da considerare è la diversa incidenza
dell'IVA. Per i libri di carta non grava direttamente sul
consumatore, perché è pagata dall'editore nella misura
ridotta del 4 per cento sul prezzo di copertina (tranne
che sulle pubblicazioni pornografiche). Invece i libri elettronici sono soggetti al regime ordinario dell'IVA,
che grava, ad ogni passaggio, per il 20 per cento sulla
differenza tra il prezzo di acquisizione e il prezzo di
cessione.
In sostanza, con l'IVA ridotta pagata dall'editore, il
libraio che vende un volume a 10 euro incassa appunto 10
euro.
Con l'IVA ordinaria, il sito che vende un e-book a 10 euro
deve versarne subito 1,66 allo Stato. Dunque incassa 8,34
euro. Questo è un aspetto che deve essere tenuto presente
quando si parla del prezzo degli e-book: è un'assurdità,
un'imposta iniqua, un assurdo balzello sulla conoscenza,
sulla cultura, sull'espressione artistica. Andate a
spiegarlo ai signori dell'Agenzia delle entrate che hanno
scritto la risoluzione
n. 186 del 30 settembre 2003 (personalmente ho qualche
riserva sull'estensione di queste disposizioni al settore
specifico dei libri elettronici. Occorre un
approfondimento).
Ma l'IVA non basta a giustificare un prezzo degli
e-book vicino a quello dei libri di carta. Per inquadrare
in problema vediamo, con larga approssimazione, come si
forma il prezzo di un volume.
Più del 50 per cento del prezzo di copertina è assorbito
dalla distribuzione. Spesso si arriva al 55: questo
significa che l'editore consegna al distributore a 4,50
euro il libro che sarà venduto a 10.
Dai 4,50 euro che incassa dal distributore, l'editore
deve dare all'autore i "diritti", di norma l'8
per cento del prezzo di copertina: 80 centesimi. E la
singola copia gli costa, sempre a spanne, 1,20 euro. Col
resto deve coprire le spese generali e i costi editoriali
della singola opera. Senza contare promozioni, pubblicità
e quant'altro. E poi vorrebbe anche guadagnare qualcosa.
Invece alla fine della storia si vede tornare indietro le
copie invendute. Che non solo gli sono costate per la
carta, l'inchiostro e tutto il resto, ma che continuano a
costargli per lo spazio che occupano nel magazzino, e la
relativa gestione, fino a quando vanno al macero.
A prima vista una quota così alta per la distribuzione
può sembrare eccessiva. Ma si deve considerare che si
tratta dello spostamento fisico di una merce
ingombrante e pesante ai depositi e poi ai punti di
vendita: manodopera, trasporti, magazzini, logistica,
amministrazione. Un margine di guadagno per tutti, fino al
libraio. E tasse. Con la vendita on line questi costi
diminuiscono, e così sono possibili gli sconti sul prezzo
di copertina.
Tutto questo non c'è nel libro elettronico. Niente
carta, niente stampa, niente trasporti, niente magazzini,
niente di niente. Il libro lo "fabbrica", in un
solo originale, una persona seduta davanti a un computer.
Poi l'editore invia i bit al distributore, a un costo
infinitesimale. Il resto, dalla correzione delle bozze al
marketing, è lo stesso del libro di carta.
Naturalmente ci sono i diritti d'autore. Che qualcuno
vorrebbe nella stessa misura di quelli dei libri
tradizionali, anche quando i margini dell'editore sono
più alti. Ma anche di questo parleremo un'altra volta,
anche perché c'è di mezzo il delicato problema dei
sistemi di protezione, il famigerato DRM.
Alla fine dei conti, anche considerando la mazzata
dell'IVA al 20 per cento, questi e-book sono troppo cari.
Ma perché non parte la concorrenza? Perché gli e-book
hanno lo stesso prezzo dappertutto? Perché nessuno fa
sconti?
Qui si dovrebbe aprire un altro discorso, piuttosto
critico, sull'atteggiamento degli editori nei confronti
delle novità di questi mesi. Si può aggiungere la
preoccupazione che la diffusione degli e-book comporti uno
sconquasso nella filiera "fisica", gettando sul
lastrico camionisti, magazzinieri e librai.
Sono convinto che il libro elettronico non ucciderà il
libro di carta. Anzi, gli darà un nuovo valore.
Conquisterà alla lettura persone che oggi non comperano
libri.
Forse, a un certo punto, qualcuno si accorgerà che
l'e-book, con i suoi bassi costi di produzione e
distribuzione, è l'ideale per certi libri che su carta
sarebbero un disastri economico. Autori senza prospettive
certe. Argomenti per pochi interessati. Pubblicazioni
"narcisistiche" che gratificano solo l'autore.
Tanta carta - e tanti alberi, e tanto ossigeno -
risparmiati. E dopo, se del caso, una tiratura su carta
proporzionata alla richiesta. Con i relativi vantaggi in
termini di costi e di "resi". Sono disposto a
scommetterci.
Ultim'ora. Libreriauniversitaria.it
offre ai suoi clienti registrati lo sconto del 15% sugli
e-book. Qualcosa si muove.
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DRM: anche i
libri
sotto chiave?
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